reliquiario, opera isolata - bottega fiorentina (prima metà sec. XVIII)

reliquiario, 1700 - 1749

Il basamento ligneo, a pianta pentagonale, è impostato su un alto gradino liscio che una larga cornice a doppio giro di foglie raccorda al campo interno piatto e liscio, sul quale insistono, sul retro, il manico a voluta che si fissa al fusto e, sulla fronte, due zoccoli modanati a pianta esagonale. Essi sostengono i due peducci della base: a ricche foglie d'acanto a voluta concava dalla punta arricciata, sono decorati all'estremità con un motivo a conchiglia. La base è profilata da una coppia di rigogliose foglie d'acanto di profilo a voluta e dalla punta arricciata e reca nel campo interno, su fondo puntinato, in basso, due volute a foglia d'acanto, modanate e contrapposte, dalle quali pende una palmetta. Esse racchiudono una cartella dal profilo curvilineo, bombata e a specchio, includente la scritta: "S. Zenobii Episcop. Florentini" e sovrastata da una ricca foglia d'acanto inclusa fra altre due di profilo a voluta. (Continua in OSS)

  • OGGETTO reliquiario
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura
    legno/ intaglio/ doratura
    VETRO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il reliquiario di San Zenobio, datato genericamente al XVIII secolo da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa, 1993, p. 71), non fa parte del patrimonio di arredi sacri della Cattedrale pisana nel Settecento, ma viene acquisito nell'Ottocento. Infatti, esso compare per la prima volta nell'inventario del 1836, in cui è definito "Reliquiario a Facciola d'Argento". La tipologia del reliquiario a cartella, alla quale appartiene il nostro oggetto, prende il nome dalla forma "a cartella" della mostra e si differenzia dalle altre tipologie di reliquiari per una tecnica esecutiva particolare, costituita da alcune sottili lamine d'argento fissate ad un'anima lignea. Questa struttura produce conseguenze importanti, che riguardano sia le modalità di fruizione dell'oggetto, sia il tipo di produzione. Infatti, in primo luogo, non trattandosi di un reliquiario, per così dire, a tutto tondo, l'unica possibile veduta per i fedeli è quella frontale, che avvicina l'arredo ad un dipinto, o ad un gonfalone, piuttosto che ad una scultura visibile da tutti i lati. Questo non è un elemento trascurabile, dal momento che fa sì che negli altri tipi di reliquiari, ad esempio in quelli ad ostensorio, anche il retro dell'oggetto venga accuratamente decorato, come nel caso del reliquiario della spina (scheda n° 20000035). Da ciò si desume che probabilmente i reliquiari visibili da tutti i lati sono quelli che contengono le reliquie più importanti e venerate e che in una processione occupano una posizione centrale. I reliquiari a cartella, invece, sono concepiti per essere tenuti in mano dal sacerdote, come dimostra la presenza del manico sul retro. Ma la struttura di questa tipologia di oggetti comporta anche un'altra rilevante conseguenza: l'uso di lamine d'argento di limitato spessore abbassa notevolmente i costi di esecuzione, rendendo possibile una produzione di tipo seriale su vasta scala. Non è un caso, infatti, che reliquiari del genere siano assai diffusi, soprattutto in ambito toscano, per tutto il corso del XVIII secolo. Il reliquiario di S. Zenobio si può avvicinare ai reliquiari a cartella fiorentini, piuttosto che a quelli lucchesi caratterizzati da forme più marcatamente architettoniche. Affinità strutturali e stilistiche si ravvisano nel reliquiario della chiesa di S. Maria a Mercatale (frazione di S. Casciano Val di Pesa, Firenze) (1728), in quello di S. Andrea della chiesa omonima a Candeli (frazione di Bagno a Ripoli, Firenze) (1749), o in quello dei Santi Giuseppe e Brigitta della chiesa di Sant'Ilario a Colombaia (Firenze) (sesto decennio del XVIII secolo) (riprodotti in: "Argenti fiorentini dal XV al XIX secolo. Tipologie e marchi", a cura di D. Liscia Bemporad, Firenze, SPES, 1992, v. II, pp. 409-410, v. III, pp. 508-509). Il ricco repertorio decorativo del nostro arredo, costituito da foglie d'acanto a voluta dalle punte arricciate, motivi a conchiglia, cartelle e cherubini, tipico della prima metà del Settecento, ed il basso livello qualitativo dell'oggetto fanno ritenere che si tratti di uno dei tanti reliquiari realizzati in serie dalle botteghe fiorentine dell'epoca. Tuttavia, vi si può riscontrare una particolarità alquanto rara: la presenza di una raggiera inserita fra la lamina d'argento della mostra e l'anima lignea. Questo elemento, assente negli esemplari analoghi, scarta rispetto alla tradizione, determinando quel carattere ibrido, che caratterizza l'oggetto, a metà strada tra il reliquiario a cartella e quello ad ostensorio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900662193
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • ISCRIZIONI All'interno della cartella sulla base - S. Zenobii Episcop(i) Florentini - corsivo - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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