I sette fanciulli di Efeso. Sette dormienti di Efeso

icona, post 1725 - ante 1749

Tavola intera, con due listelli trasversali inseriti sul retro della tavola dai due lati opposti e doppio incavo. Il primo delimita i bordi rispettoal pannello centrale, il secondo passa lungo l'orlo dei bordi e la filettatura, appena leggermente rientrato rispetto al margine esterno. Non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO piazza de' Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Al centro della composizione è raffigurato un monte disseminato di arbusti. Entro una caverna si vedono sette giovani dormienti colti in pose diverse, tre in alto e quattro più in basso, mentre sul pendio del monte è rappresentato un gruppo di personaggi. Il primo di essi è un uomo adulto con una grande croce, alle spalle del quale figurano due uomini in vesti monastiche e un sovrano con la corona sulla testa. Sullo sfondo si scorgono muramerlate in cui si aprono le porte della città di Efeso. Secondo una leggenda nota dal V secolo, nel III secolo ad Efeso vivevano sette giovani cristiani, figli di cittadini altolocati, che servivano nell'esercito. Quando l'imperatore Decio, nel corso delle persecuzioni contro i cristiani, si recò nella città, vennero portati al suo cospetto, in seguito ad una denuncia, i sette fanciulli, che professarono di fronte a lui la loro fede in Cristo. Per punizione vennero destituiti dai gradi militari, ma rimessi temporaneamente in libertà nella speranza che si pentissero e ripudiassero il cristianesimo. I giovani si nascosero in una grotta del monte Selion per pregare e prepararsi al martirio. L'imperatore ordinò di sbarrarne l'ingressocon massi condannando così i fanciulli a morire di fame. Ma il Signore liimmerse in un sonno prodigioso che si protrasse per quasi due secoli, finchè si destarono durante il regno di Teodosio il Giovane (408-450) noto per la sua pietà cristiana. Le pietre che ostruivano l'ingresso della grottavennero levate da operai che avevano bisogno di impiegarle in una costruzione, ma, quando uno dei giovani si recò in città per comprare del pane eutilizzò una moneta antica, venne tratto in arresto. Il miracolo venne alla luce e persino l'imperatore si recò alla grotta per parlare con i giovani: tutti si resero conto che attraverso quel miracolo il Signore voleva testimoniare l'esistenza della resurreazione della carne. La storia è nota nella Rus' dal XII secolo quando comparvero le prime raffigurazioni di questi santi, strettamente legate all'iconografia bizantina formatasi nel IX-XI secolo. I sette fanciulli dormienti erano interpretati tradizionalmentecome archetipi della futura resurrezione della carne di tutta l'umanità, ma erano anche esempio della protezione divina che si stende su quanti sonoafflitti da ingiuste persecuzioni e sciagure. In tal senso, la semanticafigurativa trovava una chiara interpretazione apotropaica: icone e amuleticon queste raffigurazioni erano considerati dotati di forza magica, in grado di proteggere dagli assalti del demonio e di elargire il beneficio corroborante del sonno. Nell'arte bizantina lo schema tradizionale prevedevala raffigurazione dei sette fanciulli in un gruppo compatto, adagiati conil capo rivolto verso il centro all'interno della grotta. Nell'antica Rus', dal XII secolo, s'incontra molto più spesso un'altra tipologia, con unadisposizione più libera dei personaggi, raffigurati in pose diverse. Talvolta la composizione si arricchiva di particolari, tra cui il corteo di popolo guidato dall'imperatore, che si dirige verso la grotta. Le modeste dimensioni dell'icona ne testimoniano l'originaria destinazione alla devozione privata e consentono di supporre che fosse venerata, in primo luogo, perla sua azione di protezione contro le forze impure e il male. L'opera fuattribuita da Marcucci e da Bettini alla scuola degli Stroganov e datata al XVII secolo. Le sue peculiarità artistiche consentono di datarla, come il gruppo principale di opere della collezione dell'Accademia, al secondo quarto del XVII secolo. Tuttavia, seppure neanche quest'icona presenti unaparticolare raffinatezza di esecuzione, è caratterizzata da una costruzione più complessa dello spazio, su più piani, e da una maggior elaborazionedei singoli particolari. Nel suo stile si rilevano gli influssi dell'artebarocca nella varietà e complessità degli scorci in cui sono colte le figure e nel rilievo scultoreo dei volti. L'icona si differenzia dal gruppo principale della collezione fiorentina anche per il colorito, costruito peraccostamenti di verdi scuri, marroni, oro e rosa, mentre nelle altre operela tavolozza è limitata a marroni più caldi, ocre e rossi accesi. D'altronde, la somiglianza con le altre icone dell'Accademia è dettata dal modo di costurire i volumi, generalmente attraverso una sola mano di colore, condel bianco steso ad ampie superfici di forma geometrica oppure a singolitrattini. Nel complesso, la fisionomia dell'icona è determinata dalla commistione di singoli elementi stilistici barocchi e appartenenti alla tradizione del XVII secolo, la quale si manifesta, ad esempio, nei motivi architettonici, desunti nel secolo precedente dalla pittura occidentale e ampiamente diffusisi nella pittura di icone del XVIII secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900649589
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9337
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul bordo superiore - ICONA DEI SETTE FANCIULLI DI EFESO - caratteri cirillici -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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