San Nicola Taumaturgo, con scene della sua vita. San Nicola di Bari/ episodi della vita di San Nicola di Bari

icona, post 1725 - ante 1749

Tavola intera, con due listelli inseriti nei margini superiore e inferiore, e doppio incavo. Non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il culto di san Nicola il Taumaturgo venne ereditato nella Rus' da Bisanzio subito dopo la conversione al cristianesimo. Secondo la tradizione della Chiesa, che si rifà alle diverse edizioni della "Vita", il santo visse tra la seconda metà del III e la prima metà del IV secolo. Come arcivescovo di Myra, partecipò al Concilio di Nicea nel 325, e fu sepolto nella città natale. Secondo la maggioranza degli studiosi, nel corso dei secoli successivi il culto del santo ebbe un carattere esclusivamente locale. Più tardi, nell'VIII-IX sec., la tradizione letteraria riunì insieme almeno due personaggi con lo stesso nome. La storia della vita dell'arcivescovo di Myra venne integrata dalla narrazione dei numerosi miracoli compiuti da Nicola di Pinara, fondatore e archimandrita del monastero di Sion nei pressi di Myra, vissuto nel VI secolo. Nel IX-X secolo il culto di san Nicola ebbe grande diffusione a Costantinopoli, dove cominciò a venir recepito come uno dei grandi Padri della Chiesa. Secondo la tradizione bizantina, nei testi liturgici veniva celebrato in primo luogo come Grande Vescovo e "santo predicatore di Cristo", insignito di una dignità pari a quella degli apostoli. Il santo veniva venerato come potente taumaturgo, celere soccorritore e intercessore per i fedeli. Una delle peculiarità iconografiche dell'opera è l'insolita forma rotonda della raffigurazione centrale, forse risalente all'icona miracolosa del santo (dipinta su un tondo) che secondo la tradizione giunse da Kiev a Novgorod nel 1113 e risanò da una grave infermità il principe Mstislav Vladimirovic, figlio del celebre Vladimir Monomach. Un'altra peculiarità è il Vangelo aperto la cui scritta riporta un brano del Vangelo di Luca. Secondo il rituale ecclesiastico, proprio con questo testo iniziano le letture evangeliche della liturgia propria dei santi vescovi, e in particolare della liturgia della festa di san Nicola, il 6 dicembre. Le prime scene sono dedicate alla nascita di san Nicola e al suo battesimo, alla prodigiosa guarigione ad opera del giovinetto di una donna con la mano inaridita e infine alla sua introduzione agli studi. Seguono poi le scene della sua consacrazione diaconale e sacerdotale. Sui lati si dispongono le storie dei miracoli di san Nicola: inizialmente appare il ciclo agiografico più tradizionale, composto da quattro episodi; quindi è raffigurato uno dei 'miracoli russi' di Nicola, celebrati nell'antica Rus': il miracolo del fanciullo kieviano. La composizione successiva è dedicata al miracolo delle tre fanciulle, che san Nicola salvò dal disonore, gettando di soppiatto nella casa del loro padre il denaro necessario per la dote. Questo miracolo, che testimonia l'aiuto offerto dal santo ai non abbienti, nell'arte russa non compare prima del XVI-XVII secolo. Anche il tema della composizione seguente, dedicato alla storia della confutazione del patriarca bizantino Atanasio, era raro nell'iconografia russa fino alla seconda metà del XVI secolo. La scena successiva raffigura uno dei miracoli postumi del santo più popolari nell'arte russa fin dai tempi antichi: la restituzione ai genitori del giovinetto Basilio, catturato dai saraceni. Un elemento iconografico abbastanza raro nel ciclo è la raffigurazione della sepoltura del santo dopo la traslazione delle reliquie, mentre tradizionalmente le due scene, che concludevano il ciclo agiografico, erano presentate in ordine cronologico. Tale modifica potrebbe essere dovuta alla presenza di un modello di riferimento: a partire dal XV-XVI secolo si conoscono casi di inversioni di questo genere soprattutto nelle opere provenienti da Novgorod. Nel complesso, il ciclo agiografico dell'icona è armonico e coerente: san Nicola è presentato come potente taumaturgo e misericordioso intercessore. Marcucci, sulle orme di Bettini, riferiva l'icona alla scuola Stroganov e la datava al XVII secolo. Le caratteristiche testimoniano che, come la maggior parte delle icone della Galleria dell'Accademia, venne eseguita intorno al 1730-1740 da un artista provinciale, che lavorava secondo la tradizione dei pittori del Palazzo dell'Armeria. La pittura del pannello centrale è più accurata rispetto a quella delle scene laterali e non trova strette analogie con le altre opere della collezione. La composizione, inscritta in un cerchio, è equilibrata. La maniera pittorica delle scene laterali, come pure delle raffigurazioni di Cristo e della Madonna nel pannello centrale, è diversa e mostra una rilevante somiglianza con molte altre opere della collezione. L'icona venne eseguita da un solo artista: la divergenza tra la maniera pittorica impiegata nel pannello centrale e quella del ciclo agiografico era un fatto tradizionale nell'arte russa antica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742661
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9323
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • ISCRIZIONI sulle pagine del libro che regge san Nicola - IN QUEL TEMPO GESU' SI FERMO' IN UN LUOGO PIANEGGIANTE C'ERA GRAN FOLLA...DA TUTTA LA GIUDEA - caratteri cirillici - a pennello - russo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1725 - ante 1749

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE