Il tabernacolo, in stile gotico, è chiuso sul retro e aperto sui tre lati da archi trilobati che poggiano su colonnine. I pilastri angolari sono sormontati da due angeli con cornucopie; al di sopra delle arcate si innalzano le cuspidi lavorate a traforo e decorate con volute, sormontate da statuette e intervallate con pinnacoli; alla base delle cuspidi si trovano buttafuori con funzione di scolo delle acque lavorati a figure di animali. La struttura è completata da tre pinnacoli piramidali con terminali a doppio giglio e 'fiori di ananasso'. Il tabernacolo poggia su un mensolone decorato sorretto da quattro reggimensola decorati con motivi vegetali e intervallati da formelle con motivi floreali. All’interno del tabernacolo si trovano le statue della Madonna col Bambino, poste su una pedana, due angeli, due santi non identificati e un devoto inginocchiato (da identificarsi quasi certamente con Giovanni Rossi, Operaio del Duomo nel periodo in cui Lupo di Francesco era direttore dei lavori)
- OGGETTO gruppo scultoreo
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MATERIA E TECNICA
marmo rosso di Campiglia/ scultura
pietra calcarea di San Giuliano/ scultura
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ATTRIBUZIONI
Lupo Di Francesco (notizie Sec. Xiv)
- LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
- INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Intorno al 1340 venne portato a compimento il portale est della facciata del Camposanto e a questi anni si fa risalire la costruzione del tabernacolo monumentale al di sopra del cornicione. Già nel 1847 il tabernacolo appare così rovinato che le parti che lo compongono rischiano di cadere. Si rende quindi necessario intervenire per restaurare le sette statue grandi (compreso il Bambino) in gran parte mutilate e per sostituire la maggior parte delle statuette e degli elementi che costituiscono il complesso decorativo. Ma solo nel 1854 gli interventi al Tabernacolo avranno inizio e si procederà alla ''Demolizione del Tabernacolo sopra la porta del Camposanto, onde resarcirlo'' come si apprende dai verbali di lavoro del capomaestro Giovanni Storni. I rendiconti di pagamento dello stesso anno dello scultore Francesco Storni, riportano le somme dettagliate per il restauro del gruppo delle 6 statue maggiori (compresa la Madonna col Bambino) ''tutte mutilate'', e per la sostituzione di 10 statue più piccole ed il restauro di 7. Le parti architettoniche e decorative rovinate furono sostituite con elementi nuovi ad opera degli scalpellini Jacopo Fortini, Stefano Fortini e Carlo Fantoni. Infine, fra le spese previste per l'anno 1856, una somma viene destinata ''per collocare a posto il gran Tabernacolo''. Alcune incisioni ottocentesche, in particolare quella di Paolo Lasinio del 1814-1825 (tav. CLVII), consentono di individuare le lacune, mentre le fotografie Brogi e Alinari di fine ottocento mostrano i successivi rifacimenti delle statue, resi evidenti anche dalla differenza di materiale utilizzato. L'incisione di Lasinio evidenzia, in particolare, la mancanza della mano destra della figura inginocchiata, della mano sinistra del Bambino e della destra dell'Angelo, parti che il Carli (1938) indicherà come rifatte assieme ad altre. Sempre in Lasinio, si vede che delle 5 statuette sopra le cuspidi, la prima è mutila all'altezza del petto, la seconda e la quinta sono decapitate e la terza e la quarta sono sparite. Inoltre, due dei quattro buttafuori del lato maggiore sono mutili (Calderoni Masetti). Sarebbero quindi originarie le statuette degli angeli con cornucopie agli spigoli, le parti inferiori dei diaconi con turibolo e navicella sui pinnacoli del lato principale, un angelo che regge un globo sul lato destro. Con molta probabilità, appartiene alla decorazione originale anche la statua di angelo (con oggetto in mano molto rovinato) oggi conservata al Museo di San Matteo (Novello). Il gruppo viene oggi unanimamente attribuito a Lupo di Francesco, architetto e scultore pisano attivo nella prima metà del 1300. Nel cantiere del Duomo lavorò con Giovanni Pisano e fu allievo di Tino di Camaino al quale successe nella carica di capomaestro dell'Opera nel 1315. Il confronto stilistico con opere certe da lui realizzate – la Tomba della Gherdesca, il pulpito della Chiesa di San Michele in Borgo, l'Arca di Santa Eulalia nel Duomo di Barcellona, l'ampliamento della Chiesa di Santa Caterina e della chiesa di Santa Maria della Spina - consentono l'attribuzione a Lupo anche del Tabernacolo sopra il nuovo portale orientale del Campo Santo
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769263-0
- NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769263_00
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0