Crocifissione
icona,
post 1725 - ante 1749
Tavola intera senza listelli né incavo. Non rilevata la presenza della tela preparatoria. Levkas
- OGGETTO icona
-
MISURE
Altezza: 13 cm
Larghezza: 11 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La raffigurazione della Passione si basa sui testi di tutti e quattro i Vangeli. Hanno anche influito sulla formazione dell'iconografia numerosi racconti e opere apocrife. I primi esempi noti di composizioni sul soggettodella Crocifissione risalgono all'arte del primo cristianesimo del V secolo. In seguito la raffigurazione, legata ai temi del sacrificio eucaristico e dell'espiazione, si diffuse ampiamente nella pittura dell'area bizantina e senza variazioni entrò nella composizione delle dodici feste e nei cicli della Passione nella pittura degli affreschi e delle icone. Nell'artebizantina si formarono vari tipi di schema iconografico su questo soggetto: "Crocifissione" con i ladroni (cioè con tre croci); "Crocifissione" condue soli personaggi vicino alla croce, la Madre di Dio e Giovanni Teologo;"Crocifissione" con la raffigurazione di due gruppi di persone ai lati della croce, la Madre di Dio con le pie donne da una parte, Giovanni e il centurione Logino dall'altra. L'esistenza parallela dei tre tipi è continuata nel corso dei secoli, ogni tipo con qualche variante, per quanto riguarda posizione e gesti dei personaggi. Il primo e il terzo tipo possono presentarsi in forma ridotta o ampliata, secondo il numero di personaggi raffigurati accanto alla croce. L'icona in esame appartiene al primo tipo iconografico, formatosi verso il VI secolo e noto per una delle miniature delVangelo di Rabula (Biblioteca Laurenziana, Firenze). Dal XIV secolo la composizione della Crocifissione con tre croci si diffuse largamente nella pittura monumentale dei paesi dell'area bizantina. Nel tardo XVI secolo e nel XVII questa iconografia divenne popolare nell'arte anticorussa. A differenza della maggior parte delle opere di questo tipo, l'icona in esame siriferisce alla sua variante ridotta. Inoltre è evidente che in questo caso la composizione risale a una incisione proveniente dall'Europa occidentale: le croci dei ladroni sono poste in diagonale, in scorcio prospettico,particolare tipico dell'iconografia occidentale. Alcuni dettagli della composizione si riferiscono a testi apocrifi. Così l'immagine del Golgota con la grotta, al cui interno è posto il teschio di Adamo, risale alla leggenda nota dal III-IV secolo, secondo la quale Cristo venne crocifisso nel luogo in cui era stato sepolto Adamo. Il sangue del Salvatore lavò il cranio del progenitore che simboleggia il riscatto del peccato originale e la liberazione dell'umanità dalla morte. I testi apocrifi a proposito della sepoltura di Adamo contengono diverse varianti sul suo cranio e sulla crocedel Golgota. Una di queste varianti racconta che l'albero della croce nacque dal seme posto dal patriarca Sifon nella bocca di Adamo. Attribuzione. L. Marcucci, come già Bettini, ha riferito il dipinto alla scuola Stroganov e l'ha datato al XVII secolo. La studiosa ha anche individuato un largo gruppo di opere della collezione della Galleria dell'Accademia che sirivelano, a suo parere, vicine a quest'opera per analogia di stile. La composizione di questa icona necessita di una precisazione. Le sue particolarità artistiche permettono di riferirla al gruppo di opere più numeroso della collezione della Galleria dell'Accademia, e di più semplice esecuzione,datate al secondo quarto del XVIII secolo. Sono caratteristiche di questogruppo la semplificazione della composizione, la colorazione quasi monocroma, ottenuta con la combinazione di rosso-marrone, nero, rosa, oro e bianco, nonché la maniera pittorica grossolana, i volti con l'incarnato rosso-marrone e il disegno in biacca dei lineamenti. Simili a quelle dell'icona in esame sono le caratteristiche di stile proprie di opere come Il santissimo Spiridione di Trimifunte ( inv. 1890/9333), La Madre di Dio che allatta (inv. 1890/9329), le due icone Miracolo ddie Demetrio di Tessalonica(inv. 1890/9321 e inv. 1890/9332), I sette fanciulli di Efeso ( nv. 1890/9326 e inv. 1890/9336), la Resurrezione di Lazzaro (inv. 1890/9307 e inv.1890/9314). Considerando caratteristiche secondarie, cioè il colore deibordi e del margine e la grafia delle iscrizioni che sono identiche in queste icone, si può avanzare l'ipotesi che esse siano state eseguite da unmedesimo autore o da due diversi autori, ma con procedimenti stilistici simili
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900654254
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9308
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
- ISCRIZIONI Ai lati della traversa superiore della croce - CROCIFISSIONE DI CRISTO - caratteri cirillici - a pennello - russo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0