David

miniatura ca 1450 - ca 1450

Iniziale fogliata media con figura e caudata D(ixi custodiam vias meas). Corpo della lettera rosa ornato con fiori e foglie azzurri, verdi e arancioni. Fondo azzurro con la figura di David che si porta il dito della mano sinistra alla bocca; egli indossa una tunica rossa e il mantello verde, in testa ha una corona con il pileo dorati e tiene intorno al collo una cintura dorata

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA gesso/ doratura
    pergamena/ miniatura
    pergamena/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 65 mm
    Larghezza: 62 mm
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400/ 1455)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
  • LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
  • INDIRIZZO P.zza S. Marco 3, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I due Salteri 530 e 531, realizzati per il Convento di San Marco probabilmente intorno agli anni cinquanta del XV secolo, si possono considerare 'gemelli' poiché contengono le stesse miniature. Sebbene la maggior parte degli studi ad essi riferibili sia piuttosto recente (Bellosi 1990, pp. 98-101; Boskovits 1995, pp. 33-68; Scudieri 2003, p. 166; boskovits 2008, pp. 109-110), erano già noti alla critica ottocentesca che vi ha fin da subito riconosciuto la mano dell'Angelico. Una loro prima attribuzione si deve a Vincenzo Marchese che li riteneva opere di Fra Benedetto dal Mugello ma il primo a ricondurli alla mano di un giovane Angelico fu Max Wingenroth (Beiträge zur Angelico-Forschung, in 'Repertorium für Kunstwissenschaft', 21, 5, 1898, pp. 335-345, 427-438). Trovarono poi il loro pieno riconoscimento in tempi recenti in occasione della mostra 'Pittura di luce. Giovanni di Francesco e l'arte fiorentina di metà Quattrocento' (Firenze 1990), quando sono stati ricondotti da Luciano Bellosi (1990) alla mano di un Angelico ormai alle ultime fasi del suo operato. I due Salteri sono infatti confrontabili con l'Armadio degli Argenti, dove numerose figure di santi sono dipinte con la stessa delicatezza delle carni e dei panneggi del David orante a c. 70v o del David musicante a c. 135v. Nella realizzazione dei due codici, e in particolare del 530, sembra comunque intervenire anche un collaboratore. Nel Salterio 531 è molto evidente l'influenza dei fiamminghi, come evidenziato in occasione della mostra 'Firenze e gli antichi Paesi Bassi 1430-1530. dialoghi tra artisti: da Jan van Eyck a Ghirlandaio, da Memling a Raffaello...' (Firenze 2008) con l'ipotesi di un contatto tra l'Angelico e Rogier van der Weyden durante il suo soggiorno in Italia nel 1450. un contatto che avrebbe lasciato il segno in diverse opere del pittore fiorentino, tra le quali l'Adorazione dei magi (detta Tondo Cook) che è l'opera pittorica che più si avvicina alle miniature del Salterio 531 (Boskovits 1995). E' soprattutto l'incidenza della luce sulle superfici, che regala un aspetto quasi metafisico al dipinto, l'elemento che unisce le due opere: anche nel Salterio, infatti, la luce illumina le vesti e le volumetrie donando un effetto metallico e le vesti si arricchiscono di perle e pellicce descritte con un'attenzione naturalistica tipica dei Paesi Bassi. I riferimenti al Tondo Cook sono anche di carattere iconografico, in particolare nella bellissima figura del giovane Empio a c. 96v che riprende, nel gesto e nei capelli scompigliati, una delle figure degli ignudi sullo sfondo del dipinto. In questo Salterio il presunto collaboratore sembra avere meno spazio e, conseguentemente, l'illustrazione appare più omogenea dal punto di vista qualitativo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900646178-2.3
  • NUMERO D'INVENTARIO S. Marco e Cenacoli 531
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo di San Marco - Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2009
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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