nascita di Maria Vergine
dipinto,
ca 1648 - ca 1648
Gherardi Antonio (attribuito)
1644/ 1702
La composizione raffigura al centro Sant'Anna con la piccola Maria sulle ginocchia. Tutt'intorno sono visibili quattro donne, mentre a sinistra in primo piano è S. Gioacchino. In alto volano alcuni cherubini. Predominano le tonalità degli azzurri con punte di rosso negli abiti di due delle quattro donne. La cornice dorata, immediatamente vicino alla tela, è piccola. Intorno a questa è un'altra grande cornice a muro, in stucco dorato e decorata con motivi vegetali
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Gherardi Antonio (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Gubbio (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sin dai tempi di Lucarelli (1888, p. 553), l'opera si trovava nella parete del braccio sinistro della cappella del Sacramento, dove è ancora oggi collocata. Il dipinto è del pittore Antonio Gherardi, autore non molto studiato e peraltro quasi dimenticato, escluso un articolo piuttosto approfondito che gli dedica A. Mezzetti (1948, pp. 157-179). In questo si ripercorrono le tappe artistiche del nostro artista, definito dalla stessa Mezzetti "uno dei più singolari e simpatici pittori del tardo Seicento romano". Questo dipinto viene così da lei avvicinato al lunettone raffigurante la morte di San Francesco Solano, che si trova in Santa Maria in Aracoeli aRoma. Nel nostro troviamo ancora il motivo della finestra rettangolare, aperta al centro sull'azzurro, l'espressione festosa nel volto dei cherubini e lo schema compositivo semplice, in cui le figure sono disposte lungo l'asse maggiore del quadro. Importante è la funzione della luce che intaglia nell'ombra i profili femminili. Ricchissimi sono i colori, impreziositi da una sorta di cangiantismo. Ancora la Mezzetti ci fa notare una nuova fluidità e leggerezza nella pennellata. In questa opera è già visibile quella ricerca di armonia e di grazia che lo porterà all'Accademia e all'imitazione di Guido Reni. Questi ultimi elementi contribuiranno alla perdita di vigore e originalità nella sua pittura. V. Sgarbi (1989, pp. 135-137) ricorda come sia possibile riconoscere nel pittore l'influenza di artisti quali Paolo Veronese, Tiziano, Savoldo ed altri, soprattutto dell'ambiente veronese della prima metà del Seicento. Quando nel 1666 a Roma lavora accanto a Pietro da Cortona, egli si esprime come il più sensibile e aggiornato interprete del venezianismo nella pittura romana del Seicento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000042189
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1990
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0