grottesche/ motivo decorativo floreale

formella,

Serie di tre formelle di forma rettangolare, di legno intagliato con motivi a grottesche e con racemi vegetali che s'identificano dal basso verso, in centro e in corrispondenza del bordo perimetrale. Nelle due formelle laterali si distingue una coppia di cornucopie affrontate sostenenti una figura bellica. Quella centrale, invece, è decorata con motivi vegetali e animali ed in centro vi è intagliato il simbolo del Santissimo Sacramento

  • OGGETTO formella
  • ATTRIBUZIONI Carota Antonio Di Marco Detto Maestro Antonio (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le tre formelle intagliate con motivi a grottesche e floreali provengono dal Duomo di Pisa, così come attestano le fonti archivistiche e bibliografiche rintracciate. Pubblicate da Supino alla fine del secolo scorso, nel 1893, si trovavano allora montate in un unico pannello assieme a due intagli di gusto gotico già fortemente frammentari ( oggi non rintracciabili ), del tutto analoghi agli intagli attualmente ospitati nelle panche che occupano gli spazi fra gli altari nelle navatelle del Duomo. Le tre formelle per la loro tipologia sembrano riferibili all'ultima fase dei lavori per quel complesso, fra il 1510 ed il 1513, quando risulta attivo per gli intagli del coro del Duomo il legnaiolo Antonio di Marco di Giano, detto il Carota, autore delle medesime. Pertanto, le tre formelle sembra che facessero parte della decorazione ad intarsio del grandioso progetto del coro e della tribuna del Duomo pisano. Importante è sottolineare che queste formelle sono superstiti, insieme alle altre tarsie e sculture lignee conservate allora in cattedrale, poichè nel 1595 vi fu un grande incendio che devastò l'interno del cosidetto Duomo, nella notte tra il 25 e il 25 ottobre del 1595. L'incendio causato da una fiamma lasciata inavvertitamente accesa nel corso di riparazioni occorenti alla copertura della navata centrale, distrusse sicuramente tutti i manufatti lignei che si trovavano nella navata stessa e arrecò grandissimi danni alla decorazione esistente nei due transetti. Le ricerche di vari studiosi hanno portato alla conseguenza che tra il 1400 ed il 1500 un'équipe di ingegniosi ed eccelenti intarsiatori ed intagliatori operarono nel Duomo pisano per la realizzazione del coro. Varie vicessitudini si annoverano nel corso dei secoli durante i lavori e il succedersi degli artigiani. Si registrano nomi importanti sia pisani che fiorentini che operano in loco, dai fratelli Pontelli, Baccio e Piero, a Guido di Filippo da Seravallino, da Giuliano di Maiano a Lorenzo di Michele Spagnolo e Domenico Mariotto. Per finire si rintraccia da un documento di poco posteriore al compimento dei lavori ( ASP, Opera 157, c.85 v ) che attesta che la responsabilità dell'opera era stata affidata al Seravallino, fatto che conferma, a nostro parere, il suo coinvolgimento come intarsiatore anche durante la prima parte del lavoro. Il coro, infine, completato doveva presentarsi come un insieme complesso ed eterogeneo. Dovevano far parte, infatti, sia gli intagli ancora tardogotici oggi sistemati nelle panche delle navatelle esterne riferibili a Diego da Toledo ( 1495 ), Giovanni di Bartolomeo d'Antonio di Vanni ( 1498-99 ), Lorenzo di Michele Spagnolo ( 1498-99 ) durante la prima fase, sia braccioli dell'attuale coro e alcuni frammnenti nel Museo, espressione di un nuovo gusto decorativo rinascimentale, riferibili al nostro artista il "Carota" ( 1513 )
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769098
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769098_a
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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