San Matteo

statua, 1560 - 1570

Figura intera lavorata a tutto tondo. Un perno metallico posto sul retro fissa la statua alla nicchia. Il Santo è posto di tre quarti verso sinistra. Ha capelli corti e ricci, stempiatura evidente, sguardo rivolto verso il basso, naso prominente, baffi folti, barba fluente. Indossa una veste con mantello che scende dalla spalla sinistra e forma un ampio panneggio sul davanti. Il braccio destro è piegato in avanti con il palmo della mano in vista; il braccio sinistro scende lungo il fianco, tenendo stretto allo stesso un libro chiuso. Con la mano sinistra il Santo regge una borsa chiusa, che termina con una nappa. Il peso del corpo è sulla gamba sinistra, la destra è leggermente piegata. La base della statua sporge dalla nicchia con l'angolo sinistro

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA travertino/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Scalza Ippolito (e Aiuti)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Toti Fabiano
    Sinibaldi Raffaello Detto Raffaello Da Montelupo
  • LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria Santissima Assunta già Santa Maria della Stella
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La realizzazione delle statue di Apostoli collocate nelle dodici nicchie al di sopra del rosone ebbe inizio nel 1860, sotto la direzione di Raffaello da Montelupo. Il lavoro fu terminato nel 1570, quando lo scultore fiorentino era già morto da tre anni. Lo stesso Raffaello da Montelupo scolpì tre statue di Apostoli nel 1560 (A.O.P.S.M., Rif., 1560-1571, Maggio 5, c. 17); altre tre furono scolpite su disegno del Montelupo e condotte a Orvieto dalla cava di Civitella nel 1564 (Ivi, 1564, Marzo, c. 139 v). Nel 1566 altre tre statue furono abbozzate dall'orvietano Ippolito Scalza (Carli, 1965, p. 71), successore del Montelupo nella carica di capomastro. Fabiano Toti, anch'egli nativo di Orvieto, lavorava un'altra statua di Apostolo nel 1567 (A.O.P.S.M., Rif., 1560-1571, aprile 21, c. 268 v). Secondo una parte della critica, a Ippolito Scalza e Fabiano Toti andrebbero attribuite le ultime statue sulla destra, presumibilmente realizzate nella fase conclusiva del progetto. Distinguere la mano di questi tre diversi scultori nelle dieci statue di Apostoli cinquecentesche giunte fino a noi (due statue, il S. Giacomo Maggiore e il S. Giovanni Evangelista, furono distrutte da un fulmine nel 1795 e rifatte nel 1796-1797 da Vincenzo Pacetti) risulta tuttavia molto difficile, anche perché le sculture furono con tutta probabilità eseguite da vari collaboratori su disegno dei tre artisti (vedi anche Carli, 1965, p. 71). L'Apostolo qui raffigurato è identificabile con Matteo, l'autore del primo dei Vangeli. Infatti egli, prima dell'incontro con Gesù, era esattore delle imposte e quindi la borsa dei denari è diventata suo attributo in ricordo di tale attività
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000059806
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI CORRELATI

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Scalza Ippolito (e Aiuti)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1560 - 1570

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'