San Pietro

dipinto, 1527-1528

La tavola rettangolare raffigura San Pietro inginocchiato, che tiene nella mano sinistra un libro e con la mano destra una chiave

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Andrea D'agnolo Detto Andrea Del Sarto (1486/ 1531)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola proviene con altre quattro: S. Agnese (40001439), S. Giovanni Battista (40001492), S. Caterina (40001498), S. Margherita (40001499) dalla distrutta chiesa di Sant' Agnese, posta" lungo le mura [...] fra la cittadella vecchia et il Duomo"; collocate sull'altare maggiore, contornavano l'antica immagine di una" Madonna, che fa miracoli" (come informa VASARI [1568] 1966-1987, VI, p. 382). Secondo il Tronci, l'Operaio Curzio Ceuli "s'adoperò tanto che il Granduca Cosimo II" diede il consenso di trasferirle "nella chiesa primatiale" dove, nel 1617, furono collocate, "due alla sedia Archiepiscopale, e due a quella del Gran Duca et una in un pilastro di quei che reggono la cupola" (citato in PAPINI 1912, pp. 124- 125). Al posto degli originali si lasciarono le copie realizzate, su ordine del granduca, da Alessandro d'Ercole Bezzicaluva (come si ricava dai documenti pubblicati in BACCI 1922, p. 23, nota 28). Secondo la ricostruzione di Wagner (1951, pp. 28-31), le "tavole dovevano essere disposte su due ordini": la S. Agnese, centrale, in basso, era affiancata, a destra, dalla S. Margherita, a sinistra dalla S. Caterina. Ad essa corrispondeva, nel registro superiore, l'antica icona, accompagnata, ai lati, dalle immagini di S. Pietro e S. Giovanni Battista, rispettivamente a destra e a sinistra (cfr. CECCHI 1989, p.132). Con ogni verosimiglianza i dipinti dovevano essere incorniciati entro una struttura lignea, della quale non si è conservata traccia, forse "spartita da colonne, fregi e lesene" secondo la soluzione adottata nel caso analogo della Pala di Vallombrosa (Firenze, Uffizi), stando almeno a quanto si può riconoscere in un 'incisione di Antonio Donati che raffigura l'intero complesso, anch'esso smembrato (cfr. NATALI 1989, p. 114). Assai dibattuta risulta la questione dello stato di autografia dell'opera dopo che il Berenson (1903, I, p. 294) propose di "assegnare il polittico alla bottega di Andrea nella sua totalità". I contributi più recenti tendono invece a limitare l'intervento degli aiuti, al S. Giovanni Battista e al S. Pietro Freedberg (1963, II, p. 190), alla sola figura della S. Margherita Shearman (1965, II, p. 272). Secondo il giudizio, del tutto condivisibile, di Alessandro Cecchi (a cui si rimanda per un più completo consuntivo della vicenda) il Sarto certo "si avvalse di collaboratori, ma non nella misura in cui si è scritto" (1989, p.132). La datazione del "complesso che, a giudicare dalla sequenza vasariana, andrebbe collocato negli anni 1524-1525", è stata posticipata al 1529-1530 dalla Fraenckel (1935, p. 160), seguita da Freedberg (1963, II, p.191); Shearman (1965, II, p. 272) ha proposto di collocarne l'esecuzione attorno al 1527-1528, seguito da Cecchi, che, oltre le strette affinità che legano l'opera alla tarda produzione del Sarto, a conferma dell'ipotesi notava come l'assedio di Firenze "iniziato nel 1529 impedì certo i contatti con Pisa", mentre d'altra parte non risulta che la pala sia stata "consegnata dopo la morte dell'artista", avvenuta nel 1530 (CECCHI 1989, p.132). Al Louvre si conserva uno studio del drappeggio e delle mani di S. Pietro (FREEDBERG 1963, II, p. 192)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665670
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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