Madonna con Bambino in trono e santi

polittico, ca 1450 - ca 1450

Pentittico composto da tavole risegate e prive della cornice originaria. Al centro una tavola raffigurante Madonna con Bambino , nelle quattro tavole laterali figure di santi; nella predella entro cornici polilobe sono raffigurati quattro santi. La cifra stilistica tardogotica ha spunti derivati direttamente da Gentile da Fabriano come il particolare del manto della Vergine

  • OGGETTO polittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • INDIRIZZO Piazza Giordano Bruno, 10, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pubblicata da Santi (1969, p. 122 con bibliografia precedente) con l'attribuzione ad un seguace di Antonio da Fabriano, l'opera viene assegnata da Boskovits (1973, pp. 26-27, fig. 89), seguendo un'indicazione di Lupattelli (1885, p. 11) a Pietro di Nicola Baroni. A questo artista di formazione orvietana, collaboratore dell'Angelico, l'ascrivono anche Todini (1989, I, p. 289, II, fig.754) Fratini (1997) e Santanicchia (2010). A lui rimandano anche la scheda di Vittoria Garibaldi (2015, pp. 356-359 con bibliografia precedente) e Pierini (2022, pp. 218-227); quest'ultimo conferma per via iconografica l'appartenenza all'insieme della Galleria dello scomparto di predella con l'Annunciazione e il Peccato originale del Museo Civico di Ravenna, riunione che già era stata proposta per via stilistica da De Marchi nel 1992. L'iscrizione sacra relativa all'inno "Ave Maris Stella" che compare nella aureola della Madonna, si accorda infatti con la complementare Annunciazione che contiene pure la rappresentazione del Peccato originale, sottolineando un raffinato gioco linguistico palindromico (Ave-Eva), ripreso anche da Bernardino da Siena, che insisteva sulla contrapposizione tra Bene e Male. Rimane da stabilire quando la tavoletta della predella possa essere giunta in Romagna; Pierini propone una data tra 1748 e il 1751, quando Giuseppe Soratini, monaco camaldolese e architetto di Classe, progettò il rifacimento della chiesa perugina. La ricostruzione però si scontra con le parole di Siepi (1822, II, pp. 557-558) che descrisse l'opera come "divisa in dieci tavolucce con varj santi." La discrasia nella rendicontazione dei numeri delle tavole è al momento risolta con una possibile svista, ripresa da Gambini nel 1826, da parte dell'erudito perugino
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016129-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 71
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
    2023
  • ISCRIZIONI sotto Santa Caterina - S(AN )C(T)A CATERINA - capitale - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1450 - ca 1450

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'