Gonfalone di Santa Maria Maddalena. Trinità e santi

stendardo processionale, 1650 - 1674

Gonfalone a sagoma centinata rappresentante da un lato Santa Maria Maddale na, angeli e cherubini; dall'altra la stessa santa con santa Marta e san L azzaro, con la trinità e gli angeli

  • OGGETTO stendardo processionale
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 208
    Larghezza: 150
  • AMBITO CULTURALE Ambito Tosco-umbro
  • LOCALIZZAZIONE Città della Pieve (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE E' assegnato a Giacomo Eleuteri da G. Bolletti (1830) che però si confonde con il Giacomo di ser Guglielmo che realizzò un altro dipinto nel 1525, " ad modum gonfalonis", per la confraternita di Santa Maria Maddalena che al lora doveva avere la sua sede in Santa Maria dei Bianchi. Baglioni (1845) conferma l' attribuzione, basandosi sicuramente sul suo predecessore, indi cando in aggiunta un'opera certa del pittore, il Salvatore in Gloria (con datazione presunta del 1602, riportata attualmente nella didascalia del qu adro) della Cappella del Sacramento della cattedrale: il pittore in questi one sarebbe però Giacinto, ignoto ai repertori, e non Giacomo. Canuti (192 6, p. 142) giudica il gonfalone "di scarsissimo pregio" e indica che dovet te sostituire quello cinquecentesco realizzato da Giacomo di Ser Guglielmo , chiarendo l'errore degli storici precedenti che avevano ritenuto Giacom o pittore del secolo XVII. Prima del 1777, anno di costruzione della chies a di Santa Maria Maddalena, ove venne collocato sull'altare maggiore dell' oratorio, il Gonfalone era posto di fianco all'altare sinistro della chies a di Sant'Egidio, ove la Confraternita era stata trasferita in seguito all a visita pastorale del protonotario apostolico Anselmo Dandini (riportata in appendice dal Bolletti 1830, p. 322). Viene registrato in questa collo cazione nella visita pastorale del vescovo Alberici nel 1734 (ADCP 873/ fa sc. V, c.10v) e indicato come "vexillum quod processionaliter defertur". A ncora nell'oratorio nel 1926 (Canuti 1926, p. 142), risulta nel 1948 già a ll'interno del museo capitolare, ove venne restaurato a seguito dei danni apportati dai bombardamenti all'edificio e ad alcune altre opere. L'interv ento effettuato da Alberto Tabacchioni sotto la supervisione del soprinten dente Bertini Calosso, riguardò il consolidamento del supporto, con rammen datura e rappezzatura delle zone mancanti, la pulitura, stuccatura e l'int egrazione pittorica, il tutto per un costo totale di lire 17.000. Il pitto re mostra di conoscere opere di Cristoforo Roncalli, in particolare i sant i laterali del Crocifisso in San Giovanni Battista a Piedivalle (1602), me ntre al centro la Maddalena cita letteralmente una delle tipiche figure de l Sassoferrato: in particolare, utile confronto può essere fatto con la Im macolata della Galleria Albertina di Torino. Santa Marta richiama una Sant a Cecilia dello stesso Sassoferrato (Venezia, Gallerie dell'Accademia), an che nel particolare della treccia. La Trinità in alto deriva liberamente d alla Pietà di Annibale Carracci, con la sostituzione della figura del Dio Padre a quella della Madonna. Sono evidenti inoltre richiami ai modi contr oriformati di pittori toscani della prima metà del secolo, quali Baccio Ci arpi, soprattutto nei ricercati effetti di riflessi e cangiantismi dei tes suti, ormai però poco apprezzabili per le cattive condizioni di conservazi one della tela. Gli elementi citati portano ad una collocazione del dipint o ad una altezza cronologica del terzo quarto del secolo XVII
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000084776-1
  • NUMERO D'INVENTARIO 164
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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