Apostoli/ Arrigo VII

monumento funebre, 1493 - 1494

Nella disposizione attuale il monumento è composto da un alto basamento marmoreo retto da quattro mensole; tra queste sono collocati tre rilievi con (da sinistra) croce pisana, aquila che regge un cartiglio e monogramma dell'Opera del Duomo. Sul basamento poggia la cassa, decorata nel frontale da dodici figure scolpite di Apostoli; su di essa si trova il gisant dell'imperatore Arrigo, con la veste e il manto riccamente decorati da motivi ornamentali comprendenti figurazioni di leoni rampanti e aquile. Dietro il sepolcro si apre una nicchia, decorata nella parete di fondo da un affresco con due Angeli reggicortina (cfr. scheda n. 40000936). Sotto la tomba si trova una moderna ghirlanda di rami d'ulivo e quercia in bronzo (collocata dopo il 1921) e sotto ancora una epigrafe moderna, posta nel sesto centenario della morte del poeta, ricorda i versi di Dante dedicati all'imperatore

  • OGGETTO monumento funebre
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
    marmo rosso antico/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Carrarese
  • ATTRIBUZIONI Tino Di Camaino (1285 Ca./ 1337): esecutore
    Bigordi Domenico Detto Ghirlandaio (bottega)
    Del Perriore Antognetto (notizie Sec. Xv)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Quella che si offre al visitatore moderno nel transetto meridionale del Duomo è la ricomposizione del sepolcro dell'imperatore Arrigo VII operata da Péleo Bacci nel 1921 (BACCI 1921; TRONCI, BACCI 1922, p. 20, nota 24). Le vicende del monumento relative all'esecuzione e agli spostamenti subiti dalla tomba sono ben note grazie ai documenti rimasti (pubblicati in TRENTA 1893; LUPI 1904, pp. 367- 372; BACCI 1921). Nel febbraio del 1315 l'Opera commissionava al senese Tino di Camaino l'esecuzione di un grande sepolcro destinato a raccogliere le spoglie mortali dell'imperatore Arrigo (Enrico) VII di Lussemburgo, morto a Buonconvento il 24 agosto 1313, e il cui corpo era stato immediatamente portato a Pisa (l'iscrizione quattrocentesca sul monumento confonde la traslazione subito dopo la morte con quella nuova tomba). Il sepolcro fu completato con una certa fretta entro il luglio dello stesso anno, quando venne affidato a un gruppo di pittori per il completamento policromo (TRENTA 1893, pp. 88-89); la tomba trovò collocazione nel fondo della tribuna, in posizione elevata, al di sopra di un altare dedicato a S. Bartolomeo (nel cui giorno era morto l'imperatore). In questa posizione l'opera rimase fino al 1494, quando, in occasione del riadattamento di tutta la tribuna, venne smontata e ricomposta nella parete orientale del transetto meridionale, fortemente impoverita rispetto al suo stato originario e completata da decorazioni eseguite appositamente da scalpellini carraresi (TRENTA 1893, pp. 90-94). In questa nuova sistemazione rimase fino al 1727, quando venne collocata sopra la porta d'ingresso della Sacrestia dei Canonici (MARTINI 1728, p. 32, n.12); nel 1829, durante i grandiosi restauri del Duomo, il sepolcro venne portato nel Camposanto Monumentale, dove trovò posto nella parete ovest; da qui fece ritorno in Duomo nel 1921, in occasione delle celebrazioni per il sesto centenario della morte di Dante (sugli spostamenti della tomba cfr. NOVELLO 1993, p. 216). Quest'ultima operazione, che realizzava un antico desiderio degli eruditi pisani (BONAINI 1846, p. 63 nota), fu diretta da Péleo Bacci che ricompose il monumento cercando di ricreare la sistemazione conferitagli nel 1494; Bacci eseguì dei saggi sulla parete orientale del transetto meridionale, riscoprendo la nicchia affrescata con gli Angeli della bottega del Ghirlandaio (di Angeli sopra il monumento parlava il canonico Tronci: TRaNcI, BACCI 1922, p. 20), davanti alla quale ricompose i resti del monumento che allora si trovavano nel Camposanto. Alla sistemazione quattrocentesca risale sicuramente l'intero basamento, eseguito da Antognetto del Perriore da Carrara (TRENTA 1893, p. 93) e da altri scalpellini carraresi (CIARDI 1987 a, p. 106, nota 114; p. 110, nota 204); al monumento originario sono pertinenti il frontale della cassa e il gisant, con l'eccezione del cuscino poggiatesta (di rozzissima fattura) e del quinto Apostolo da destra nel frontale, fatto aggiungere dal Bacci per ripristinare quello che doveva essere, per lui, il numero originale delle statuette. Bacci completò inoltre la nicchia posteriore con una cornice rilevata in gesso, esemplata su quella quattrocentesca del portale dell'Ospizio dei Trovatelli di Pisa (TRONCI, BACCI 1922, p. 20, nota 24); non inserì nella ricomposizione due statuette con un Angelo annunciante e una Vergine annunciata, concordemente attribuite a Tino (oggi al Museo dell'Opera, che nella precedente sistemazione ottocentesca in Camposanto (testimoniata da incisioni, GRASSI 1836-1838, I, tra le pp. 162-163, e fotografie) erano collocate sul piano d'appoggio della cassa. Non possediamo descrizioni della tomba anteriori allo smontaggio del 1494, e di scarso aiuto sono le annotazioni ricavabili dalle carte dell'Opera e dalle fonti; è possibile che il monumento avesse già subito alterazioni prima dello smontaggio avvenuto alla fine del Quattrocento, qualora si presti credito a una confusa annotazione del cronista Ser Perizolo: "El deposito de Arrigo Imperatore, Conte di Luzimburgo, morto a Bonconvento di febbre, e non del veleno datoli da un frate di S. Caterina suo confessore, era de bronzo così bello, che tuo sempre maraviglia del mondo. Fu tolto dal Gambacorta e strutto" (PERIZOLO DA PISA, ed. BONAINI 1845, p. 389). Il passo, di solito erroneamente riferito alla rimozione del 1494, si trova inserito tra annotazioni generali non datate; dal momento che il Gambacorta sembra logicamente identificabile con uno dei Gambacorti (Pietro o più probabilmente Giovanni) che ebbero la signoria di Pisa tra la seconda metà del Trecento e l'inizio del Quattrocento, è evidente che Perizolo riferisce di avvenimenti più antichi, anteriori allo smontaggio del monumento; il monumento non era di bronzo, ma aveva sicuramente delle decorazioni metalliche (tutte perdute), alle quali può riferirsi il cronista. Della conformazione originaria del monumento sono state proposte almeno sei ricostruzioni d'assieme [Segue in OSS]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665553-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI tra le mensole del basamento marmoreo, al centro - Quidquid facimus venit ex alto - lettere capitali -
  • STEMMI tra le mensole del basamento marmoreo, a sinistra - civile? - Stemma - Pisa -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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