San Michele Arcangelo
Ai lati di una monofora si sviluppa una fascia architettonica a finte nicchie, impostata su esili colonnine laterali, che incornicia, unificandole, le scene sottostanti. L'intradosso è decorato con due simmetriche composizioni a fiori e girali. Negli sguanci della finestra, all'interno di edicole cuspidate e trilobate, sono raffigurati rispettivamente San Michele Arcangelo e San Nicola di Bari. A destra, all'interno di una cornice a motivi geometrici e vegetali, è raffigurata la Madonna che allatta Gesù Bambino su un trono arricchito da un drappo che funge da postergale. Vicino è San Francesco d'Assisi che posa la mano sul capo di uno dei due committenti inginocchiati in preghiera. Nel lato opposto è raffigurato Cristo crocifisso tra la Madonna e San Giovanni Evangelista. In basso, due cornici a compasso gotico ospitano i mezzi busti di Santa Lucia e di Santa Caterina d'Alessandria. Completa la decorazione una ripartizione a specchiature sovrapposte dipinte a finto marmo. E' interessante notare la particolarità della presenza di punzonature cuoriformi all'interno di alcune delle aureole raffigurate
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
- AMBITO CULTURALE Ambito Spoletino
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Pittore Affine Al Maestro Di Fossa
Maestro Della Sacrestia Di Sant'agostino A Montefalco
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Francesco (ex)
- INDIRIZZO Via Frà Giordano, 221, Giano Dell'umbria (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ciclo pittorico fu riportato completamente alla luce tra la fine degli anni Novanta del XX secolo e gli inizi del successivo. Le pubblicazioni antecedenti, infatti, citano i dipinti negli sguanci della monofora e ai lati, mentre non fanno menzione dei busti delle sante racchiusi nelle cornici a compasso gotico, in quanto non visibili all'epoca (cfr. Nessi, Ceccaroni 1978; Todini 1989; Fausti 1990; Salvatori 1999). Scarpellini (1976) attribuisce il ciclo al Maestro della sacrestia di Sant'Agostino a Montefalco (ora riconosciuto nel Maestro di Narni), spostando la cronologia al XV secolo. Nessi e Ceccaroni riferiscono gli affreschi ad un pittore umbro attivo tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento, mentre Fausti li anticipa alla fine del Duecento. Per Todini si tratta di un pittore spoletino, operante nella prima metà del XIV secolo, la cui cultura figurativa di matrice assisiate risulta influenzata da influssi spoletini. Salvatori condivide l'ambito culturale riferendo gli affreschi agli inizi del XIV secolo. Castrichini (2011) riconosce nella notevole qualità pittorica del ciclo la mano di un ignoto maestro vicino al Maestro di Fossa. Tale ipotesi appare alquanto verosimile, infatti è evidente come l'anonimo pittore attivo in San Francesco a Giano, al pari del Maestro di Fossa, accolga le nuove istanze irradiatesi dal cantiere di Assisi (con particolare riferimento agli affreschi di Giotto, Simone Martini e Puccio Capanna nella Basilica Inferiore) rielaborandole autonomamente e innestandole sul solco di una consolidata tradizione pittorica locale. Gli incarnati chiari, i delicati ovali dei volti (in particolare delle sante e di San Michele) e la pittura morbida caratterizzata da sottili trapassi di colore rimandano ai caratteri tipici delle opere del Maestro di Fossa. In tal senso si prestano ad interessanti confronti l'affresco staccato con Crocifissione, Annunciazione e Madonna con il Bambino in trono, conservato nel Museo di San Francesco a Trevi (proveniente dal monastero di Santa Croce) e la Crocifissione con la Madonna, San Giovanni Evangelista, San Pietro e San Paolo presente nel convento dei Barnabiti in località Campello Alto. E' da evidenziare che le oscillazioni temporali riscontrate nelle proposte della critica sono probabilmente da imputare a quella diffusa tendenza arcaizzante che, in ossequio ad una specifica tradizione locale, si basa sulla rivisitazione delle opere pittoriche della prima metà del Trecento di ambito spoletino; tale gusto arcaizzante, che si sviluppa allo scadere del XIV secolo e perdura fin oltre i primi decenni del Quattrocento, rende spesso ardua la definizione di un preciso ambito cronologico per i testi pittorici presi in esame
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000220249-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI sotto la Madonna del latte - H[OC] OPVS FECIT FIERI CARVS LANCALOCTI - caratteri gotici - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0