decorazione plastica,

La volta è scandita da fasce trasverse con motivi vegetali stilizzati includenti cornici accartocciate ovaliformi. Altre due fasce similari, ma più ricche e fastose (con teste di cherubini), sono in prossimità dell'arco trionfale e nel suo intradosso. Sulla fronte dell'arco trionfale una cartella con testa cherubica. Festoni floreali segnano gli spigoli degli strombi delle finestre all'interno dei quali vi sono dei trofei di frutta. Alternate alle fasce sono le grandi incorniciature ovale e mistilinee

  • OGGETTO decorazione plastica
  • AMBITO CULTURALE Bottega Marchigiana
  • LOCALIZZAZIONE Jesi (AN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'insieme della volta assume grande vivacità per la decorazione a stucco che concilia con equilibrio e senso della misura la festosa esuberanza dell'ornato barocco. I ricchi festoni floreali, le cascate di frutta, le fasce di volute vegetali, le cartelle, creano una sorta di berceau all'interno del quale si inseriscono coerentemente i decori pittorici. I riferimenti all'ambito romano affiorano logicamente ricordando soprattutto le grandi decorazioni borrominiane. Seppure i documenti non facciano menzione dell' ideatore e dell'esecutore di questo decoro, presumibilmente lavorato tra il 1670 e il 1680 (è riferito dagli storici locali che le suddette tele dipinte vennero eseguite nel 1675 e nel 1680), potrebbe essere logico indicare come artefice il plasticatore Tommaso Amantini di Urbania (1625?) la cui attività nell'ambito della fabbrica della fabbrica della chiesa è attestata dal GAUCCI (diario dal 1660 al 1690, Ms. Arch. Episcopale di Jesi) in merito alle sculture di stucco nella seconda cappella destra e sinistra lavorate intorno al 1665. Tale ipotesi puè essere confermata con un confronto, particolarmente indicativo con i decori plasticatidall'Amantini in Ascoli nella chiesa di S. Leonardo o degli Angeli Custodi (1663) ove è possibile osservare analoghi schemi esornativi nella volta del presbiterio (incorniciatura dell'affresco) e nelle incorniciature delle finestre. Essendo documentato che l'Amantini lasciò improvvisamente Ascoli nel 1669 dove attendeva alla decorazione della chiesa di S. Filippo N. oggi distrutta, è lecito presumere ch equesti potè lavorare nella chiesa Jesina a partire da quell'anno. Per le notizie sulla formazione dell'Amantini, sulla sua attività romana presso Ercole Ferrata, sulla decorazione della Cattedrale di Osimo insieme al Milanese Francesco Augustone, sulle statue di Urbino. E' altresì presumibile che l'Amantini plasticò numerosi altri decori nella chiesa, quali le fronti delle due Cappelle, sinistra e destra, le incorniciature laterali del presbiterio, la cornice di controfacciata. Difatti gli schemi compositivi e le selezioni dei lessici decorativi risultano sostanzialmente omogenei tra loro. Gli stucchi della volta vennero restaurati nel 1940 a spese del barone Carlo Franchetti e della popolazione jesina (Cannelloni, 1955, p. 84)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100028382A-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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