Pietà. Deposizione di Cristo dalla croce
gruppo scultoreo
ca 1579 - ante 1600
Scalza Ippolito (attribuito)
1532/ 1617
Gruppo scultoreo raffigurante in primo piano il Cristo deposto dalla croce adagiato sulle ginocchia della Madonna la quale guarda il figlio e tiene il braccio di destra piegato e sollevato. A sinistra della Madonna, accovacciata a terra vi è Maria Maddalena che, con il capo reclinato a sinistra, si porta al volto la mano di destra del Cristo e con la mano destra tocca un piede del Signore. Dietro, in posizione stante vi è Giuseppe D'Arimatea che nella sinistra tiene in mano delle pinze ed i chiodi della croce di Cristo e con la destra tiene un'alta scala ed un martello, segni dell'avvenuta deposizione dalla croce. Giuseppe D'Arimatea ha lunga barba, turbante in testa e manto sulle spalle; guarda il Signore con espressione dolente
- OGGETTO gruppo scultoreo
-
MATERIA E TECNICA
MARMO BIANCO
-
ATTRIBUZIONI
Scalza Ippolito (attribuito): scultore
- LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria SS. ma Assunta
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Ippolito Scalza, scultore ed architetto, fu uno dei maggiori artisti orvietani; oscura rimane la sua formazione. A questo gruppo scultoreo pare lo Scalza lavorasse fin dal 1570; si dice che nel blocco sia mancato all'artista il marmo per realizzare anche la croce. Questo parere non è accettato dal Perali, il quale ritiene invece che egli non volesse rappresentare lo strumento della morte del Cristo per non turbare l'atmosfera dell'insieme. Questa "Pietà" fu posta nella Cappella Nuova, davanti alla cappellina della parete ovest, mentre lo Scalza l'avrebbe desiderata sull'altare maggiore. Ne nacque una polemica; egli accusava i Soprastanti che il gruppo scultoreo era tenuto "come uno straccio", e chiese (1588) fosse almeno ornato con uno zoccolo ed una cancellata per preservarlo da danni. Nel 1607 si decise di spostare la "Pietà" all'altare maggiore ma poi nulla fu fatto; nel 1617 la si dotò di cancelli a salvaguardarla. Lo Scalza, scultore e architetto orvietano, lavorò soprattutto nella sua città, dove fu capomastro del Duomo dal 1567 al 1617: per il Duomo scolpì alcune opere, come il S. Sebastiano (1617), la Deposizione della croce (1572) e gli Apostoli S. Andrea (iniziato daToti), il S. Giovanni ed il S. Tommaso. Come architetto progettò i palazzi Clementini e dei Mercedari e restaurò l'antico Palazzo del Comune. La scena della Pietà, o compianto sul Cristo moto, non ha riscontro nei Vangeli ma è citato in un repertorio bizantino e nella letteratura mistica del secc. XIII e XIV (come le "Meditationes" di Giovanni dè Cauli o le "Revelationes" di S. Brigida di Svezia. Fa la sua prima comparsa nell'arte bizantina nel XII sec. viene adottato in Occidente nel sec. successivo. Le figure presenti sono per lo più le stesse che compaiono nella Deposizione: la Vergine, S. Giovanni Evangelista e Maria Maddalena (spesso raffigurato in atto di abbracciare i piedi del Cristo, gesto che richiama l'episodio a casa di Simone il fariseo. Possono essere anche presenti Giuseppe d'Arimatea, Nicomedo (con un vaso di aromi) e le pie donne. Gli artisti del Rinascimento, seguendo la tradizione medievale, raffiguravano il corpo di Cristo disteso sulle ginocchia di Maria
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000060784
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1994
- ISCRIZIONI lato sinistro della statua - HIPPOLYTUS SCALZA URBEVETANUS MDLXXVIIII - capitale - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0