ritorno dalla fuga in Egitto

dipinto, 1800 - 1810

Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; San Giuseppe. Figure: angeli; barcaiolo. Piante: palma; cespugli. Paesaggi: paesaggio fluviale; paesaggio con città. Architetture. Mezzi di trasporto: imbarcazione. Oggetti: remi. Attributi: (Gesù bambino) aureola. Abbigliamento: abbigliamento contemporaneo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA vetro/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Toschi Mosca
  • INDIRIZZO Piazza Toschi Mosca, 29, Pesaro (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'aspetto relativamente maturo di Cristo, non più neonato, suggerisce che il piccolo olio su specchio non raffigura l'episodio della Fuga in Egitto, ma il meno comune soggetto del Ritorno dalla fuga in Egitto. La Sacra Famiglia è ritratta mentre si accinge ad essere traghettata al di là del fiume: S. Giuseppe è seduto sulla sponda del corso d'acqua con Gesù bambino in braccio, mentre la Madonna in piedi li osserva; un angelo impartisce da terra indicazioni al rematore e all'altro angelo all'interno dell'imbarcazione; nello sfondo si intravede una città mediorientale. L'utilizzo di alcuni espedienti compositivi, la didascalica chiarezza della rappresentazione, la ricerca di un'armonica integrazione tra paesaggio e figure, ma soprattutto l'attenzione alla resa anatomica dei personaggi maschili e la loro raffigurazione in atteggiamento dinamico, suggeriscono che il dipinto potrebbe dipendere da un prototipo emiliano di primo Seicento, forse conosciuto attraverso una stampa. In particollare la figura del traghettatore, di ludovichiana memoria, caratterizzato da un accentuato sforzo per coniugare al meglio studio anatomico e studio del movimento, sembra dipendere in maniera quasi palmare da un prototipo del Carracci (Paesaggio con barche, Bologna, Collezione privata), il quale ebbe particolare fortuna nell'ambito di quella scuola e dei suoi seguaci. Il tipo del barcaiolo, con la virtuosistica resa delle nerborute membra, verrà ripreso anche dal Domenichino nell'affresco con la Chiamata di Pietro e Andrea (Roma, Sant'Andrea della Valle) e nel Paesaggio con barche (Edimburgo, National Gallery of Scotland) (Feigenbaum 19939. Anche la felice articolazione delle figure nel paesaggio rimanda a prototipi emiliani di indirizzo classicista, in particolare a Domenichino. Alcune somiglianze con soggetti affini dipinti da Lodovico Carracci sono inoltre riscontrabili in alcuni elementi paesaggistici, ad esempio nella scelta della palma utilizzata come quinta scenica. In questo senso è calzante il confronto con il dipinto raffigurante il Riposo dalla fuga in Egitto, attribuito alla scuola di Ludovico, nella Pinacoteca Civica di Pesaro e già appartenuto alla collezione Mosca. Nonostante la dipendenza da un prototipo sicuramente seicentesco, i caratteri stilistici consentono di datare il dipinto agli inizi dell'Ottocento, per la traduzione semplificata e quasi schematica degli stilemi della pittura emiliana, questi ultimi sicuramente mediati attraverso la cultura classicista marattesca, diffusa a Roma dalla fine del Seicento e ancora influente agli inizi dell'Ottocento. Un recupero del gusto sei-settecentesco, anche questo particolarmente diffuso a Roma, è attestato dalla scelta dello specchio come tipo di supporto (tra gli esempi più noti si possono ricordare quelli dipinti a quattro mani dal Maratta e dal Sacchi)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100205427
  • NUMERO D'INVENTARIO inv., n. I.P.708
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1800 - 1810

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE