Santo vescovo

miniatura,

Lettera S rosa su fondo oro con foglie acantiformi verdi, rosa e blu. Al centro della lettera su fondo blu è la figura. Fregio con campanule, foglie d'acanto e perle cigliate d'oro

  • OGGETTO miniatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'antifonario, scritto espressamente per la cattedrale pisana come risulta dalla dedicazione alla carta 224v., fa parte del nucleo di corali eseguiti per la Primaziale e conservati in cattedrale in un armadio, come riporta la Dalli Regoli (1986, p. 148), "situato presso il presbiterio". Nel 1912 risulta in deposito presso l'Archivio Capitolare, come riportato dal Papini (1912, p. 193) dove rimase probabilmente fino al 1986 anno in cui fu portato al Museo. Il Papini (1912) ascrive l'illustrazione del corale a scuola fiorentina della seconda metà del secolo XV, confutando una passata attribuzione che dava la paternità delle miniature a scuola senese. Con la stessa attribuzione a scuola fiorentina fu anche presentato alla Mostra d'Arte Sacra Antica del 1953 (Stefanini, p. 31). Nel più recente catalogo del museo la Dalli Regoli (1986, p. 154) rileva la forte dominante fiorentina presente nelle miniate confermando l'attribuzione ad un maestro fiorentino legato allo stile di Monte di Giovanni. Purtroppo il codice non è in buone condizioni di conservazione e le iniziali, soprattutto quelle figurate, non sono molto leggibili nella struttura di insieme. Dall'esame delle lettere miniate è possibile riconoscere più mani che hanno lavorato all'illustrazione del codice. Un'unica mano che ha eseguito le lettere figurate e forse anche i fregi ad esse legate, e due mani diverse che hanno eseguito le iniziali ornate. Alcune di queste risultano infatti molto più accurate nei dettagli dell'ornato vegetale. Questo, costituito per lo più da foglie acantiformi, fiori quadripetali, caliciformi e peoniformi eseguiti con brillanti toni di azzurro, rosa, verde, viene in molti casi arricchito da gemme, perle e perline d'oro cigliate che tradiscono un forte legame non solo con la tradizione della miniatura fiorentina della seconda metà del Quattrocento, ma anche con i modi di Gerolamo da Cremona autore delle celebri miniature del Graduale della Libreria Piccolomini a Siena (cod. 23.8). Anche la superba resa dei volti dei santi e delle Madonne che illustrano alcune iniziali del codice, dai lineamenti sottili, dagli incarnati diafani e dall'espressione malinconica, suggerisce di collocare le miniature ugualmente nell'ambito delle migliori botteghe fiorentine del tempo, quali appunto quelle che operavano intorno alla bottega dei fratelli Gherardo e Monte di Giovanni. Altri aspetti indicano anche una conoscenza approfondita da parte dell'anonimo miniatore, dei pittori fiorentini della seconda metà del Quattrocento vedi ad esempio il volto del santo al centro dei tre santi martiri raffigurati nella lettera L a carta 154v., i cui lineamenti dolci e esili lo legano strettamente ai volti dei personaggi dei dipinti di Botticelli e del Lippi, o la Santa Vergine ((lettera V, carta 120v) che reca al collo e sulla fronte dei gioielli che sembrano usciti dalle Madonne e sante delle pale del Ghirlandaio e di Piero di Cosimo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769235-11
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769235_11
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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