Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti'. Madonna della Misericordia
icona,
post 1725 - ante 1749
Tavola unica, con due listelli inseriti nei due margini superiore e inferiore. L'incavo è poco profondo, con uno spigolo inclinato, non si osserva presenza di tela. Levkas
- OGGETTO icona
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MISURE
Altezza: 24.8 cm
Larghezza: 21.1 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La Madre di Dio con il Bambino sul braccio destro è raffigurata frontalmente, in piedi su una nube. È rivestita di una veste dalmatica e di un manto rosso vivo con motivi decorativi floreali in oro; ha sul capo un velo bianco e una corona regale, mentre nella mano destra, abbassata, regge uno scettro regale. Cristo Bambino, benedicente, rivestito di una tunica color ocra chiara, è raffigurato anch'Egli con la corona; nella sinistra regge il globo. Ai lati della Madre di Dio si dispongono sei gruppi di sofferenti: umiliati, afflitti, nudi, affamati, viandanti e infermi. Davanti a ciascun gruppo è raffigurato un angelo, che indica la Madre di Dio oppure si volge ai sofferenti con gesti di conforto. Le icone della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' sono note nell'arte russa dall'ultimo decennio del XVII secolo in alcune varianti. Tratto comune è la raffigurazione dei bisognosi, suddivisi di solito in alcuni gruppi, che rivolgono la loro invocazione alla Madre di Dio che interviene come loro avvocata e protettrice. La rappresentazione dei bisognosi è accompagnata di solito da figure di angeli che distribuiscono benefici a nome della Madre di Dio, e anche da iscrizioni abbastanza estese, nelle quali si ricordano le sventure e l'aiuto portato dalla Madre. Queste composizioni si basavano, evidentemente, sui testi di alcune preghiere mariane. L'apparire di tale iconografia potrebbe collegarsi inoltre all'ampia diffusione di raccolte letterarie in cui venivano descritti innumerevoli esempi di intercessione e interventi miracolosi della Madre di Dio. Infine, sulla formazione di questa tipologia iconografica esercitarono un notevole influsso le raffigurazioni della Vergine venerate nell'Occidente cattolico. Le raffigurazioni della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' si diffusero soprattutto in seguito all'istituzione del culto dell'icona custodita nella chiesa della Trasfigurazione in via Ordynka a Mosca, attraverso cui la sorella del patriarca Ioakim, Evfimija Petrova Papina, aveva ottenuto la guarigione nel 1688. Come l'icona del 1733, l'opera in esame riproduce la variante "moscovita" dell'iconografia, sebbene in una forma ancor più semplificata; ad esempio, in particolare mancano qui le estese scritte sui rotoli nastriformi ai lati della Madre di Dio e nel medaglione ai suoi piedi, e la mandorla di cui generalmente è circonfusa la sua figura. Non si può escludere che entrambe le icone, dipinte nella medesima bottega, fossero libere repliche di un comune modello, che risaliva a sua volta alla celebre effigie sacra miracolosa di Mosca. Marcucci nella sua pubblicazione ha datato l'icona al XVII secolo con attribuzione alla scuola Stroganov, segnalando che l'autore "imita" i procedimenti della pittura di icone moscovita. Quest'ultima indicazione sembra attendibile, in quanto, nonostante la notevole somiglianza con altre opere della stessa bottega, nella quale è stato eseguito il maggior numero di icone della collezione dell'Accademia fiorentina, qui sono espressi in maniera più precisa particolarità legate alle caratteristiche della cosiddetta scuola del Palazzo dell'Armeria fra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo. Questo si riferisce principalmente alla composizione complessa, costruita in maniera relativamente libera, e ai piani nettamente scanditi, dove il trono monumentale della Madre di Dio è compositivamente distinto e trattato in modo complessivo, accrescendo la sensazione di profondità spaziale. Anche le posizioni complesse e gli scorci nei quali sono rappresentati alcuni personaggi (soprattutto nella parte bassa dell'icona) contribuiscono a dare il senso di libertà e vivacità, come anche il minuzioso e ricco disegno dei drappeggi (si vedano in tal senso i lembi delle vesti degli angeli). Alla tradizione della pittura moscovita della fine del XVII-inizio XVIII secolo sono collegate anche le proporzioni caratteristiche di alcune figure: spalle larghe con il torso che si allarga verso il basso, e il complesso ornamento vegetale del trono, eseguito con un disegno nero sulla base dorata. Un'analisi dei procedimenti di esecuzione dei volti è resa difficoltosa dallo stato di conservazione della pittura, benché si noti la provenienza dalla stessa bottega della maggior parte delle opere della raccolta dell'Accademia. Non si può escludere che questa icona sia stata dipinta un po' prima delle altre, comunque entro la prima metà del XVIII secolo. D'altro canto le sue caratteristiche potrebbero essere state dettate dalle condizioni della commissione che presupponeva una copia esatta di un modello più antico
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742651
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9324
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
- ISCRIZIONI sopra al gruppo degli oppressi - PATRONA DEGLI OPPRESSI - caratteri cirillici - a pennello - russo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0