Fedele da Sigmaringen

dipinto, 1650 - 1699

olio su tela raffigurante in un tripudio di angeli Fedele da Sigmarigen, frate cappuccino, con gli attributi del martirio, ovvero la palma, la sciabola e la mazza ferrata; con la mano sinistra regge un cartiglio, purtroppo non più leggibile. In basso a destra, si vede uno stemma con doppia alabarda, da identificare con uno stemma papale

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Marchigiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Bernardino
  • INDIRIZZO Via dei Cappuccini, 2, Amandola (FM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Probabilmente realizzata nel secondo Seicento, la tela raffigura uno dei martiri dell’ordine cappuccino, Marco Roy, al secolo fra’ Fedele da Sigmaringen (1578_ 1622). Dopo aver praticato a lungo l’attività forense e poi di precettore, fu incaricato dalla Congregazione di Propaganda Fide di recarsi in Rezia, dove imperversava la riforma protestante. Crebbero sia le conversioni, ma anche le ostilità nei suoi confronti fino a quando nel 1622, dopo una predica a Seewis, fu circondato da una ventina di soldati che gli intimarono di rinnegare la sua fede; al suo rifiuto fu ucciso. Papa Benedetto XIII lo ha proclamato beato il 24 marzo 1729 ed il 29 giugno 1746 è stato canonizzato da Benedetto XIV. Nella tela di Amandola troviamo i classici attributi della sciabola, della palma e della mazza ferrata, che alludono al martirio subito dal santo. Ad essi si associano il crocefisso e un foglio, purtroppo non più leggibile. In effetti l’opera si presenta complessivamente molto deteriorata a causa dell’umidità che ne ha fortemente leso la leggibilità, soprattutto nella parte inferiore, tanto da rendere molto difficile una datazione o una attribuzione più precisa. Purtroppo non abbiamo notizie in merito a quest’opera per cui è difficile stabilire se essa sia stata creata per questa collocazione o se sia stata semplicemente adattata. Probabilmente l’opera faceva parte della ricca quadreria che il convento cappuccino ebbe fino all’Ottocento. Nel secolo XVI i Cappuccini delle Marche avevano ereditato molte chiese e molti conventi di altri ordini con le annesse opere d’arte esistenti; inoltre si arricchirono di nuove opere nel corso dei secoli, grazie a donazioni. Il convento di Amandola possedeva una ricca quadreria che andò in gran parte dispersa a causa delle spoliazioni napoleoniche durante le quali la chiesa di San Bernardino fu privata della sua opera più celebre, una tela di Pietro da Cortona (1596-1669), raffigurante la Madonna con Gesù Bambino in braccio, S. Giovanni Battista, S. Felice da Cantalice, S. Caterina e S. Andrea, ora conservata nella pinacoteca di Brera, Milano. Con la soppressione degli ordini monastici il convento andò incontro a nuove perdite
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100264437
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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