racemi

candelabro, 1790 - 1810

Candelabro formato da base cubica dipinta di nero. Il fusto simile ad una colonna cilindrica, è ornato di racemi dorati che si avviluppano tutt'intorno. Alla sommità, un nodo funge da base al piattello con il puntale

  • OGGETTO candelabro
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italia Centrale
  • LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria SS.ma Assunta
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'uso del candelabro nelle cerimonie liturgiche risale ai primi tempi del Cristianesimo. Il Liber Pontificalis attesta, sino al IX secolo, l'uso di candelieri multipli; sino a quest'epoca questi ultimi erano comunque posti a terra ai lati dell'altare, prassi in alcune zone perpetuatasi a lungo. Nel periodo carolingio i candelabri furono spesso di straordinaria ricchezza, realizzati in materiali preziosi, ornati di perle e gemme, come nel periodo gotico. Le dimensioni si ridussero quando essi, da terra, vennero poggiati all'altare, uno iniziato nel secolo XI, che si stabilizzò dopo il secolo XV. Non esistono prescrizioni liturgiche relative ai candelabri per quanto riguarda la materia (argento, bronzo, ferro battuto, legno) e la forma. Gli esemplari più antichi sono spesso metallici, a forma di stelo con zampe e nodi globulari. La linea a stelo si perpetuava nel periodo Gotico e nel rinascimento, ma in base acquistava forma poligonale, mentre il fusto, il nodo e la coppa si sfacevano. Nel Cinquecento si stabiliva la struttura composta da un'ampia base con volute angolari, spesso arricchite da statuette, con fusto a balaustra scandite da un grande nodo centrale, forma perpetuatasi nei secoli XVIII- XIX. Questi candelabri, essendo in legno, venivano probabilmente usati durante le funzioni che si svolgevano nelle cappelle laterali e posti, date le loro grandi dimensioni, a terra ai lati dell'altare. Il loro uso cessò dal 1877 quando si distrussero gli altari cinquecenteschi di tali cappelle. Difficile datare con precisione questi candelabri, che, con tutta probabilità, risalgono ai secolo XVIII-XIX, data la semplicità delle forme in essi presente e sono forse opera di artigiani locali. Il Franci nel suo inventario di beni in possesso dell'Opera del Duomo di Orvieto (A.O.P.S.M., op.cit., 1880) fa numerosi riferimenti a serie di candelabri lignei (c. 194 segg.) difficilmente identificabili, in quanto egli annota solo il numero e materiale di essi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000064868
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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