Madonna con Bambino in trono e santi

dipinto, 1533 - 1533

Tavola centinata, la materia pittorica e l'imprimitura venne traportata su tela a causa di una profonda infestazione termitica subita dalla sostanza molle del legno

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 233,2 cm
    Larghezza: 154,9 cm
    Spessore: 8,7 cm
  • ATTRIBUZIONI Bernardino Di Mariotto Dello Stagno (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • INDIRIZZO Piazza Giordano Bruno, 10, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La pala si trovava originariamente nella chiesa, oggi distrutta, degli Olivetani dell'Isola Polvese del Trasimeno. La chiesa venne abbandonata nel secolo XVII dai monaci, che portarono il dipinto nella chiesa di Sant'Antonio Abate in Porta Sole di Perugia, nella cui sagrestia lo videro l'Orsini e il Siepi. Passò poi al monastero dei Camaldolesi di San Severo di Perugia, dov'era al momento della demaniazione del 1863, con la quale entrò in Pinacoteca. L'attribuzione a Bernardino trova d'accordo i critici. Santi (1985, p. 164 con bibliografia precedente) sottolinea come nell'opera, malgrado la data tarda, permangono ricordi di Signorelli, Pinturicchio e Crivelli. Interessanti gli influssi che alcuni critici vogliono vedervi della cultura figurativa del Nord d'Europa. Il Van Marle (1933, XIV, p.490), riconobbe nelle durezze dei panneggi influssi goticizzanti tedeschi, giunti attraverso le incisioni. Il Paolucci (1971, pp. 40-41) e la Caldari Giovannelli (1981, pp.124-125) riaffermano i "grafismi nordici", accentuati in quest'ultima fase della produzione dell'artista, dal Paolucci considerata qualitativamente peggiore, anche a causa della committenza povera e periferica, come confraternite laiche e monasteri femminili. Quest'ultimo riconobbe tuttavia alle opere un'alta qualità artigianale. Il Santi non si trova d'accordo con i due critici appena citati, non riscontrando così accentuati segni di declino nelle opere della Galleria Nazionale dell'Umbria. Tuttavia il carattere artigianale è nuovamente sottolineato nella disanima della produzione di Bernardino fatta da Alessandro Delpriori (2022, pp. 476-485) che ne delinea le fasi della carriera e la procedura operativa: riferimento a modelli alla moda (in questo caso Delpriori segnala la Pala Ansidei di Raffaello del 1506) per trattarla con gusto affatto personale con una forte propensione alla polimatericità attraverso l'uso di decorazioni e lamine. Il dipinto, indemaniato nel 1863, viene inizialmente depositato in Pinacoteca a nome di Anna Sperling la quale, nel 1888, lo ricede al Comune che ne diviene proprietario da questa data (Archivio Moretti Caselli, b. 11, fasc. 17, 1888, c. 2)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016240
  • NUMERO D'INVENTARIO 175
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
    2023
  • ISCRIZIONI sul bordo in basso - ANDREA DE NARDUCCIO ET DONATO DETTO BAROLA SUO FRATELLO MDXXXIII - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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