la Caduta di Icaro, telamone

decorazione pittorica, 1575 - 1599
Savini Salvio (attribuito)
notizie 1580-1609

Cornice rettangolare dorata arricchita sotto da base sagomata con festone pendente, ai lati da motivo di voluta su cui poggia busto femminile cavalc ato da satiro, e alla sommità da cimasa sagomata con mascherone centrale e draghi alati alle estremità laterali all'interno: in alto a sn, figura di Icaro come giovane ignudo con ali disfatte che precipita a capofitto e al centro Dedalo, con volto di anziano e ali, che si volge indietro verso sn; in basso paesaggio marino: in primo piano distesa azzurra; verso il ce ntro, isola con castello quattrocentesco merlato e, verso il fondo sulla d s, altri edifici sulla costa a ds, figura tronca di telamone rivolto di pr ofilo verso sn, con le braccia sopra al capo a sorreggere mensola attutita da drappo ripiegato; ha terminazione architettonica a piedritto con grifo ne addossato e voluta includente nell'occhio protome leonina che addenta d rappo ricadente dai fianchi della figura

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Savini Salvio (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Villa del Cardinale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Notissima la vicenda di Icaro (Ovidio, Metamorfosi, VIII, 183-235), figlio del leggendario architetto ateniese Dedalo, e della sfortunata fuga dal l abirinto di Creta con le ali di penne e cera costruite dal padre: Icaro av vicinatosi troppo al sole precipita con le ali disfatte mentre Dedalo cost ernato assiste impotente. Il tema si diffuse a partire dal rinascimento co n una duplice valenza morale: da un lato illustra i pericoli che corre chi mira troppo in alto con un monito alla moderazione; dall'altro esprime lo spirito di ricerca e la curiosità intellettuale. In questo caso, in penda nt con la Caduta di Fetonte, sembra preminente il richiamo alla virtù dell a moderazione come ulteriore esempio di ardire temerario. N ell'alta fascia decorata, che occupa circa un terzo dell'estensione totale delle pareti della sala - aumentata grazie allo sfondamento del soffitto includendovi nell'altezza piano normale e mezzanino-, il ritmo della figur azione è scandito da colonne sui lati N-O e S-E, e da paraste sui lati O e d E, presso le quali sono collocate le monumentali figure femminili. Esse interpretano due tematiche allegoriche differenti ma complementari: sui la ti corti del salone sono rappresentate le virtù che contraddistinguono il Cardinale e il suo illuminato governo; su quelli lunghi, le Arti Liberali del Trivio e del Quadrivio, favorite dall'opera del grande mecenate, cui t ributano onore. E' il climax del discorso celebrativo che informa l'intero programma decorativo della Villa. L'ormai prossimo intervento di restauro potrà forse ancor meglio chiarirne la portata, restituendo le eventuali i scrizioni incluse nei cartigli o il significato di quelle oggi solo parzia lmente leggibili. Potrà inoltre eliminare tutte le alterazioni subite nel tempo da questi affreschi, in particolare quelli della parete di N-E, e ri pristinare l'originario impatto visivo, oggi compromesso dalla sconcertant e nudità della porzione inferiore delle pareti, private del loro rivestime nto originario. Potrà segnare infine un momento forse decisivo nell'ambito della vicenda attributiva, ormai generalmente orientata sul nome del Savi ni oltre che per le affinità stilistiche con gli affreschi autografi di Ci ttà della Pieve, anche per l'individuazione di una sigla "SS", oggi confus a tra le cifre della tavola dell'Aritmetica sulla parete S-O, e di una dat a, 1581, in un particolare della figurazione contigua, attualmente illegib ile (v. Vagaggini, 1985-6, p.97). M a proprio in ambito attributivo, rimane a nostro avviso da valutare il seg no evidente, come già accennato per alcune grottesche della Villa, di una matrice stilistica finora mai indicata che può invece fornire anche una pl ausibile definizione delle origini artistiche e del bagaglio culturale del Savini. In questo senso, nei relativi studi, viene segnalato un debito fo rmativo nei confronti del Circignani (Sapori, 1982, p.55-6), o vengono evi denziate qualità di derivazione senese -cromatismo, cangiantismo e dissolv enze alla Beccafumi- riferite ad un possibile alunnato presso Bernardino B arbatelli (1550-1600). D'altra parte, il soggiorno del Savini a Roma (1584 -90) per l'importante commissione della pala con la "Predica del Battista" per la chiesa di S.Giovanni dei Fiorentini, dove lo aveva introdotto il C ircignani, lascia presumere ulteriori contatti con la cultura senese: prop rio il Circignani aveva accanto a sè Cristoforo Roncalli allievo aggiornat o sulle novità senesi e vicino al Casolani. S ono state inoltre rilevate (Sapori, 1993, p.227) analogie linguistiche col la pittura fiorentina dell'ottavo decennio, con Giovanbattista Naldini (15 37-1591) -al quale era stata attribuita la pala di S.Giovanni dei Fiorenti ni, risultata poi invece autografa del Savini- e soprattutto col naldinian o Giovanni Balducci (notizie dal 1580). M a, come anticipato, un ulteriore elemento va a questo punto indicato, in p articolare a proposito delle grandi figure del Salone della Villa. Nel lor o equilibrio tra monumentalità e sensualità, tra definizione grafica e sen sibilità cromatica, richiamano ancora quella matrice bronzinesca certo acq uisita attraverso una formazione fiorentina influenzata dal grande protago nista del II manierismo fiorentino, Alessandro Allori (1535-1607). Dopo la morte nel 1572 del maestro Bronzino, e 2 anni dopo del Vasari, è lui ad e gemonizzare la scena artistica della corte medicea, continua in OSS - Annotazioni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000077904
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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