Natale di Cristo. natività di Gesù

icona, post 1725 - ante 1749

Tavola intera, con due listelli inseriti nei margini superiore e inferiore. Non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La complessa composizione dell'icona, ricca di figure, si sviluppa su più registri. In alto, al centro, appare la raffigurazione della grotta di Betlemme con la Madonna seduta sul giaciglio e tre angeli che si chinano sulla mangiatoia di Cristo Bambino. Nella medesima grotta, a destra della Madre di Dio, è raffigurata la levatrice seduta, con il Bambino sulle ginocchia, e davanti alla mangiatoia l'asino e il bue. Più in basso sono rappresentati Giuseppe a colloquio con un pastore, e altri due pastori, che volgono le spalle alla grotta. Con grande ricchezza di particolari è raffigurata la storia dei Magi, che occupa tutta la parte superiore della composizione. Nell'angolo in alto a sinistra sono rappresentati i Magi che seguono l'angelo con la stella di Betlemme (in conformità al testo evangelico, la stella è raffigurata sopra la grotta, Matteo 2: 9). Più in basso è raffigurata l'Adorazione dei Magi, e a destra il loro ritorno in patria "per un'altra strada", dopo aver ricevuto in sogno la rivelazione che non dovevano tornare da Erode (Matteo 2:12). Nella parte inferiore della composizione sono rappresentati il colloquio di Erode con gli scribi e i farisei all'interno del palazzo (Matteo 2: 3-6); ), la strage degli innocenti (Matteo 2:16-18); l'uccisione di Zaccaria, padre di Giovanni, "tra l'altare e il santuario" (Matteo 23: 35). Situata a sinistra, sopra la scena della strage degli innocenti e ad essa collegata, è la raffigurazione simbolica di Rachele, che "piange i suoi figli", illustrazione della profezia di Geremia (Ger 31,15; Matteo 2:17-18). Nello stesso registro, sopra la scena dell'uccisione, è rappresentata la fuga nel deserto di Elisabetta, madre di Giovanni Battista, descritta nel Protoevangelo di Giacomo. Appare qui anche un altro soggetto, più raro: la salvezza del bambino Natanaele (futuro apostolo Bartolomeo), lasciato sotto un fico (le tradizioni apocrife circa la prodigiosa salvezza dell'apostolo Bartolomeo al tempo della strage degli innocenti risalgono alle parole pronunciate nel Vangelo dal Salvatore: "Ti ho visto quando eri sotto il fico", Giovanni 1: 48). La storia della salvezza di Cristo stesso è raffigurata attraverso due soggetti evangelici, l'"Apparizione dell'angelo a Giuseppe" e la "Fuga in Egitto". Nell'arte bizantina e russa antica esistevano molteplici varianti iconografiche del Natale di Cristo, che si differenziavano per scelta dei singoli episodi e loro disposizione all'interno della composizione generale. La variante più diffusa, oltre alla Madre di Dio e a Cristo Bambino nella mangiatoia, alla grotta e alla stella di Betlemme, comprendeva le raffigurazioni degli angeli, dei pastori giubilanti, delle levatrici che facevano il bagno al Bambino, di Giuseppe e dei Magi, in viaggio oppure prostrati ad adorare Cristo. A partire dall'XI-XII secolo, nella pittura monumentale e nelle icone appaiono composizioni di carattere più esteso, narrativo, in cui la raffigurazione della nascita di Cristo si accompagna ad altri soggetti evangelici (la storia dei Magi, la strage degli innocenti, la fuga della Sacra Famiglia in Egitto), ma anche a particolari desunti dagli apocrifi (la più antica icona di questo genere è datata alla fine del XII secolo e appartiene alla collezione del monastero di Santa Caterina sul Sinai). Nella pubblicazione di L. Marcucci il "Natale di Cristo" viene riferito alla scuola Stroganov, datato al XVII secolo e attribuito alla mano dell'artista che dipinse la "Dormizione della Madre di Dio". Per le tecniche artistiche impiegate l'icona è abbastanza affine al gruppo principale di icone della collezione dell'Accademia fiorentina e rappresenta un tipico esempio di produzione del laboratorio in cui venne dipinta la maggior parte di esse. Il disegno è semplificato e il modellato dei volti è corposo, con intense schiariture di ocra eseguite "a pozzetta", che creano un forte contrasto con l'incarnato base olivastro che segna le zone d'ombra. Con lo stesso procedimento sono disegnati i lineamenti dei volti, rimarcati a tratti da un disegno scuro e da vividi tocchi bianchi. Questa tecnica si riscontra soprattutto nelle composizioni più complesse e ricche di figure, che presentano un gran numero di minuscole raffigurazioni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742666
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9301
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • ISCRIZIONI sopra la raffigurazione dei pastori presso la grotta - I PASTORI COLTI DA STUPORE DAVANTI ALLA NATIVITA' - caratteri cirillici - a pennello - russo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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