reliquiario - a croce - ambito palermitano (prima metà sec. XII)

reliquiario a croce, 1100 - 1149

La teca a forma di croce è di cristallo e metallo dorato. La parte centrale è formata da una croce in lamina d'oro ornata di figure di smalti policromi raffiguranti, da un verso, il Cristo crocifisso ma ancora vivo con attorno i busti della Vergine e San Giovanni (rispettivamente a destra e a sinistra). In alto un Santo benedicente (forse San Pietro), in basso una Santa (forse Sant'Elena). Sul retro, con la stessa tecnica, sono rappresentati un agnello e i simboli degli Evangelisti. La croce è sorretta da un basamento che poggia su quattro figure antropomorfe e decorato da teste leonine a forte rilievo, su cui si innesta una colonna con capitello decorato da foglie. Ornata con pietre preziose

  • OGGETTO reliquiario a croce
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ doratura
    CRISTALLO
    oro/ filigrana
    perlina
    SMALTO
  • AMBITO CULTURALE Ambito Palermitano
  • LOCALIZZAZIONE Velletri (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Altissimo esemplare di oreficeria bizantina in Italia, con rapporti diretti con la cultura tedesca. La storiografia si è occupata a lungo di quest'opera. Se ne parla fin dal 1564 nel manoscritto di Ascanio Landi (conservato nella Biblioteca Comunale di Velletri) per quanto riguarda la donazione e la consacrazione avvenuta nel 1526 da parte del vescovo veliterno Rainaldo de' Conti (Papa Alessandro IV). Stilisticamente fu esaminata per la prima volta dal Cardinale Stefano Borgia nel 1780. Il Grimouard de Saint Laurent notò per primo che la croce era formata di tre parti distinte, cioè la piccola croce pettorale in smalti d'oro, la croce d'altare in filigrana e pietre, il piede in metallo dorato. Il Bertaux data la croce d'oro e smalti al secolo XII per motivi stilistici e tecnici. Il Dalton, Il Diel, il Venturi e il Toesca hanno giustamente posto in relazione gli smalti bizantini di questa croce con quelli della croce di Cosenza. Anche il Diel pensa che questi smalti siano però posteriori a quelli do Cosenza (XI e XII). Lo Swarzenski raffronta la croce di Velletri con quella del tesoro dei Guelfi di Brauenschweig (metà secolo XI); le due opere hanno contatti puntuali ed evidenti, tuttavia secondo lo stesso Swarzenski l'origine dell'opera è da ricercarsi in ambiente italiano (scuola milanese) in diretto contatto con l'arte tedesca. Secondo lo stesso storico anche gli smalti del fronte appartengono alla scuola milanese con affinità strettissime con gli smalti bizantineggianti cloissonnés dei primi del secolo XI - vedi Evangelario dell'Arcivescovo Ariberto (1018-1045) del Duomo di Milano. Quelli del lato anteriore sono bizantini eseguiti a Bisanzio o da mano greca. Il piede è molto simile a quello della croce tedesca, ma di fattura più rozza e lo stesso Swarzenski pensa che sia opera di un maestro del mezzogiorno d'Italia o della scuola di Montecassino, ma non ci sono esempi per il raffronto. L'Hackenbroch accetta le conclusioni dello Swarzenski e aggiunge per l'ornato del piede raffronti con il reliquiario di Berengario del Duomo di Monza, con i piedi dell'altare portatile di San Gemignano nel Duomo di Modena. Il lipinski propone una datazione più tarda, intorno agli inizi del secolo XIII, e considera quest'opera un caso isolato della storia dell'oreficeria, a causa della convivenza di stili molto differenti. Per questo motivo pensa anche che la croce debba appartenere a una scuola dell'Italia meridionale e soprattutto a Palermo dove pullulavano botteghe con infiltrazioni più disparate (anche lombarde). Rubata il 30 maggio 1983, recuperata dal Nucleo Tutela dei carabinieri nel dicembre 1995
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200006381
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1972
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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