presentazione di Gesù al tempio

dipinto, 1593 - 1593

Dipinto di forma rettangolare raffigurante la scena della circoncisione. La presenza di colonne tortili indica che l'episodio si svolge all'interno del tempio di Gerusalemme

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Lomi Aurelio (1556/ 1622)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto dà rappresentazione sincretistica a due episodi in realtà distinti della vita di Gesù, la circoncisione durante la quale, otto giorni dopo la nascita, gli venne imposto il nome, e la presentazione al Tempio attraverso cui ciascun primogenito, in quanto tale automaticamente consacrato e riservato al Signore, veniva riscattato col sacrificio di animali. La scena difatti, benché riguardi propriamente la prima cerimonia, si svolge, come mostra la presenza delle colonne tortiti, nel Tempio di Gerusalemme dove, secondo la narrazione del Vangelo di Luca (2,21-24), Maria e Giuseppe avrebbero portato il figlio per la purificazione. La tavola fu "forse portata a termine" alla fine del 1593 se l'11 dicembre di quell'anno il legnaiolo Stefano Beni aveva ricevuto pagamenti per l'esecuzione della foderatura e della cornice. Questa venne dorata direttamente dal Lomi al quale, il 5 febbraio 1594, furono corrisposte, per il lavoro svolto, 69 lire (CAROFANO 1989, p. 192, documenti pubblicati a p. 275). Il dipinto non era stato ancora stimato in data 5 maggio 1598 poiché "si aspettava che [...] Aurelio", partito nel frattempo per Genova, ne portasse a termine un altro, egualmente commissionato per la "Cappella della Nunziata", così che il valore di entrambi potesse, con "risparmio dell'opera", essere valutato in una volta sola. Se la stima si fosse rivelata inferiore alle 2.250 lire già ricevute dal pittore, "il sig. Dottore Jacopo Mazzoni leggente in Pisa" si impegnava a risarcire l'Opera dell'eccesso di esborso (secondo i documenti pubbliati in CIARDI, GALASSJ, CAROFANO 1989, p. 278). Il dipinto mostra l'adesione del Lomi "alla pittura celebrativa romano-fiorentina della metà del secolo" (CIARDI 1989, p. 54); così, sono presenti "suggestioni zuccaresche" nell'anziano personaggio paludato di una tunica color verde bottiglia", mentre l'uso delle colonne tortili desume dai "riquadri affrescati dal Vasari nella Sala dei Cento Giorni" e dalle "partiture dell'oratorio del Gonfalone" (CAROFANO 1989, p.192). L'affinità è particolarmente sensibile nei casi in cui prevalgano le notazioni, persino umoresche, nella caratterizzazione dei volti, ad esempio nell'Agresti (al quale, del resto, è riferito il disegno di una "Circoncisione", Uffizi, inv. 416 F, similissima al dipinto pisano, che si direbbe senz'altro di Aurelio se non fosse per la qualità finitissima della tecnica che lo distingue dalle prove grafiche sin ora note), o nello Stradano. Le scene della "Passione di Cristo", incise su disegno del pittore fiammingo, costituiscono, in particolare, un precedente diretto al dipinto del Lomi, per il modo col quale il gusto per la rappresentazione di deformazioni fisiche, nelle anatomie e nei volti, paradossalmente imbruttiti, vi si unisce a un intento di definizione analitica dei particolari, insistito al punto da farsi calligrafia, arabesco del segno. Del resto, se è vero che la struttura compositiva "unitaria e organica" dell'opera costituiva una risposta alla "straordinaria compattezza spaziale" della "Madonna col Bambino e Santi" eseguita dal Vasari per il Duomo pisano, perduta con l'incendio del 1595 ma riconoscibile nel disegno preparatorio conservato al Louvre (CIARDI 1989, p. 54), pure la prospettiva sdrucciola, rapidamente scorciata, del pavimento, si confronta agilmente con gli esempi citati dello Stradano. D'altra parte, non vanno sottovalutate le assonanze riconoscibili con la scultura dell'estremo Manierismo fiorentino. Difatti, "i due angeli loricati" in alto nell' "Adorazione dei pastori", che rimandano a Stoldo Lorenzi, come propone Carofano (1989, p. 186), trovano assonanze nel Giambologna, o più generalmente nell'ambiente degli allievi, ad esempio il Francavilla. Quest'ultimo vale come termine di confronto per le pose torte dei personaggi, per gli effetti di marcatura dei tratti somatici in quest'opera: si confronti con le figure allegoriche della "Vita attiva e Vita contemplativa" (Firenze, Santissima Annunziata)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665542
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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