Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti'. Madonna con Bambino ed opere di misericordia

icona, ca 1733 - ca 1733

Tavola intera, con due listelli a incastro inseriti alle due estremità. Senza incavo, non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le icone della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' sono note nell'arte russa dall'ultimo decennio del XVII secolo in alcune varianti. Tratto comune è la raffigurazione dei bisognosi che rivolgono la loro invocazione alla Madre di Dio che interviene come loro avvocata e protettrice. La rappresentazione dei bisognosi è accompagnata di solito da figure di angeli che distribuiscono benefici a nome della Madre di Dio, e anche da iscrizioni abbastanza estese, nelle quali si ricordano le sventure e l'aiuto portato dalla Madre. Queste composizioni si basavano, evidentemente, sui testi di alcune preghiere mariane. L'apparire di tale iconografia potrebbe collegarsi inoltre all'ampia diffusione di raccolte letterarie in cui venivano descritti esempi di intercessione e interventi miracolosi della Madre di Dio. Infine, sulla formazione di questa tipologia iconografica esercitarono un notevole influsso le raffigurazioni della Vergine venerate nell'Occidente cattolico. L'icona in esame probabilmente deriva dall'immagine miracolosa conservata nella chiesa della Trasfigurazione in via Ordynka a Mosca, attraverso cui la sorella del patriarca Ioakim, Evfimija Petrova Papina, aveva ottenuto la guarigione nel 1688. Questo è indicato dalle particolarità della raffigurazione della Madre di Dio col Bambino Gesù, dalla quantità e dalla disposizione dei gruppi di afflitti e delle iscrizioni. Tuttavia qui alcune differenze testimoniano la notevole semplificazione ed elaborazione del prototipo miracoloso, verosimilmente con l'uso di qualche altro modello. Nella pubblicazione di Bettini l'icona è stata attribuita al periodo più tardo della scuola Stroganov e datata al XVII secolo. Marcucci, interpretando approssimativamente dalle iscrizioni la data del 1714, ha messo in evidenza che i modelli caratteristici della pittura di icone del XVII secolo non sono qui espressi con sufficiente esattezza, cosa che, secondo lei, può essere spiegata con l'appartenenza dell'icona all'ambito 'popolare' di un periodo più tardo. L'icona del 1773 è abbastanza vicina alla maggior parte delle opere della collezione dell'Accademia fiorentina il che permette di trarre la conclusione che sia stata prodotta nella stessa bottega dalla quale sono uscite le altre icone non datate (e questo, a sua volta, è un punto di partenza per la loro datazione). Costituisce uno degli esemplari di qualità più alta fra le icone di questo gruppo; lo indica il disegno sottile e preciso dei tratti dei volti, eseguito con accuratezza ed espressività (soprattutto nella rappresentazione degli afflitti), la gradualità delle lumeggiature nella pittura dei volti, che producono la sensazione di morbidezza del modellato dei volumi. Tuttavia sono presenti anche tratti caratteristici della produzione seriale, che avvicinano l'icona alle altre opere di questo gruppo: le silhouettes angolose, il modellato convenzionale delle vesti e il modo di raffigurare le mani (un disegno in rilievo eseguito quasi esclusivamente a tocchi di biacca)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742647
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9346
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • ISCRIZIONI accanto alle raffigurazione dei gruppi degli afflitti - AVVOCATA DEI DERELITTI; ALIMENTO AGLI AFFAMATI; VESTE AGLI IGNUDI COPRI LA NOSTRA NUDITA' O REGINA; CONSOLAZIONE DEGLI AFFLITTI; RIFUGIO AI PELLEGRINI; CONFORTO AGLI INFERMI - caratteri cirillici - a pennello - russo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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