La base, a pianta esagonale con profilo definito da sei lobi, è impostata su un piccolo bordo liscio e lucido, che un'alta cornice modanata, contenente la scritta VICARIO DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI PIO IX SUMMO PONTIFICI ET REGI QUINQUAGESIMO ANNIVERSARIO EPISCOPATUS EIUS DIE TERTIA IUNII ANNO MDCCCLXXVII IULIA EX PRINCIPIBUS PUSLOWSKA, raccorda al breve corpo centrale. Questo reca sul fondo liscio e lucido sei composizioni decorative a forma di triangolo, costituite da tralci di foglie di vite traforati a coppie che, al vertice inferiore dell'asse di simmetria, s'intrecciano e si uniscono con un fiore, per poi allargarsi a includere, al centro, una cartella circolare profilata da una cornice a tortiglione e sovrastata, al vertice superiore dell'asse di simmetria, da una pietra preziosa entro un castone definito da una cornicetta a tortiglione e da due piccole perle, disposte ai vertici dell'asse diametrale maggiore. (segue in OSS)
- OGGETTO pisside
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MATERIA E TECNICA
argento/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura/ foratura/ niellatura
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ATTRIBUZIONI
Poussielgue-rusand Placide (bottega)
- LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
- INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Come attesta l'iscrizione sulla cornice della base, la pisside è stata donata a Pio IX (1792-1878) dalla principessa Giulia Puslowska il 3 giugno 1877 in occasione del cinquantesimo anniversario della sua nomina arcivescovile, avvenuta nel 1827: le scritte apposte sotto la base e sull'orlo del coperchio, che contengono rispettivamente la richiesta da parte della principessa al Pontefice di preghiere per sé e per l'anima di un certo Saverio e il versetto 18 del capitolo 16 del Vangelo di Matteo in cui Cristo stabilisce il primato di Pietro, il primo Papa, focalizzano l'attenzione sul destinatario del dono. Si può presumere che, in seguito, la pisside, che per altro non figura negli inventari ottocenteschi dell'Opera del Duomo, sia stata offerta in dono alla Primaziale dallo stesso Pio IX tra il 1877 e il 1878, anno della sua morte. La presenza del punzone di garanzia del titolo in uso a Parigi dal 1838, la testa di Minerva di profilo in campo ottagonale, ci consente di datare l'oggetto tra il 1838 ed il 1877, anno del dono della principessa al Papa. La presenza, poi, del marchio di bottega di Placide Poussielgue-Rusand (1824-1889) elimina ogni dubbio sull'attribuzione della nostra pisside al celebre orafo francese. Questi partecipa pienamente a quel clima culturale in cui si cerca di riproporre gli stili che si ritiene incarnino l'essenza più profonda delle varie epoche storiche: il risultato è una reinterpretazione in chiave ottocentesca del Gotico, del Rinascimento, del Barocco, del Rococò. Non si vuole realmente cogliere lo spirito di quelle età così diverse fra loro, ma si tende a rileggerle con gli occhi del presente, giungendo, così, ad esprimere non il passato, ma semplicemente l'idea che si ha di esso. L'oreficeria francese riesce a cogliere e ad interpretare questo spirito nuovo a partire dagli anni Trenta del XIX secolo: le forme ed i motivi decorativi tipici del Gotico sono mescolati con altri di stampo rinascimentale, barocco e rococò. Poussielgue-Rusand, specializzato nella produzione di argenti ad uso sacro, si distingue in particolare per la sua adesione allo stile "troubadour". A lui si devono opere di eccezionale qualità artistica, dal reliquiario della corona di spine a quello della Vera Croce, dall'ostensorio di Notre-Dame a Parigi al restauro del tesoro della cattedrale di Amiens. Dopo aver vinto medaglie all'Esposizione Universale di Londra del 1851, Poussielgue-Rusand partecipa anche a quella di Parigi del 1855, proponendo addirittura opere su disegno di Viollet-Le-Duc, il celebre restauratore di edifici gotici che nel tentativo di ottenere "una medievalizzazione totale" dell'insieme, elimina tutto ciò che non è medievale e ricostruisce le parti mancanti secondo i modelli originari, ma sulla base di deduzioni e confronti. Nella pisside del Duomo di Pisa Poussielgue-Rusand mescola sapientemente elementi gotici ad altri rinascimentali, ottenendo un oggetto dai caratteri stilistici compositi. Così, se la struttura con la base polilobata, il nodo ovoidale schiacciato e la coppa larga con coperchio riecheggia quella tipica delle pissidi trecentesche, il repertorio decorativo risulta estremamente articolato. Sulla base le composizioni decorative nella forma triangolare sintetizzano quella tensione verso l'alto tipica del Gotico, mentre riecheggiano un gusto diverso, cinquecentesco nelle pietre incastonate e nelle naturalistiche foglie di vite traforate dai bordi seghettati, che, disposte in tralci a ricoprire quasi interamente il sottocoppa e la calotta del coperchio, o in composizioni a forma di cuore sul nodo centrale, arrivano a rappresentare il motivo dominante del repertorio ornamentale dell'oggetto. Analogamente le placchette con figure di Santi costituiscono un singolare connubio di tecniche: se nello smalto champlevé del fondo rievocano gli arredi sacri due-trecenteschi, nell'uso del niello per le figure rimandano a quel gusto più sobrio che nel Quattrocento ripudia la policromia gotica in nome di un linearismo accentuato. Anche sul nodo centrale l'ispirazione goticheggiante evidente nella forma viene subito negata nella decorazione di sapore rinascimentale: al posto degli smalti troviamo pietre incastonate e foglie di vite organizzate razionalmente in una struttura a campi trapezoidali definiti da lesene perlinate. E sul coperchio la croce su globo con i suoi terminali trilobati e la controcroce costituisce una replica in miniatura delle croci astili tre-quattrocentesche, esatta sin nei minimi dettagli, come nelle cartelle trilobate che ornano i terminali dei bracci, ma che al posto di placchette a smalto contengono zirconi incastonati
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665781
- NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665781
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
2014
- ISCRIZIONI Bordo sotto la base - + JULIA HUMILLIME COMMENDAT SE ET ANIMAM XAVERII PRECIBUS SUAE SANCTITATIS + - Matteo (Vangelo, 16, 18) - a rilievo - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0