San Giorgio e il drago
icona,
post 1725 - ante 1749
Tavola intera, con due listelli a incastro; senza incavo. Telapreparatoria non rilevata; levkas
- OGGETTO icona
-
MISURE
Altezza: 30,8 cm
Larghezza: 26,9 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il culto di san Giorgio si sviluppò a Bisanzio nel V-VI secolo. Il santoveniva venerato come martire, come patrono di guerrieri e governanti, comedifensore contro le forze del male, e come grande taumaturgo. Questecaratteristiche del culto del grande martire si svilupparono poinell'antica Rus'. Della importanza del culto di San Giorgio nell'anticaRus' sono testimonianza le numerose immagini di lui comeguerriero-martire. Nella cultura popolare Giorgio era venerato comeprotettore del bestiame da allevamento e difensore contro tutti iserpenti. Il tipo iconografico di Giorgio-cavaliere rientra nel foltogruppo di immagini di guerrieri-martiri a cavallo, vincitori e trionfatoridelle forze del male (inv1890/9321 e 9332). Questa tradizione risale aitempi più antichi dell'arte bizantina. Tali rappresentazioni si incontranoper la prima volta negli affreschi delle chiese della Cappadocia inperiodo antecedente l'iconoclastia. Nell'arte del periodo bizantino medioil tipo iconografico di Giorgio che lotta col drago diviene più complessoe si riallaccia al racconto apocrifo del miracolo della vittoria diGiorgio contro il drago, che rientra nel corpus di testi agiograficidedicati al santo. Secondo il racconto, il miracolo avvenne non lontanodalla città di Lasija (Laodicea in Siria?), Geval (Gavala, città vicino aLaodicea?) o Verit (Beirut) cioè in Siria o in Libano. Vicino alla cittàviveva un serpente o drago che si nutriva di uomini e animali. Ilgovernatore della città si era rivolto agli dei, che avevano consigliatodi offrire ogni giorno in pasto al drago un giovane o una fanciulla. Pocodopo venne il turno della figlia del re che fu salvata dall'apparizione diGiorgio. Il santo vinse il drago e diede alla principessa la cintura perlegarlo e condurlo alla città. Colpiti dal miracolo, compiuto nel nome diCristo, gli abitanti della città accettarono di farsi battezzare. In unperiodo successivo, si svilupparono due varianti fondamentali di questaiconografia: la scena della lotta del santo con il drago e la scena delsuo ingresso trionfale nella città, con la figura della principessa checonduceva con la cintura il drago domato. Nella pittura russa dei secoliXV-XVI predomina la prima variante: l'immagine del cavaliere Giorgio checolpisce con la lancia le fauci del drago, e spesso è raffigurata anche lacittà (con il re e la regina sulle mura), la principessa e un angelo chepone sulla testa di Giorgio la corona di martire e di vincitore. E' tipicadi tali composizioni l'unione dei due episodi: la lotta del santo con ildrago e l'ingresso in città della principessa che tira il drago con lacintura che gli ha legato al collo. L'icona della Galleriadell'Accademia appartiene ad un gruppo di raffigurazioni russe delMiracolo, che hanno sentito l'influsso dell'iconografia dell'Europaoccidentale. All'arte europea dell'epoca barocca si riferisconosoprattutto gli atteggiamenti complessi, dinamici, del cavallo e delcavaliere e l'aspetto naturalistico delle figure. Notevoli gli elementinon tipici della tradizione anticorussa, come la raffigurazione dellatesta del cavallo vista di fronte e i decisi movimenti del santo. Allatradizione occidentale è legata anche la raffigurazione del drago,rappesentato non come serpente alato. Tra le opere più vicine per analogieiconografiche all'icona fiorentina, si possono ricordare solo due icone,molto più tarde: una del terzo quarto del XVIII secolo nel villaggioKosur nella regione di Kostroma e l'altra dell'inizio del XIX secolo nellacollezione del Museo di ?erepovec. In tutte e tre le icone è presentel'angelo con la corona, mentre la principessa con in mano la cintura vieneraffigurata separata dalla scena principale (così si rifiuta l'unione deidue episodi, tipica di molte opere russe). Una particolarità singolaredell'icona fiorentina è la raffigurazione di corpi umani, evidentemente digiovani e fanciulle della città di Lasija, che erano stati dati in pastoal mostro (nelle icone analoghe di Kostroma e ?erepovec manca questoelemento). Evidentemente, la raffigurazione delle vittime del drago risalealle immagini di ossa umane sotto le zampe del cavallo di Giorgio, che siincontrano in raffigurazioni del Miracolo dell'Europa occidentale. L.Marcucci ha pubblicato l'icona come opera di "tarda scuola Stroganov",attribuendola al maestro delle icone inv. 1890/ 9322, 9353, 9362, 9352,9366, 93614. L'icona in esame non ha caratteri comuni con le opere dellascuola Stroganov e si rivela in effetti vicina alle icone di GiovanniTeologo, dell'Annunciazione, della Trasfigurazione, della Trinità, diGiovanni il Precursore. Per le caratteristiche della maniera pittorica ealtri indizi, tutte queste opere sembrano essere state realizzate da unmedesimo maestro che lavorava secondo modi chiaramente barocchi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900741901
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 6175
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
- ISCRIZIONI sul bordo superiore - IMMAGINE DEL SANTO GRANDE MARTIRE GIORGIO - caratteri cirillici - a pennello - russo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0