studi per la Tomba di Giulio II
disegno
ca 1516 - ca 1516
Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564)
1475/ 1564
Blocchi di marmo per la Tomba di Giulio II
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ penna
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ATTRIBUZIONI
Buonarroti Michelangelo (1475/ 1564): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Casa Buonarroti
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La sepoltura di papa Giulio II della Rovere (1503-1513) rappresenta una delle commissioni più tormentate nella biografia di Michelangelo che si prolunga per quasi quarant'anni, secondo due fasi principali, 1505-1506 e 1513-1542; la seconda, a sua volta, si articola in ulteriori e diversificate elaborazioni segnate da nuovi contratti, liti con gli eredi, ripensamenti. Della complessità della vicenda ideativa e realizzativa della monumentale tomba - concepita per il nuovo San Pietro di Donato Bramante (1444-1514) e poi realizzata nella chiesa romana di San Pietro in Vincoli - danno conto numerose fonti scritte e significativi elaborati grafici, a costituire un rilevante corpus documentario, analizzato da una stratificata storiografia con recenti aggiornamenti. Fra i disegni, hanno un valore documentativo particolare, ai fini della conoscenza del modus operandi dell'artista, quelli che Michelangelo ha eseguito per la lavorazione dei blocchi di marmo, cavati a Carrara. Nella collezione di Casa Buonarroti si conserva una serie di elaborati di questo tipo che, insieme a quelli di analogo soggetto del British Museum, costituisce una testimonianza particolarmente preziosa per comprendere la processualità del progetto, illustrando con efficacia il dialogo costante fra materia e ideazione, fra elaborazione concettuale e modalità esecutive, sia della scultura sia dell'architettura. Nel gruppo di disegni di questo soggetto, sembra di poter distinguere due tipologie principali: elaborati relativi a blocchi grossolanamente sbozzati che indicano quali pezzi siano stati consegnati (che potremmo definire di consegna o di carico), e distinte di taglio, ovvero grafici di progetto contenenti misure e indicazioni scritte, destinati alla prefinitura dei pezzi, a cui manca solo la lavorazione di estremo dettaglio, realizzabile in cantiere. Il foglio, per confronto con alcuni analoghi elaborati conservati al British Museum e alla Casa Buonarroti (contenenti elementi per la datazione, diretti e indiretti), è stato datato intorno al 1516 e si colloca quindi nella seconda fase della realizzazione dell'opera, che vede un nuovo contratto con gli eredi di Della Rovere (1513) e, a breve, un'ulteriore definizione della commissione (1516). In entrambi i progetti che seguono la morte del papa, il monumento funebre non è più un oggetto isolato, ma si presenta come un'articolata struttura architettonica, volumetricamente rilevata, libera su tre lati che accoglie sculture di varia dimensione e foggia. Nel progetto del 1513 si contano ben quaranta statue, storie in marmo e in bronzo, e dodici termini nei pilastri: questa versione della sepoltura si configura dunque come un'opera più ricca dal punto di vista dell'apparato scultoreo di quella originariamente concepita, con un conseguente maggior impiego di marmo. Tale elaborazione del progetto viene superata dalla redazione del 1516, che porta al dimezzamento delle sculture e, in generale, a una semplificazione dell'opera da parte di Michelangelo, sempre più assorbito dal cantiere della facciata di San Lorenzo (1516-1519). Il recto del foglio contiene il tracciamento in pianta di un blocco dalla forma tronco-piramidale di cui sono indicate le misure degli aggetti, con altre istruzioni per gli scalpellini. A fianco è rappresentato, di scorcio, il lato lungo de blocco stesso, dove si legge anche un'indicazione relativa alla quantità di componenti dello stesso tipo da replicare: "6 pezzi". I due schemi sono uniti da un veloce tratto in diagonale, a suggerire che si tratta di vedute diverse dello stesso elemento. Nel grafico del blocco in pianta si osserva la lettera "F" che ricompare nella vista pseudo-prospettica del medesimo pezzo, tracciata a fianco. Analoghe lettere presenti nei disegni dei blocchi di marmo per la facciata di San Lorenzo consegnati dai maestri cavatori (distinte di consegna) sono state interpretate come indicazioni del fornitore del materiale, ma in questo caso non si può escludere anche un'altra funzione, ovvero la possibilità che si tratti di un rimando a un elaborato complessivo (un abaco delle componenti) dove potevano essere individuati i corrispondenti elementi architettonici della struttura. Sul verso del foglio si trova un disegno dello stesso tipo relativo a un blocco di marmo, oltre a conteggi realizzati col metodo delle "asticciole", probabilmente legati alla quantificazione delle giornate di lavoro delle maestranze
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900747325
- NUMERO D'INVENTARIO Inventario degli oggetti d'arte 68 A
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- ISCRIZIONI in alto a destra - 68 - corsivo - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0