Riccardo Cuor di Leone concede privilegi ai Pisani
dipinto,
1845/08/14 - 1847
Bezzuoli Giuseppe (1784/ 1855)
1784/ 1855
Tela di forma rettangolare
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Bezzuoli Giuseppe (1784/ 1855)
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, commissionato il 14 agosto 1845, "era per metà compiuto alla fine di dicembre"; fu consegnato nel 1847 "e collocato [...] al posto del quadro del Ferretti raffigurante La traslazione del corpo di San Guido", relegato dapprima sulle "Gallerie del Duomo", ora esposto al Museo dell'Opera del Duomo (2066) (secondo la ricostruzione di SICCA 1993-1994, p. 12, nota 2). La scelta del soggetto vide schierati su opposte posizioni il pittore e l'Operaio committente, Vincenzo Carmignani: il primo difatti aveva richiesto di potere raffigurare "Il ritorno della flotta pisana dalla conquista delle Baleari", a ricordo di "un'impresa" già "tentata dai Genovesi e dai Veneziani senza nessun successo", che testimoniava la gloria della città (da una lettera del Bezzuoli al Carmignani, pubblicato in BEZZUOLI 1855, p, 39, nota 9), mentre l'Operaio, nel proporre l'episodio poi effettivamente realizzato, adduceva la motivazione che nel protagonista, Riccardo Cuor di Leone, si raccoglieva "tutto lo strano e tutto il sublime" del Medioevo, verso il quale "l'età nostra ha volte le sue simpatie" (documento citato da SICCA 1993-1994,p.12). Il Bezzuoli indicava chiaramente le ragioni della sua preferenza insistendo di "conoscere quello che conviene al [...] me- stiere": la libertà che "la mente dell'artista" richiedeva "nella scelta dell'argomento" gli appariva legata alle maggiori o minori sollecitazioni che la "fantasia" poteva ricavare dalla "ricchezza artistica" del soggetto prescelto. Come ha scritto Ermanno Migliorini, il Bezzuoli "mirava a ritrovare nella narrazione" quelli che egli stesso, "con felicissima espressione, chiamava i 'momenti pittorici"'; in altri termini, "l'invenzione pittorica" doveva sempre "appoggiarsi su un 'soggetto di gran sentimento'" (MIGLIORINI 1970), nel quale risultasse evidente "il contrasto di tanti affetti" (MACCIÒ 1912, p. 21). Il pittore trovava dunque una forma e un senso al proprio sentimento nello svolgimento di un tema accertato dalla tradizione, storica o letteraria, così da legittimare l'emozione, dandola come risultante, in qualche modo necessaria, del fatto raffigurato. La ricognizione storica svolge una simile funzione di filtro a tutti i livelli di definizione dell'immagine; la stesura garantisce la verosimiglianza nella resa delle superfici richiamandosi alla pittura seicentesca, fiorentina in gran misura; la patina di realismo che ne risulta appare mediata attraverso le forme della cultura. Sul piano dell'invenzione, risalta la citazione dal Reni ("S. Andrea condotto al martirio", Roma, San Gregorio al Celio) nel cavaliere e nel personaggio inturbantato sulla sinistra, mentre la donna che allatta sul primo piano rimanda al tema della "Carità", diffuso in area classicista bolognese, ad esempio in Marcantonio Franceschini o nel Cignani; a non contare la memoria quattrocentesca del baldacchino e della tenda rappresentati in rapida fuga. L'utilizzo della prospettiva, è chiaro, non determina l'immagine di uno spazio preesistente, ma, definendo con nitidezza le parti componenti dell'inscenatura, costituisce il luogo di una recita; tant'è che il fondo non introduce alle grandi lontananze di un paesaggio aperto, percorribile, ma ne compendia l'immagine sfruttando gli elementi che ne definiscono i confini, le sagome dei monti, un bastione turrito. Il modello della composizione è conservato a Pisa, Museo Nazionale di San Matteo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665625
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0