Giochi di Putti. fregio con grottesche e medaglioni contenenti profili e stemmi

dipinto, post 1503 - ante 1510
Marchesi Girolamo (attribuito)
1471-1472/ post 1540

Fascia a fregio continuo, che corre lungo tutte le pareti tangente al soffitto, in cui sono raffigurati grottesche e medaglioni con profili e stemmi sforzeschi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA muratura/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Marchesi Girolamo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Rocca Demaniale di Gradara
  • INDIRIZZO Piazza Alberta Porta Natale, 1, Gradara (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ciclo di pitture murali nella Sala dei Putti si dispiega lungo le pareti, che risultano suddivise in tre fasce orizzontali. Dall’alto verso il basso, nella prima fascia a fregio continuo sono raffigurati medaglioni e grottesche con profili e stemmi sforzeschi. Al centro, entro undici riquadri delimitati da lesene con candelabre, trovano posto raffigurazioni altamente simboliche con putti e animali, convenzionalmente noti come “Giochi di putti” da cui deriva la denominazione della sala. La fascia inferiore, ormai interamente perduta, doveva raffigurare un alto zoccolo quale ideale sostegno per le scene soprastanti. Le opere hanno subito consistenti danni nel tempo e vennero alla luce, sotto lo scialbo, alla fine degli anni Trenta del Novecento. Le pitture risalgono all'ultimo periodo della signoria di Giovanni Sforza. Data la presenza degli stemmi sforzeschi con l’immagine del giogo spezzato, adottato solo dopo il 1503, tale data viene assunta dalla critica come terminus post quem. Entro il 1510, invece, l’opera dovette essere completata, dal momento che in quest’anno venne alla luce Costanzo II Sforza e Giovanni morì. Nel 1503 Giovanni Sforza fece rientro a Pesaro, dopo l’occupazione del Valentino, il giorno 3 settembre, festa di San Paolo, che da allora fu dichiarato giorno festivo. La presenza del santo nel ciclo decorativo potrebbe giustificare l’ipotesi che l’opera fu collegata all’esaltazione del governo sforzesco e al ricordo della riconquista della signoria (Valazzi). Altro avvenimento plausibilmente conciliabile con la realizzazione del ciclo è la nascita di Costanzo nel 1510, figlio di Giovanni e della terza moglie Ginevra Tiepolo. Il ciclo pittorico è attribuito a Girolamo Marchesi da Cotignola, autore della pala per l’altare maggiore della chiesa dei Santi Apollinare e Cristoforo di Casteldimezzo, raffigurante la "Madonna in trono con il Bambino e i Santi Apollinare e Cristoforo", eseguita nel 1509. L’opera, che mostra evidenti affinità con le pitture della Sala dei Putti, è ascrivibile all’attività giovanile del Marchesi, agli anni della sua formazione, quando questi risulta molto legato a Francesco Zaganelli. Sia Marchesi che Zaganelli risentono degli influssi di Lorenzo Costa e Marco Palmezzano oltre che di Amico Aspertini, anch’egli attivo nella Rocca. Allo stato attuale degli studi, la più nota e riconosciuta ipotesi attributiva, seppur non comprovata, è quella di una collaborazione Marchesi-Zaganelli (Valazzi)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100368746-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Rocca Demaniale - Gradara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

FA PARTE DI - BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Marchesi Girolamo (attribuito)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1503 - ante 1510

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'