Annunciazione
dipinto
ca 1450 - ca 1474
Lippi Filippo (attribuito)
1406 ca./ 1469
Personaggi: Vergine Maria; San Gabriele Arcangelo; Dio Padre. Figure: Angeli; cherubini. Attributi: (San Gabriele Arcangelo) giglio
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco/ pittura a tempera
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MISURE
Altezza: 550
Larghezza: 390
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ATTRIBUZIONI
Lippi Filippo (attribuito): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Spoleto (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione del catino absidale e dell'arcone verso il presbiterio fu realizzata da Filippo Lipppi tra il 1466 ed il 1469, ma poichè alla sua morte non era conclusa venne ultimata dal figlio Filippino e da Fra' Diamante, suoi collaboratori. Gli anni tra la metà del quattrocento ed i primi del cinquecento sono tra i meglio documentati nella storia artistica del Duomo di Spoleto; dai documenti pubblicati da Achille Sansi, Adamo Rossi, Luigi Fausti, Giuseppe Sordini e, di recente, ripresi in esame da Laura Andreani che ne ha curato la regestazione e, dove fosse necessario, la trascrizione (cfr. Appendice documentaria, 2002, pp.461-511), risulta una serie pressochè ininterrotta di lavori, tali da offrire un panorama ricco ed articolato della fabbrica del Duomo rinascimentale, in cui l'opera del Lippi rappresenta l'episodio più prestigioso (Benazzi G., 2002, p.277); il Fausti (1915,pp.1-13) sostiene, che il lasso di tempo intercorso tra la morte dell'artista, nell'ottobre del 1469, e l'ultimazione dei lavori, nel Natale dello stesso anno, dimostra che alla morte dell'artista gli affreschi dovevano in massima parte essere ultimati, per cui l'intervento degli aiuti dovette limitarsi alle parti marginali. In precedenza Cavalcaselle (1892, p.218) aveva sostenuto la presenza del Lippi al Duomo di Prato tra il 1467 ed il 1468, ipotizzando che tutti i disegni per il ciclo spoletino fossero stati eseguiti in Toscana e messi in opera, in gran parte, da Fra' Diamante. Guardabassi (1872, pp.291-292) attribuisce al maestro esclusivamente la Dormitio e l'Incoronazione della Vergine; il Venturi (1911, p.380) sottolinea l'intervento di Fra' Diamante negli affreschi dei registri inferiori. Bandini (1924, pp.80-84) attribuisce al Lippi soltanto gli affreschi del semicatino absidale e la Vergine Annunciata; a questi affreschi ritenuti autografi, Pompili (1957, pp.13-22), aggiunge la Dormitio Virginis. Toscano (1963, p.150; AA.VV., 1978, pp.344-345) assegna l'ideazione complessiva del ciclo al Lippi riconoscendone il diretto intervento nella metà sinistra dell'Incoronazione, nella Vergine Annunciata, nella Madonna, nelle donne sedute a terra e nel gruppo di astanti a destra della Dormitio, mentre la Natività sarebbe interamente opera dei collaboratori. Toscano, evidenzia, inoltre, l'attenzione data dal Lippi ai monumenti locali (Benazzi G. , 2002, p.262). Marchini, (1979, pp.104;168-169; 215) riduce le parti autografe a parte della volta, all'Annunciata e ai cartoni per la Dormitio. Per la Benazzi (2002, pp.261-277) ciò che è da sottolineare in questo capolavoro di Filippo Lippi e dei suoi collaboratori è proprio l'incontestabile unitarietà del lavoro spoletino dato sia dalla continua presenza del pittore sul cantiere del Duomo che la forte personalità artistica del maestro il quale seppe fondere insieme l'invenzione pittorica con quella architettonica; inoltre il delicato restauro eseguito tra il 1987 ed il 1990 dalla TECNI.RE.CO (Benazzi-Virilli, 1990, pp.11-13) ha cercato di restituire una lettura il più possibile vicina al testo lippesco, dando un consistente aiuto nello studio del ciclo pittorico, soprattutto, per quelle parti che furono realizzate dopo la morte del maestro. Si tratta della scena che raffigura la Natività, dove si nota una certa autonomia di stile che vede come protagonisti Fra' Diamante e Piermatteo d'Amelia; in questo breve intervento, i due studiosi, hanno evidenziato come le parti ritenuto spesso di monir qualità e quindi assegnate ad aiuti, debbano invece essere rivalatutate alla luce di una vicenda conservativa che ha determinato una diversa qualità pittorica tra gli affreschi del catino e quelli sottostanti. Questi ultimi, infatti, sono stati oggetto di ripuliture spesso troppo incaute e risultano in tal modo privi di tutte le necessarie rifiniture a secco ancora presenti nell'Incoronazione. Nel caso specifico sono completamente perduti l'azzurro del manto della Vergine, in origine rifinito anche da bordature dorate e attraversato da veli dorati, le rifiniture delle ali e del manto dell'Angelo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000042983-4
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1996
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0