Protezione della Madre di Dio. Madonna in gloria tra Arcangeli, Profeti e Santi
icona,
post 1725 - ante 1749
Tavola unica, con due listelli inseriti nei due margini superiore e inferiore, incavo. Non si osserva presenza di tela. Levkas
- OGGETTO icona
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MISURE
Altezza: 30.2 cm
Larghezza: 25.1 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soggetto si basa sul testo della Vita di Andrea Salos, vissuto nel X secolo. Durante l'assedio dei saraceni, Andrea, che pregava insieme al discepolo Epifanio nel tempio delle Blacherne, vide la Madonna che incedeva attraverso le Porte regali insieme a un corteo di santi. Inginocchiatasi, la Madonna si rivolse in preghiera al Signore e poi stese il suo velo sopra gli astanti, promettendo in tal modo agli abitanti di Costantinopoli difesa e protezione. Raffigurazioni della Protezione esistevano già tra il XII e il XIII secolo, come testimonia la composizione sui portali ovest della cattedrale della Natività della Madre di Dio a Suzdal'. La variante iconografica in esame si forma nei suoi tratti essenziali nella seconda metà del XVII secolo, come testimoniano un'icona del 1650-1660 circa, proveniente dalla chiesa del Profeta Elia a Jaroslavl', e la sua replica del 1690 circa, collocata nella cappella della Protezione della medesima chiesa. Queste opere, che risalgono alla variante caratteristica della Rus' centrale in cui la Madre di Dio regge il velo con le sue mani, presentano una composizione asimmetrica simile: nell'angolo destro in basso è raffigurata l'apparizione della Madre di Dio a Romano, mentre nell'angolo sinistro in alto nei cieli è visibile Cristo seduto; la chiesa a cinque cupole ha proporzioni slanciate ed è raffigurata in spaccato. Nel contempo, l'icona in esame si differenzia in alcuni elementi dalle icone della chiesa del Profeta Elia: l'imperatrice non è raffigurata accanto all'imperatore ma più in alto, sotto un baldacchino ad arco. Questa particolarità trova un'analogia in un'altra opera di Jaroslavl', un affresco dell'inizio del XVIII secolo sui cori della chiesa di San Giovanni Battista a Tolckovo. Dal XVIII secolo questa variante iconografica, che originariamente doveva essere popolare a Jaroslavl' e veniva impiegata per le composizioni di immagini patronali di grandi dimensioni, si diffonde in altre regioni e si incontra in opere di piccolo formato, simili all'icona fiorentina. La stessa variante iconografica (senza il miracolo di Romano e una serie di altri particolari) si ripete nelle scene laterali di alcune icone della collezione fiorentina, l'Apparizione della Madre di Dio e di San Nicola al sacrestano Juryš, con feste, il Menologio di settembre-febbraio, e la Resurrezione e discesa agli inferi, con feste. Dato che l'iconografo dell'icona in esame lavorava in uno stile veloce, corsivo, tralasciò alcuni importanti particolari della composizione. Ad esempio, la Madre di Dio è raffigurata senza il velo; nella parte inferiore dell'icona manca la raffigurazione del popolo in preghiera (oltre alla coppia reale, al patriarca e a Romano il Melode). Un'altra particolarità insolita sono le iscrizioni, che denominano i sovrani come Costantino ed Elena, sebbene nella Vita di Andrea Salos si menzioni l'imperatore Leone, che gli studiosi identificano con Leone VI il Saggio, e nelle raffigurazioni più antiche della Protezione con oranti, i sovrani siano assimilati più a personaggi simbolici che a figure storiche concrete. Bettini annoverava l'icona tra le opere tardive della scuola Stroganov e la datava al XVII secolo. Tale attribuzione venne confermata da Marcucci, che ascriveva l'opera all'autore del "Natale di Cristo". L'icona è stata pubblicata da Marcucci con un titolo inesatto (La Madonna in gloria tra arcangeli, profeti e santi), e così pure erroneamente sono interpretate le scene nella parte inferiore dell'icona (la raffigurazione del patriarca Tarasio e di Romano il Melode, come l'apparizione dell'angelo al sacerdote Zaccaria; la raffigurazione di Andrea ed Epifanio, come Zaccaria nel deserto; l'apparizione della Madonna a Romano, come la visita della Madonna a santa Elisabetta). L'icona appartiene al gruppo principale di opere della collezione fiorentina. La maniera pittorica e la particolare calligrafia corsiva delle scritte consentono di porre l'opera in connessione con due icone del Natale, oltre che, forse, con l'icona della Dormizione. Nel contempo, le affinità stilistiche e di grafia nei testi non sono un argomento irrefutabile per inserire l'icona della "Protezione" proprio in questo gruppo, perché gli artisti potevano cambiare calligrafia nelle scritte anche all'interno della medesima opera e modificare lo stile a seconda dei soggetti. Tutto questo non ci consente di escludere che le icone elencate appartengano a iconografi strettamente collegati fra loro, che eseguirono gran parte delle opere del gruppo centrale
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742653
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9363
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
- ISCRIZIONI all'interno delle arcate dove son raffigurati Elena e Costantino - IMPERATRICE ELENA; IMPERATORE COSTANTINO - caratteri cirillici - a pennello - russo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0