creazione di Eva

vaso da farmacia, 1550-1599
Fontana Orazio (bottega)
notizie 1541/ 1571

Personaggi: Dio Padre; Eva; Adamo. Paesaggi

  • OGGETTO vaso da farmacia
  • MATERIA E TECNICA maiolica/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Fontana Orazio (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Loreto (AN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La serie di maioliche in esame, costituita da 90 vasi biansati con protomi faunesche al di sotto delle anse e istoriati con scene dell'Antico Testamento e Apostoli, faceva originariamente parte della raccolta della Speziera Ducale di Urbino (cfr. Indicazione al forestiere della pittura, scultura e architettura e rarità di ogni genere che si veggono oggi dentro la sacrosanta Basilica di Loreto, Ancona, 1824, pp. 129-135).. L'epoca e il modo in cui queste maioliche vennero a far parte della Farmacia di Loreto, resta malgrado ricerche di archivio da me condotte, probabilmente irrisolto. F. Ugolini (Storia dei Conti e Duchi di Urbino, Firenze, 1859, vol. II, p. 358) sostiene che questa preziosa raccolta fu donata alla Santa Casa di Loreto da Francesco Maria II della Rovere. G. B. Passeri (Istoria della pittura in maiolica fatta in Pesaro e ne' luoghi circonvicini, Pesaro, 1838) afferma che i vasi vennero a far parte del corredo della Farmacia di Loreto dopo la morte di Francesco Maria II della Rovere, al momento in cui buona parte degli arredi e delle cose preziose che ornavano la corte di Urbino furono portati in Toscana. F. Spalazzi (Invantario della celebre collezione dei vasi cosidetti di Raffaello donati da Francesco Maria II della Rovere Duca di Urbino per lo addietro conservati nella Farmacia della Santa Casa di Loreto, in G. Vanzolini, Istoria delle fabbriche di maioliche metauresi, Pesaro, 1879, p. 323) sostiene che i vasi furono commissionati da Guidobaldo II a maestranze durantine e sarebbero stati donati a Loreto da Francesco Maria II in un'epoca imprecisata. La prima sommaria descrizione di questi vasi appare in un inventario del 1608. g. Ballardini (La maiolica italiana dalle origini alla fine del 500, Firenze, 1938, p. 52) fissa la data della donazione al 1608; mentre R. Peyre (Les faiences d'Urbin, in Faenza, 1913) sostiene che a seguito della abdicazione di Francesco MAria II, la collezione fu trsportata a Loreto nel 1626. P.L. Pungileoni (Notizia della pittura in maiolica fatta in Urbino, in G. Vanzolini, op. cit. p. 343) cita un antico manoscritto "Note di uomini illustri di Urbino de' quali si trovano i ritratti nella medesima città", in cui viene nominato Orazio Fontana (1510-1571) figlio di Guido Durantino, come autore delle ceramiche esistenti nella Speziera di Urbino e su tale attribuzione concorda M. L. Solon, A hystory and description of italian majolica, London, 1907, p. 109. Orazio Fontana fu uno degli artisti prediletti da Guidobaldo II (cfr. De Mauro e E. Sarasino, L'amatore di maioliche e porcellane, Milano, s. d.) e i suoi lavori autonomi per il Duca devono essere datati dopo il 1565, anno in cui Fontana si stacca dalla bottega paterna (cfr. G. Conti, L'arte della maiolica in Italia, Milano, 1973, p. 141). A fornire i cartoni per molte delle ceramiche commissionate a Fontana, fu Battista Franco (cfr. G. Vasari, Vita di Battista Franco, in Vite). G. Raffaelli (Memorie storiche delle maioliche lavorate in Castel durante, ossia Urbania, Fermo, 1846, p. 20) afferma che Guidobaldo II chiamò da Venezia Battista Franco a collaborare con Piccolpasso e il Fontana per preparare i doni in maiolica per le corti d'Europa e per la Speziera di Loreto, e in particolare F. Ugolini rilevando l'eccezionale qualità della serie di vasi istoriati con scene dell'A. T., attribuisce la paternità dei cartoni per tali vasi a B. Franco, mentre Vanzolini limita l'intervento certo di B. Franco con la collaborazione di Raffaellino del Borgo ai vasi di questa serie raffigurante i quattro evangelisti. R. Peyre suppone che da una costante collaborazione tra Battista Franco e Orazio Fontana nascano i 324 vasi che formavano il ucleo originario della raccolta di Loreto. confrontando i 90 vasi di questa serie con i sei piatti di bottega di Fontana conservati al Museo Correr di Venezia, alcuni dei quali datati e firmati, risultano evidenti profonde analogie stilistiche. A proposito dello stile di Fontana ve notato non solamente come fa il Passeri la varietà e la ricchezza della composizione degli elementi del paesaggio o alcune caratteristiche individuabili come il fondo blu e l'increpature delle onde del mare, come nota I. Pataky-Brestanzky (Italienische Majolikakunst Budapest, 1967, pp. 48-51), ma una profonda intensa adesione al mondo cel classicismo raffaellesco. tale adesione diviene evidente nel trattamento e nel disegno della figura umana fortemente modellata e soprattutto nel rapporto che si stabilisce tra la figura, sempre chiaramente definita, e lo spazio aperto fino all'orizzonte
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100003002
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI sotto la base - Di terra l'huom, dall'huom fa la donna - corsivo - a pennello - italiano volgare
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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