scena di martirio

dipinto, ca 1100 - ca 1160

Affresco staccato e trasportato su tela facente parte di una più ampia composizione

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Perugino
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Ottoniano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
  • INDIRIZZO Piazza Giordano Bruno, 10, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il dipinto proviene dalla distrutta chiesa di San Nicolò in Porta Eburnea, ricordata in una Bolla di Gregorio IX del 1228 come una dipendenza dell'abbazia di Farneta, nella Diocesi di Cortona. Nel 1576 fu concessa alla comunità genovese presente a Perugia che la dedicò al suo protettore, San Giorgio, e vi eresse la Compagnia dei Tessitori. La parrocchia fu soppressa dal Cardinale Cosimo de Torres nel 1628 (Marinelli 1960). E' probabile che l'affresco sia stato staccato da Mariani nel 1874 insieme ai dipinti di Fiorenzo di Lorenzo, poco prima che l'edificio fosse demolito per far posto al nuovo carcere di Perugia. La commissione artistica della Provincia dell'Umbria ne aveva sollecitato l'acquisto già nel 1864: "I componenti la Commissione Artistica, cui nel trascorso anno le SS.LL. ll me affidarono l'allestimento della Pinacoteca non poterono entro il confine del tempo loro assegnato completamente ordinarla, com'eglino avrebbero desiderato, come il decoro del paese avrebbe richiesto, e come si rende affatto indispensabile oggi che uno dei suoi membri è per dare alla luce la illustrazione [...] domandano che si acquistino dalla Compagnia di San Giorgio i freschi dipinti nel loro Oratorio, il quale sarà demolito per la costruzione del nuovo "carcere". La chiesa fu effettivamente abbattuta tra il 1878 e il 1879. Il disegno a grosse linee bruno-rosse su fondo giallo, il rozzo e violento espressionismo, la piega lenticolare del panneggio della figura a destra indicano ricordi ottoniani e origini oltremontane (Santi, 1969, p. 23). La scena, di cui rimangono tre frammentarie figure maschili, è di difficile identificazione, interpretata da Lupattelli come "avanzi di figure simboliche" (1885) e da Todini come "scena di martirio" (1989). Si tratta di un raro esempio della pittura murale perugina tra la fine del XII e XIII secolo, in gran parte perduta. Il frammento è ricondotto alla prima metà del secolo XII, con ricordi ottoniani o comunque nordici, da Santi (1969), e Todini (1989), anticipata a non oltre l'inizio del XII secolo da Fratini (1998). Il marcato espressionismo dei volti, dai tratti fisiognomici fortemente accentuati, e la vivacità della composizione hanno indotto Scarpellini (1987, 2008) a spingere avanti la datazione e a inserirlo nella produzione di una maestranza attiva nel corso dell'intero secolo. il "ductus" pittorico di questi artisti si basa su exempla di origine colta come i codici miniati, quali la Bibbia del secondo quarto del XII secolo, proveniente dal convento di San Pietro eseguita forse a Perugia (BAP), e sulla conoscenza della grande pittura romana. Esso è caratterizzato da un sermo rusticus, "ovverosia un linguaggio riassuntivo", essenzialmente grafico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016069
  • NUMERO D'INVENTARIO 9
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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