fuga in Egitto

dipinto, 1634 - 1634

a sinistra figura maschile (S. Giuseppe) in piedi, barba bianca, veste scura e manto giallo, con la mano destra indica verso destra, con la sinistra sorregge sulle spalle un bastone con fagotto; a destra in piedi figura femminile (Madonna) con veste rossa, manto blu, in braccio tiene Gesù Bambino con panno bianco panneggiato; in alto al centro alone di luce e testine angeliche; in basso a destra paesaggio con vegetazione e case

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 192
    Larghezza: 129
  • ATTRIBUZIONI Manetti Rutilio (1571/ 1639)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Consoli
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è datata 1634 e firmata dal pittore senese Rutilio Manetti (1571-1639), artista dalla personalità complessa, operoso soprattutto a Siena che dopo una prima formazione baroccesca nella bottega di Francesco Vanni approda al luminismo del Guercino da cui apprende soprattutto il morbido impasto pittorico, il lume soffuso, alcune tipologie di vecchi canuti e pervenendo dopo il 1615 al naturalismo caravaggesco interpretato in modo autonomo e assai alto, ove l'ombra non si oppone nettamente alla luce. Come affermato dal Bagnoli (1978), il suo caravaggismo non è mai radicale e completo per la sua profonda dose di versalità, per la notevole apertura mentale e la sua capacità di adattamento al gusto e alle esigenze di mercato. "La posizione del Manetti nel panorama della prima metà del Seicento è dunque di indiscutibile rilievo. La sua migliore produzione porta il segno di una forte personalità capace di elaborare, sintetizzare i diversi stimoli ricevuti e di caratterizzarsi sempre in maniera inconfondibile" (Bagnoli). In quest'opera l'idea compositiva è sostenuta da una luce che dà risalto ai volti, al panneggio che ricade morbido con pieghe plasticamente intersecate e chiaroscurate, allo straordinario effetto di scorcio dei volti stessi che invitano l' osservatore ad una meditazione profonda sul fulgore che si irradia dal cielo. Il Todini nel 1979 pubblica l'opera come inedita anche se questa non era sconosciuta alla storiografia locale, come anche sottolineato dallo Storelli (1985), dando rilievo alla "comparsa del curioso tipo di Madonna 'zingaresca', di ispirazione manfrediana, che costituisce un tentativo di trasporre in ambito religioso la tematica della pittura profana" (Todini). La stessa idea viene individuata anche in un altro dipinto del Manetti, una Madonna con Bambino già Genova, collezione Costantino Nigro, dove quest' iconografia inconsueta "si rivela in tutta la sua originalità in una notevole versione a mezza figura isolata" (Todini). Il particolare del tessuto della veste della Madonna viene inoltre citato dal Casale (1988) come dato contemporaneo di costume riscontrato anche in un altro dipinto dei primi anni del Seicento opera di Benedetto Bandiera a Perugia, nel monastero di Santa Caterina. Il dipinto, insieme ad altri presenti sempre a Gubbio (Martirio di San Bartolomeo e laterali), si colloca senza dubbio tra le opere tarde del pittore senese, "periodo in cui, nell'ambito della consolidata adesione al naturalismo caravaggesco, il realismo si fa sempre più scopertamente crudo e pregnante, sotto l'influsso della conoscenza dell'Hontorst, di Valentin, del Baburen" (Benazzi, 1988). Per questo dipinto si ipotizza che l'originale collocazione nella chiesa di S. Maria Nuova sia stata nell'altare di destra (scheda N. 10/000760007), in quanto sono presenti due statue in stucco raffiguranti S. Giuseppe e la Madonna (schde N. 10/00076008 - 10/00076009), che ben si accorderebbero con il tema della "Fuga in Egitto". Inoltre, le misure del dipinto stesso (h 192 x 129) e lo spazio rettangolare al centro del complesso decorativo (h 194 x 130) hanno una certa corrispondenza che avvalorerebbe tale ipotesi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000075954
  • NUMERO D'INVENTARIO 6021
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso a destra - RUTILIUS MANETTUS SE (M) 1634 - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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