La base, a pianta esagonale con profilo mistilineo definito da tre archi di cerchio convessi collegati da altrettanti brevi lati rettilinei, è impostata su un alto gradino liscio, che tre cornici con due rami di palma legati da nastro alternate ad altrettante con palmette, su campo puntinato, raccordano al corpo centrale. Questo è tripartito da lesene delimitate da volute modanate, sulle quali poggiano rispettivamente un fascio di spighe di grano, uno di giunchi ed un tralcio di vite con grappoli d'uva, sempre su fondo puntinato. Nei campi interni tre cartelle triangolari, profilate in basso da due volute affrontate, recano i simboli della Passione: una la croce e le tenaglie, un'altra la scala, la lancia e la spugna, l'ultima la colonna e il martello. Il fusto ha nodi di raccordo a disco con cornici ad intreccio con perle e a tortiglione. (Continua in OSS)
- OGGETTO pisside
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MATERIA E TECNICA
argento/ sbalzo/ cesellatura/ traforo/ doratura
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ATTRIBUZIONI
Parraud Pierre (notizie Dal 1786)
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La pisside, elencata da Giampiero Lucchesi con la patena (scheda 20000046) e il calice (scheda 20000045) cui è stilisticamente abbinata tra gli oggetti che compongono il servizio Corsi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa, 1993, p. 73), è in realtà opera dell'orafo francese Pi erre Parraud come attestato dal punzone di bottega. Negli inventari la pisside non è mai citata, tuttavia, grazie alla presenza dei medesimi punzoni impressi sul calice accuratamente descritto nell'inventario del 1895, in cui figura come dono dell'arcivescovo Ranieri Alliata (1806-1836), possiamo con la massima certezza ritenerla abbinata ad esso, come ci conferma anche l'analisi stilistica: la forma ed il repertorio decorativo coincidono perfettamente con quelli del calice. Nonostante la mancanza di chiare notizie documentarie, possiamo datare calice, pisside e patena con precisione tra il 1798 ed il 1809 grazie ai punzoni impressi su di essi: il gallo con il numero uno in campo ottagonale, indicante il titolo di 950 millesimi e la testa di vecchio frontale in campo ovale, marchio di garanzia di Parigi, sono usati dal 1798 al 1809, mentre la testa di guerriero di profilo in campo ovale è il punzone di garanzia in circolazione dal 1809 al 1819. La sua presenza sta ad indicare che il calice, la patena e la pisside nel 1809 si trovano ancora nella bottega di Parraud. Questi nel 1806 è attestato come fabbricante di oreficeria sacra e forse è lo stesso orafo che, con il nome di Parreau, è documentato a partire dal 1786. Lontanissimo dai modi aulici dello stile Impero, in questi tre arredi egli si rivela ancora legato al g usto settecentesco, che però reinterpreta alla luce del Neoclassicismo. Si ottengono, quindi, oggetti, in cui le forme e l'apparato decorativo tradizionali, ormai snaturati, vengono cristallizzati e, per così dire, congelati in una monotona ed instancabile ripetizione. Nel calice la pianta mistilinea della base, identica a quella della pisside, e la struttura del nodo, ancora piriforme, riproducono forme tipiche degli arredi settecenteschi. Analogamente l'organizzazione del sistema decorativo, con la tripartizione ad opera di lesene della base e, soltanto nel calice, anche del nodo, è caratteristica di quella fase del Settecento maturo, in cui, accantonata l'e suberanza dell'ornamentazione d'impronta barocca e rococò, ci si indirizza verso soluzioni più ordinate e razionali. I motivi decorativi, poi, sono costituiti dalle spighe di grano e dai grappoli d'uva, tradizionali simboli eucaristici, disposti anche ad ornare le lesene, e dalle solite cartelle includenti nella base del calice ed in quella della pisside, rispettivamente, intere scene ed i simboli della Passione, caratterizzati da numerosi particolari di carattere paesaggistico. Ad essi si aggiungono gli ovali, che , nel sottocoppa del calice e nel nodo della pisside, racchiudono personaggi della storia sacra. Tuttavia, pur in questo contesto ancorato al passato, si fanno sentire i primi sintomi di un rinnovamento del gusto: il nodo della pisside acquista una forma ovoidale, mentre i motivi decorativi, perduta la naturalezza di un tempo, assumono un carattere stereotipato e sono incasellati ordinatamente negli spazi ad essi riservati. E' soltanto un timido accenno a quel trionfo della razionalità, che negli arredi neoclassici si esprime attraverso il dominio della struttura sulla decorazione. Ma n on mancano motivi esplicitamente tratti dal repertorio antico: dalle palmette, ai rami di palma, dai can correnti alle cornici a tortiglione. Può essere interessante confrontare i nostri tre arredi con il servizio in argento dorato realizzato tra il 1820 ed il 1824 da Edme Gelez per la Duchessa di Berry e destinato alla cappella dell'ospizio Saint-Charles di Rosny-sur -Seine (riprodotto in: "Un age d'or des arts décoratifs 1814-1848", catalogo della mostra, Paris, 1991, n. 78, pp. 190-192). Tra i pezzi che lo compongono il calice, la patena e la pisside colpiscono per un certo arcaismo rilevabile tanto nelle forme, quanto nell'apparato decorativo. Gelez deve aver tenuto presente l'esempio di Parraud, dal momento che la cornice, che racchiude la base della pisside, riproduce esattamente quella della base del calice e della pisside di Pisa. Altre analogie si possono riscontrare n ella crocetta terminale sul coperchio della pisside e nel sottocoppa del c alice di Gelez, che riproducono con leggere varianti quelli degli oggetti di Parraud
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900662203
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0