volant - manifattura di Alençon (terzo quarto sec. XIX)
Lavoro ad ago su fondo a rete ritorta(tortillè), con aree a rete semplice o decorate da armellette quadrangolari, reti a motivo geometrico nate dall'intreccio diversificato dei fili, cerchietti a punto occhiello con parte centrale circolare e festonata usate per le corolle dei fiori, motivi a punto tela, cordonetto di rifinitura a punto occhiello.La grande balza presenta un motivo a nastro ondulato intrecciato ad un altro dal quale si dipartono derivazioni, lungo l'orlo inferiore dal quale si innalzano, ad andamento verticale tralci ondulati che occupano tutta la superficie. Due moduli utilizzati per tutta la lunghezza: uno costituito da cinque foglie, fortemente chiaroscurate da cui si innalzano due rami intrecciati; questo modulo, ad asse centrale, è incorniciato lateralmente da due tralci speculari che nascono dal nastro di base, intrecciandosi variamente con rami, foglie e spighe. L'altro modulo, alternato regolarmente a quest'ultimo, è il motivo,ad asse centrale, di un tralcio sottile con piccoli fiori che sviluppano a destra e a sinistra, incorniciato da nastri che si innalzano ondulati da quello disposto lungo l'orlo. Tutto il resto della rete è decorato da corolle, rametti, foglioline semplici o abbinate, disseminate sul fondo,lasciato libero dal ricco disegno
- OGGETTO volant
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MATERIA E TECNICA
filo di lino/ merletto ad ago
- AMBITO CULTURALE Manifattura Di Alençon
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Davanzati
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Davanzati
- INDIRIZZO Via Porta Rossa, 13, 15, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bell'esemplare presenta un disegno fortemente influenzato dal gusto per la Chinoiserie settecentesca, coniugata con disegni di gusto naturalistico. La ripresa di gusto revivalistico è ispirata a motivi diffusi nella produzione tessile documentata fin dagli anni 40 del XVIII secolo, come si può vedere dall'abito dell'Imperatrice d'Austria databile intorno al 1745 (S. Levey, Lace. A History, Leeds 1983, fig.329). L'esemplare inoltre documenta la grande ripresa delle lavorazioni di Alençon della metà del XIX secolo. Prima di allora le lavorazioni avevano avuto un'alterna fortuna : infatti nel primo decennio del secolo le lavorazioni erano ridotte ad un numero esiguo, nonostante gli sforzi di alcuni manifatturieri come il barone M. Jacques Mercier impegnato a tener viva la produzione e farla conoscere alla esposizione parigina del 1806. E' solo grazie a Napoleone che la manifattura ottenne qualche ordinazione importante, come il copriletto e le cortine del letto decorate con i simboli dell'Impero, per le nozze con Maria Luisa d'Austria con l'imperatore. Lentamente le lavorazioni ripresero, utilizzando l' impostazione dello stile Impero riproponibile in tante altre tecniche : i piccoli motivi stilizzati si dispongono regolarmente sulla rete esagonale semplice non ripassata a punto occhiello, uno dei due fondi che avevano caratterizzato i consistenti manufatti settecenteschi di Alençon- Argentan Gli anni tra la fine dell'Impero e il 1830 la produzione nonostante la riapertura di alcune manifatture è modesta e si assiste a vari tentativi di tenere impegnate le merlettaie anche con ricami in mussola. Ma nel 1830 l'industriale Charles Cléramboult, uno di coloro che affidava alle suore del Convento de La Providence a ricami su bianco, cominciò a ordinare merletti di Alençon e con la volontà di facilitare la ripresa si fecero sforzi anche per abbassarne l'illustre qualità e renderla economicamente più accessibile: nel 1830 alcune manifatture introducono il filato di cotone al posto di quello di lino, anche se ci si accorse presto che il nuovo materiale cambiava la tradizionale solidità del merletto e poteva dunque essere usato solo parzialmente per la realizzazione del fondo. In questa direzione andò anche il tentativo del barone Mercier di sperimentare la lavorazione dei tradizionali motivi su un fondo meccanico, un'idea che aveva brevettato nel 1839 e che ottenne un successo relativo tanto che cessò nel 1846 (P.Wardle Victorian Lace, London p.48). Seppur tra difficoltà gli esemplari di Alençon partecipavano con una certa regolarità alle Esposizioni e in quella organizzate nel Dipartimento dell'Orne nel 1840 furono notate dalla ditta parigina Videcoq & Simon, che utilizzando merlettaie in grado di rifare la tecnica in modo impeccabile, fecero eseguire nuovi disegni che ben ne valorizzavano il carattere della tipologia. Il vero successo dell'Alençon fu decretato tuttavia dal II Impero, intorno al 1850, quando a gestire le lavorazioni è Jules Beaumè che riesce ad arricchire il repertorio floreale grazie agli effetti di chiaroscuro, in questo esemplare molto usati, ottenuti con l'abile alternarsi di punti dati in modo più o meno serrato. I grandi bouquets, il naturalismo e la varietà dei fiori organizzati in ghirlande, ora di moda, risaltano in modo perfetto grazie a questo accorgimento. Attraggono l'attenzione di due importanti ditte parigine quella di M. Auguste Lefebure, fabbricante di merletti a fuselli a Bayeux e quella della Compagnia delle Indie, che dopo il 1865 è conosciuta come Verdé-Delisle &Cie : il primo installa una lavorazione ad ago di Alençon, sotto la direzione di Madmoselle Bénard (Lefebure, p.244) e poi nel 1874 amplia la manifattura collocandola nel Convento di Saint Jacques e prende a rifare anche gli antichi Argentan. Entrambe utilizzano disegnatori che lavoravano solo per loro e in grado di fornire invenzioni originali nettamente distinti dalla produzione gestita da case più piccole. La perizia tecnica è grande, malgrado la diffusa modalità di fare punti meno serrati e importanti le commissioni dall'aristocrazia internazionale. Il successo fu così vasto da determinare l'apertura delle lavorazioni anche in altri centri francesi, quali Caen e Bayeux, Damigny Lonrai (Wardle,1968 p.52).Dopo il 1860 l' Alençon si lavora anche in Belgio (P. Wardle, 1968, p. 59): la produzione è vasta anche se è più economica e meno sofisticata nel disegno,i fondi sono uniformi, tanto che talvolta possono sembrare eseguiti a macchina per la loro rigidità Nonostante il collasso del II Impero e la relativa crisi economica che interessò anche la manifattura di Alençon le lavorazioni in Francia e Belgio risultano ancora attive nel 1887 (Wardle,1968,p. 60) anche grazie alla produzione molto estesa per bordi di rifinitura di 5-10cm, con i quali, ad esempio la Ditta Lefebure quando non c'erano speciali ordini, teneva occupate le lavoranti
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900745990
- NUMERO D'INVENTARIO Tessuti antichi 1372
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo di Palazzo Davanzati
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0