Cristo dell'Apocalisse; angeli; Vergine; san Giovanni Battista
altare portatile
Placca rettangolare. I margini superiore e inferiore sono segnati da un fregio a foglie d'acanto; lo spazio centrale è scandito da quattro colonne (mancano due ai bordi) con fusto intagliato a fogliame e capitello di ordine corinzio, sui quali poggiano cinque archetti formati da una fascia di foglie d'acanto, evidenziata da fori eseguiti con il trapano. I pennacchi sono occupati da uccelli dalle zampe lunghe. Sotto l'arco centrale, più largo degli altri, è scolpito il Cristo dell'Apocalisse. Negli scomparti ai lati di Cristo, due angeli in volo. In quelli alle estremità della placca: a sinistra, la Vergine e, a destra, un personaggio maschile identificato dal cartiglio come Giovanni Battista
- OGGETTO altare portatile
-
MATERIA E TECNICA
avorio/ intaglio, intarsio, incisione, trapanatura
- AMBITO CULTURALE Ambito Dell'italia Centrale Ambito Italia Meridionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Rilievo lavorato in profondità, in un intaglio a diedro, compensato da elementi, come le chiavi o gli uccelli, completamente staccati dal fondo. La placca rappresenta il primo capitolo dell'Apocalisse, in cui la visione di san Giovanni si coniuga con il tema della Deesis, nel quale la Vergine e san Giovanni Battista, posti ai lati della figura di Cristo, intercedono per la salvezza dell'umanità. Goldschmidt ha evidenziato la vicinanza dell’opera con gli avori bizantini per la il tema iconografico della Deesis, la schematizzazione grafica dei panneggi, le colonne interamente decorate e le linee di fori eseguiti con il trapano a sottolineare gli archi (1926). La placca è stata quindi accostata, per l'intaglio profondo dell'avorio e per le figure vigorose dai lineamenti marcati e con i capelli lunghi, al cofanetto con la Storia di David del Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma (Armenia, secoli X-XI o Costantinopoli, 900 circa). Tuttavia le proporzioni dei personaggi, molto più monumentali e rigidi, e l'importanza data all'apparato ornamentale ne fanno un’opera isolata. L'analisi paleografica dell'iscrizione latina mostra caratteri occidentali riconducibili alla metà dell'XI secolo o frequenti tra la metà dell'XI e quella del XII secolo. Questo dato, insieme alla sua marcata vicinanza con l'arte bizantina e la particolarità iconografica, hanno orientato la critica a ipotizzare per il frammento un'origine nell'Italia centrale o meridionale alla metà o nella seconda parte dell'XI secolo (Gaborit-Chopin in Ciseri 2018, p. 139). Se la ieraticità dei gesti è avvicinabile all'affresco con Cristo tra due angeli nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Roma (X secolo), la figura del Battista potrebbe preannunciare il profeta Ezechiele del portale della Cattedrale di Cremona (1120 ca). L'acconciatura del Cristo e degli angeli richiama quella degli angeli del paliotto eburneo di Salerno (Amalfi o Salerno, fine XI secolo). L'iscrizione, che allude a un altare, inoltre ha consentito di riconoscere nel frammento del Bargello un pannello proveniente dal lato lungo di un altare portatile
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901395353-0
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 42
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI sullo spessore superiore - OC ALTARE DEDICATVM EST ̇ IN ONORE DOMINI SALVATORIS ̇ ET VICTORIOSISSIME SAN(C)TE CRVCIS - iscrizione moderna - capitale - a inchiostro - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0