lumiera, coppia di Michelangelo Vambrè (attribuito), Vambrè Giovanni (attribuito), Pellegrini Antonio Maria (attribuito) (XVIII)
lumiera,
ca 1730 - ca 1799
Michelangelo Vambrè (attribuito)
1682/ notizie 1766
Vambrè Giovanni (attribuito)
1705/ 1781
Pellegrini Antonio Maria (attribuito)
1743/ 1801-1807
Fusto a sezione ottagonale, tripartito in senso verticale . il tratto centrale si espande in alto in una zona bombata cui si addossano quattro volute ad S che inquadrano, negli interspazi, altrettante bandinelle, dalla parte inferiore si staccano due serie di bracci ad andamento curvilineo che sorreggono i boccioli portacandela. Foglie libere collegano tutti i bracci al fusto e ricoprono la parte terminale di quelli del primo ordine . i piattelli, a profilo mistilineo, recano nella parte esterna bombata, foglie d’acanto intercalate da baccellature, mentre il fusto si conclude in basso con un pomello fogliato
- OGGETTO lumiera
-
MATERIA E TECNICA
argento/ cesellatura
argento/ fusione
-
MISURE
Altezza: 64 cm
Larghezza: 27 cm
-
ATTRIBUZIONI
Michelangelo Vambrè (attribuito)
Vambrè Giovanni (attribuito)
Pellegrini Antonio Maria (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Chiesa Cattedrale di San Martino
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La coppia di lumiere fu realizzata da Michelangelo Vambré (1705-81) allo scopo di ornare l’interno della cappella del Volto Santo. Esse si presentano come una giustapposizione di leggere volute imperniate su un sostegno centrale modanato e rievocano la rimodulazione dello spazio interno della cappella civitaliana dovuto all’inserimento dell’altare progettato da Filippo Juvarra nel 1725. La decorazione suggerisce inoltre la conoscenza delle novità romane, come rivelano le affinità con un repertorio di Giovanni Giardini, noto come “Disegni diversi inventati e delineati da Giovanni Giardini da Forlì”, edito per la prima volta nel 1714, che in qualche modo costituisce una misura del gusto dell’epoca. Realizzate alla metà del secolo XVIII, solo cinquanta anni più tardi (alla fine del Settecento) subirono una integrazione da parte dell’argentiere Antonio Maria Pellegrini, come ci attestano la punzonatura distintiva della sua bottega, il Bordone, accompagnato dal marchio di garanzia dello stato, ovvero la Pantera: esse consistette nell’agganciare ai quattro bracci del primo ordine le foglie che partono dalla sezione mediana del fusto. Rammentiamo che nel 1843 fu reso obbligatorio l’uso del punzone con l’insegna della bottega in sostituzione del semplice monogramma dell’autore. Da ciò si deduca che l’opera fu realizzata prima del 1843. Probabilmente le due lumiere furono realizzate intorno agli anni ’30 del Settecento dal Vambrè con la collaborazione del figlio Giovanni, il quale aveva avuto sstretti contatti con il mondo romano avendo compiuto il proprio apprendistato presso Ludovico Barchi. La coppia di lumiere può essere identificata con quella citata nella nota di argenti dell’opera di Santta Croce in data 22 marzo 1798 in cui si legge: “n. 2 lumiere dentro la cappella del Volto Santo libbre 32.21” (cfr Guidi- Pellegrinetti 1921, p. 334)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900722276
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- STEMMI sul corpo della lumiera, ne primo tratto del fusto - dell'autore - Marchio - monogramma di Michelangelo Vambrè - MAV, entro parallelogramma
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0