coperta di libro liturgico, 1850 - 1867

Sul recto della coperta sono applicate, su un fondo di velluto viola, cinque placchette d'avorio traforato. Di queste, quattro, di forma triangolare, sono disposte agli angoli e recano, in basso, un cherubino sormontato da una coppia di rami di palma a doppia voluta intrecciati. Più in alto due ampie volute contrapposte, dalle quali spuntano altrettanti rami di palma a voluta, sono sovrastate da un motivo romboidale a lati concavi includente una crocetta e sormontato, a sua volta, da un fiore a giglio. La placchetta centrale è costituita dallo stemma Della Fanteria. Anche sul verso sono applicate, sempre su un fondo di velluto viola, cinque placchette d'avorio traforato. Di queste, le quattro angolari sono analoghe a quelle del recto, mentre quella centrale rappresenta i simboli della Passione: la croce, la spugna, la corona di spine e la scala. (Continua in OSS)

  • OGGETTO coperta di libro liturgico
  • MATERIA E TECNICA avorio/ incisione/ traforo
    cotone/ velluto
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La legatura di libro liturgico, insieme alla coppia di bacili (scheda n° 2 0000029), alla palmatoria (scheda n° 20000030), alla brocca (scheda n° 200 00028) e al vassoio portampolle (scheda n° 20000031), è stata acquistata nel 1867 dall'arciprete Luigi Della Fanteria, vicario generale e camerlengo dell'amministrazione interna del Duomo pisano. Questi arredi, recanti lo stemma Della Fanteria, sono attestati, oltre che nell'inventario del 1890, anche in una nota degli arredi sacri da lui acquistati inclusa tra le giustificazioni di pagamenti dell'Opera interna dell'anno 1867. Ad essa sono allegati anche vari fogli sciolti contenenti la stima eseguita per ogni oggetto dal perito stimatore Pietro Gallani. L'analisi di questi documenti ci consente di formulare alcune osservazioni, che risultano interessanti al fine di ricostruire la storia delle nostre suppellettili. Anzitutto, si deve notare che in origine gli oggetti acquistati dal Della Fanteria sono più numerosi di quelli che ci sono rimasti. Infatti, oltre ad essi si contano "una Croce d'Oro cesellata con Brillanti, e Cordone di seta", "un Anello c on Brillanti, e Acquamarina legato in Oro", "un Anello con Rose", che però non è stato consegnato, "un Secchiolino, e suo aspersorio d'Argento cesellato" e vari parati sacri. Nell'elenco è incluso anche "un calice Argento cesellato, e dorato, e Patena simile", che probabilmente è lo stesso descri tto nell'inventario del 1895 con il numero d'ordine 47 recante lo stemma D ella Fanteria sul bordo della base. In questo elenco, come nell'inventario del 1890, la voce corrispondente alla legatura di messale non contiene alcuna descrizione. Persino l'inventario del 1895, sempre così ricco di detta gli, attesta semplicemente la presenza di "Un Messale con fodera di velluto e rapporti d'avorio, acquistato da Mons. Della fanteria" , segno che evidentemente questo oggetto di modesta qualità non doveva essere molto apprezzato. L'ambito artistico che produce la nostra legatura di messale, datata al 1835 da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa,1993, p. 75), è quello caratterizzato dalla ripresa dei più diversi stili del passato, in primo luogo di quello gotico. Infatti, l'uso dell'avorio rimanda a quella vasta produzione di oggetti realizzati in questo materiale, sia di uso sacro, sia di uso profano, che raggiunge il suo culmine proprio in concomitanza con la diffusione del gusto gotico. Accanto ai dittici, che derivano da quelli consolari con funzione civile di età paleocristiana ed acquistano poi un carattere devozionale, richiamando la struttura degli altaroli portatili e fungendo da legatura di libri di preghiera, si producono nel Trecento anche avori di uso profano, come pedine d a scacchi, pettini, valve di specchi, cofanetti con raffigurazioni cortesi e cavalleresche. Esemplare a questo riguardo è la collezione del Museo Nazionale del Bargello. Dalla Francia, dove si trovano le botteghe più rinoma te del tempo, l'uso dell'avorio si diffonde anche in Italia, come dimostra la Madonna eburnea di Giovanni Pisano, che rappresenta uno dei livelli più alti raggiunti nella lavorazione di questo materiale. Riallacciandosi idealmente alle coperture di messali di epoca medievale, anche la nostra legatura presenta placchette in avorio, che però dal punto di vista stilistico costituiscono il recupero di motivi decorativi legati ad epoche molto diverse. Infatti, se la presenza dei gigli riecheggia il mondo medievale, le volute, i cherubini, i simboli della Passione di Cristo ed i rami di palma costituiscono un repertorio ornamentale tradizionale diffusissimo negli arredi sacri dal Rinascimento in poi. In Francia negli anni Quaranta dell'Ottocento la rinascita dell'avorio, ricollegandosi a quella ricca produzione di piccole sculture eburnee realizzate nel Cinquecento e nel Seicento dalle botteghe francesi e raffiguranti vasi antichi, gruppi mitologici, immagini sacre, ritratti, si inserisce nel filone stilistico neorinascimentale allora assai in voga. Ma dal momento che la nostra legatura di messale, come abbiamo visto, rievoca una tipologia ed un gusto vicini alla cultura medievale, la si deve collocare nell'ambito artistico italiano. Considerando che questo risulta più attardato rispetto a quello francese nell'aderire a i modi neogotici, possiamo datare l'oggetto tra il 1850 ed il 1867, anno i n cui è stato acquistato dal Della Fanteria
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900662190
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI Dorso - MISSALE ROMANUM - a rilievo - latino
  • STEMMI Recto della coperta - gentilizio - Stemma - Della Fanteria - Scudo coronato caricato da una banda con sette spade
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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