reliquiario, opera isolata - bottega genovese (sec. XVIII)

reliquiario, 1761 - 1761

Il basamento di legno modanato, a pianta triangolare, ha una superficie piatta e liscia, sulla quale insistono, sul retro, il manico a voluta a sezione quadrangolare, che si fissa al fusto del reliquiario e, sulla fronte, i due peducci a volute concave modanate e a foglia d'acanto, sui quali poggia la base.Questa è profilata, in basso, da una sottile cornice a tortiglione e, ai lati, da una coppia di volute convesse modanate che insistono sui peducci, includono un serto di foglie e sono decorate con "pelacette".Alla sommità si restringe ed è definita da lunghe foglie d'acanto pendenti e aggettanti sul campo interno. Questo, decorato con "pelacette", è quasi interamente occupato da un'ampia cartella con profilo mistilineo definito, in basso, da piccole volute concave.La cartella racchiude, su fondo puntinato, un campo liscio e lucido che ne segue il profilo e che contiene, al centro, una grande e ricca foglia d'acanto convessa a ventaglio, dal contorno frastagliato e mosso.(Segue inOSS)

  • OGGETTO reliquiario
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ filigrana
    legno/ intaglio/ doratura
    PERLA
    SETA
    VETRO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Genovese
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non sappiamo quali siano le modalità di acquisizione della coppia di reliquiari di argentiere genovese, contenenti l'uno i capelli ed un frammento della veste della Madonna, l'altro un osso di S. Martino vescovo, recanti il punzone di Genova con la data 1761. Essi sono elencati solamente nell'inventario del 1895, nel quale uno dei due reliquiari è indicato anche con il numero d'ordine cui corrisponde nell'inventario del 1890. Ma in realtà questo numero rimanda a un oggetto diverso, ossia a una "Facciola mezzana di rame dorato con entro dei Capelli e della veste della SSma Vergine" . Probabilmente, dunque, nel 1890 questi arredi non fanno ancora parte del patrimonio della Cattedrale di Pisa, ma sono stati acquistati o ricevuti in dono tra il 1890 ed il 1895. Sin dalla seconda metà del Seicento e per tutto il Settecento Genova viene direttamente e profondamente influenzata dalle esperienze artistiche francesi, di cui segue costantemente gli sviluppi. In Francia nel periodo legato alla monarchia di Luigi XV si assiste all'esplosione della grazia e della leggerezza del Rococò. Nato all'insegna della novità e della varietà, della libertà e della leggerezza, esso si configura come uno stile spiccatamente anticlassico, in cui la decorazione sovrabbondante cancella la forma, mascherando e quasi negando la funzione dell'oggetto: le proporzioni non esistono più, la simmetria è sostituita da una voluta mancanza di corrispondenza fra le parti, ma soprattutto un profondo senso di movimento regna incontrastato, poiché il movimento è vita e varietà: gli oggetti sono come presi in un vortice a spirale incessante, che imprime loro un ritmo diagonale e costringe l'osservatore a guardarli da tutti i lati. Se forma e decorazione si fondono, diventando una cosa sola, l'apparato decorativo viene ad essere l'unico ed incontrastato protagonista e con esso il mondo della natura: la conchiglia, in particolare, diventa il leit-motiv di questo stile. Le arti esprimono all'unisono la frivolezza, l'opulenza, la sicurezza e la gioia di vivere dell'aristocrazia di Ancien Régime. Dai motivi decorativi creati da Juste-Aurèle Meissonnier e raccolti nel "Livre de Légumes" traggono ispirazione orafi celebri, come Pierre Germain, autore di una raccolta di disegni per oreficeria intitolata "Eléments d'Orfèvrerie" e pubblicata a Parigi nel 1748. Insieme alle incisioni tratte dai disegni di Meissonier essa contribuirà a diffondere in tutta Europa il gusto francese, creando una sorta di koinè stilistica. A Genova i modelli provenienti dalla Francia sono assimilati profondamente dagli orafi locali, che, però, li reinterpretano, sottoponendoli ad un'accurata revisione. Il Rococò genovese, infatti, è sfrondato da quegli eccessi di bizzarria che caratterizzano le opere francesi e mantiene sempre il rispetto delle proporzioni e dell'equilibrio fra le varie parti degli oggetti. D'altra parte l'influsso d'Oltralpe viene ad essere bilanciato da quello proveniente da Roma attraverso le incisioni del Limpach tratte dai disegni di Giovanni Giardini e raccolte nel "Promptuarium artis argentariae" (1750). Tuttavia, nella coppia di reliquiari genovesi di Pisa, scopriamo la presenza di molti dei principi basilari su cui si fonda il Rococò. Anzitutto, pur all'interno di una tipologia tradizionale, quale è quella del reliquiario a cartella, è da notare il senso di movimento che percorre gli oggetti verticalmente dalla base alla mostra. Questo è ottenuto mediante l'alternanza di superfici concave e convesse, che simulano le onde del mare. La decorazione si basa, poi, sul contrasto tra parti lucide e parti puntinate e sull'uso della linea curva, che domina incontrastata attraverso snelle volute. I motivi sono quelli tipici del gusto rocaille: le immancabili conchiglie, le serie digradanti di dischi e, soprattutto, le "pelacette". Soluzione decorativa a metà strada tra la foglia d'acanto di ascendenza classica e la conchiglia rococò, le "pelacette" si ritrovano dappertutto sugli arredi di ambito genovese, sia di uso sacro, sia di uso profano. Ma anche le classiche foglie d'acanto sono rese in modo nuovo nei nostri reliquiari: aperte come ventagli o infiorescenze, hanno il profilo sfrangiato e come agitato dal vento, a sottolineare ancora una volta il gusto per il movimento. Inoltre quelle disposte sulla base e sul fusto sono sbalzate con un rilievo che diminuisce con l'aumentare dell'altezza, accrescendo la varietà e la leggerezza dell'insieme. La mostra offre, poi, la possibilità di effettuare puntuali confronti con altre tipologie di arredi. In primo luogo, essa riproduce, nella forma e nei motivi decorativi, la cartella centrale del Pallio d'altare del tesoro del Duomo di Genova (1775) (C. Marcenaro, "Il Museo del tesoro della Cattedrale a Genova", Genova, 1969,t. XXXIX). La cartella a sua volta rimanda alle coeve targhe delle acquasantiere d'argento recanti le immagini della Vergine o dei santi più venerati. (Segue in OSS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665768
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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