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dipinto, 1350 - 1399

a sinistra figura angelica in piedi, di profilo, veste panneggiata; a destra Madonna seduta con braccia conserte, inserita in quinta architettonica con scaffale con libri e leggio con libro aperto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 170
    Lunghezza: 245
  • AMBITO CULTURALE Ambito Eugubino
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolta d'Arte Comunale
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria Nuova
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel panorama della pittura eugubina della seconda metà del Trecento l'affesco viene ricordato dalla Neri Lusanna (1985) per la qualità di esecuzione e l'importanza culturale che esso rappresenta, in quanto viene considerato "punto focale per saggiare l'innesto di un nuovo sentire in moduli tipologici senz'altro affermati e famigliari". Si ipotizza infatti, così come supposto dal Santi, una dinastia di pittori attiva a Gubbio nell'arco di un secolo individuando "in Mello il capostipite ..(e)... che, proseguendo con Mattiolo scultore e Martino pittore, culmina nel più celebre Ottaviano, il cui patronimico già nel Quattrocento appare corretto in Nelli,...'Tavianus Martini Nelli'." La Neri Lusanna avvicina quest'affresco alla mano di Martino, evidenziando come le soluzioni fisiognomiche richiamino Mello mentre la composizione spaziale e i tagli volumetrici denunzino il ricordo degli affreschi del Maestro di Campodonico già a San Biagio in Caprile. In questo modo la studiosa trova una risposta a quell'atmosfera severa con una luce e una cromia pacata in cui troneggiano le figure presentate con abiti francescamente austeri, senza decorazioni floreali e d'oro, con la Vergine senza mantello e castamente accollata, quasi a testimoniare quel clima austero creatosi a Gubbio dopo il 1371, dopo cioè gli imperativi impartiti dalle leggi suntuarie approvate anche dal cardinale d' Albornoz e ribadite con maggiore severità nel 1385. Per " l'occhieggiante presenza di elementi orvietani" ripresi dalla pittura di Ugolino di Prete Ilario e di Piero di Puccio, colloca poi l'opera nell'ottavo-nono decennio del secolo, considerandola "se non un precedente almeno un elemento di messa a punto nell'arricchimento del linguaggio che si evolve verso il gotico internazionale e che trova un valido e significativo esponente in Ottaviano Nelli". Il Todini attribuisce invece l'opera a pittore ignoto eugubino della seconda metà del XIV secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000075959
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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