San Ranieri resuscita una bambina

dipinto, 1729 - 1731

Tela di forma rettangolare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Torelli Felice (1667/ 1748)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo il racconto di Sainati, Goffredo, medico pisano del XII secolo, condusse la figlia, sofferente di "dolori articolari", al monastero di San Vito poiché sperava "di vederla risanare dalla mano taumaturga di Ranieri". Morta durante il trasporto, fu "richiamata a nuova vita" dal Santo che, come mostra il dipinto, ne benedisse il corpo facendo "dei segni di croce" e bagnandone "il volto con quelle lacrime, che gli cadevano dagli occhi" (Sainati 1884, pp. 102-103). Come si legge dai documenti pubblicati da Miller (1964, pp. 65-66, nota 24, rintracciati da Monsignor Riccardo Barsotti), il dipinto fu commissionato da Filippo Rosselmini "sopraintendente nell'interesse della cappella del glorioso S. Ranieri" il 26 gennaio 1729. Secondo il contratto, stipulato in quella data, il pittore, dietro compenso di 340 scudi "di moneta romana", avrebbe dovuto stabilirsi "nella prossima futura primavera" a Pisa "per far detto quadro a tutte sue spese, tanto di viaggio che di mantenimento per il tempo che si tratterrà". In realtà il Torelli trascorse nella città toscana "solo tre giorni, dal 28 al 30" del settembre successivo; dopo aver sottoposto il bozzetto preparatorio "all'approvazione dell'arcivescovo", tornò difatti a Bologna dove, entro l'anno successivo, portò a termine l'incarico (secondo la documentazione resa nota da Sicca 1990, pp. 246, 280, nota 72). Il dipinto giunse a Pisa l'8 gennaio 1731, ma, risultando "più lungo delle misure stabilite", fu rinviato a Bologna, dove il pittore apportò le modifiche opportune, per poi consegnarlo "alla Primaziale il 22 aprile 1731" (Sicca 1993-1994, pp. 47-48, nota 67). L'opera mostra evidenti le tracce della formazione compiuta dal Torricelli presso Giovan Gioseffo Dal Sole, al quale si approssimano le tipologie dei volti, come pure il modo di enfatizzare i gesti sino ad arrivare a compromettere l'equilibrio propriamente statico delle pose, ad esempio nella figura del santo. D'altra parte il pittore si attenne, rispetto alla "maggiore semplicità, e dilicatezza" delle opere del maestro, soprattutto le più tarde, "ad una più grande, e alterata" maniera (Crespi 1769, p. 86). Così, l'"inaudita magniloquenza" del dipinto pisano (Roli 1977, p. 114), mentre rifiuta qualsiasi forma di affinamento delle qualità di stesura, magra, illividita per i forti contrasti del chiaroscuro, come pure del tono sentimentale, trova un precedente in Ludovico Carracci. Non soltanto infatti la struttura compositiva ha diretta assonanza nella Piscina probatica (Bologna, Pinacoteca Nazionale), ma, soprattutto, analogo è il gusto di identificare l'impatto emozionale dell'immagine col grado massimo di elaborazione propriamente stilistica, accentuata sino alla distorsione dell'apparenza naturale delle forme: si veda sino a che punto l'ingombro dei panni amplifichi l'evidenza dei gesti. Entro simili coordinate di eloquenza esibita trovano posto gli effetti di marcatura dei tratti somatici, ad esempio nella figura maschile che sorregge la fanciulla e nell'altra, sul fondo, che mostra meraviglia; in esse sarà da cogliere l'eco di soluzioni del Crespi, svuotate di intensità sentimentale e utilizzate come un più vasto repertorio sul quale arricchire la varietà dei tipi fisici. Del resto l'accentuato verismo, spinto sino alla brutalità nella figura del vecchio in primo piano sulla destra, è recuperato alla razionalità del racconto, non solo perché ne accentua la connotazione drammatica, ma, ancora maggiormente, in quanto ne fornisce, per contrasto, una più diretta rappresentazione al contenuto, il potere cioè che ha l'azione miracolosa di contrapporsi al declino irreversibile del corpo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665552
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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