reliquiario - a busto - ambito romano (sec. XVI)

reliquiario a busto, 1534 - 1534

Il busto, che si rifà ad una tipologia classica, poggia su quattro peducci a zampa di leone. Il santo è raffigurato vestito con la clamide che lascia vedere la cotta di maglia, che libera ed applicata sul busto. La clamide, lavorata a bulino, è immaginata sorretta da una fibula niellata e smaltata in rosso e nero, su cui è raffigurato lo stemma Filonardi

  • OGGETTO reliquiario a busto
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione/ sbalzo/ cesellatura
  • LOCALIZZAZIONE Boville Ernica (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come dice l'iscrizione "spoliato a militibus hanc thecam (sic)mihi peposuit", e come sostengono, sia Liberati che l'Arcangeli, (op. cit) il busto sarebbe stato eseguito, per sostituirne un altro rubato dalle truppe del Connestabile di Borbone, durante il Sacco di Roma. Possiamo quindi asserire con tranquillità che il manufatto è stato commissionato dopo il 1527 ed eseguito entro il 1534, prima della morte di Clemente VII, come si deduce dal fatto che il Filonardi non era ancora "Praefectus Urbis", nomina che ricevette da Paolo III. In questo periodo, immediatamente successivo al Sacco di Roma, si comincia ad affermare in questa città l'oreficeria manierista, di cui Cellini è il maggior esponente. L'opera, di alta qualità, come si rileva anche dalla tecnica di esecuzione, proviene certamente da una bottega romana, sia perché è l'unico centro di riferimento possibile, sia per la convergenza dei dati stilistici, che se da un lato evidenziano elementi propriamente manieristi, dall'altro mostrano un sostanziale riferimento a modelli classici romani, che l'autore sembra quasi avere come modello. Si può concludere affermando che si tratta di opera romana di ambito manierista, di cui al momento non si può proporre un'indicazione più precisa. Il volto sembra rifarsi a modi della statuaria romana, forse con qualche accenno alla tarda antichità, come si evince dall'esecuzione degli occhi profondamente incisi e dalla forma allungata del naso. E' chiaro tuttavia che questo richiamo è mediato da evidenti motivi di ambito manierista, in cui permangono notazioni decisamente classiche, come la capigliatura e la clamide. L'aureola è stata sostituita posteriormente, tra la capigliatura, infatti, sono visibili i fori che servivano a fissare quella originale. All'interno si vedono le grappe che fissano le due metà fuse separatamente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200067238
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI sulla fascia che corre attorno alla base del busto - S. PERTUS CONFESSOR ENNIO PHILONARDUS EPUS VERULAN. AD DUCEM MEDIOLANI ET ELVETIOS LEGATUS SPOLIATO A MILITIBUS HANC THECAM PROPRIA IMPENSA MIHI REPOSUIT MDXXXIIII - lettere capitali -
  • STEMMI sulla fibula della clamide del busto - vescovile - Stemma - vescovo Ennio Filonardi - arma inquartata cimata da cappello vescovile: nel primo e nel quarto partito sono raffigurati tre pali e l'aquila; nel secondo e nel terzo su campo rosso si vede la rovere sradicata al naturale con i rami decussati due volte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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