miniatura, insieme di Strozzi Zanobi di Benedetto, Torelli Filippo (metà sec. XV)

miniatura, 1452 - 1452

Il codice è formato da cc. I, II + 214 + I' suddivise in 23 fascicoli con richiami da c. 90v: I-XI, XIV-XXII quinterni, XII folio, XIII quaterno,XXIII bifolio; scrittura Testualis su 1 colonna con 5 tetragrammi rossi e 5 righe di testo; numerazione antica in numeri romani a penna e inchiostro nero al centro del margine esterno che non salta la c. 109. Contiene: 455 iniziali filigranate fesse piccole, 6 iniziali filigranate fesse medie caudate, 23 iniziali filigranate fesse grandi, 2 iniziali filigranate fesse grandi caudate, 1 iniziale fogliata grande con figure e caudata. Legatura con piatti in legno ricoperti di cuoio marrone, 9 nervi sul dorso. Sul piatto anteriore sono tre rosoni agli angoli (uno mancante) traforati in ottone al centro dei quali è una borchia circolare e un rosone più grande al centro; 3 bindelle tengono chiuso il codice, una delle quali ha una fibbia decorata con la testa di un leone. Il piatto posteriore conserva quattro rosoni agli angoli e uno centrale fermati da borchie ma decorati con trafori tra loro diversi, 3 chiodi per fermare le bindelle e due cartellini cartacei con i contenuti del graduale e, l'altro, con la lettera R a penna e inchiostro; lungo ciascuno dei due piatti dovrebbero esserci 27 chiodi ma ne risultano mancanti 7 sul piatto ante

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA pergamena/ pittura a tempera
    pergamena/ miniatura
    gesso/ doratura
    pergamena/ inchiostro
  • MISURE Altezza: 572 mm
    Larghezza: 415 mm
  • ATTRIBUZIONI Strozzi Zanobi Di Benedetto (1412/ 1468)
    Torelli Filippo (1409/ 1468)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
  • LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
  • INDIRIZZO P.zza S. Marco, 3, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il codice è identificabile con il Graduale contenente i testi dalla festa della Trinità alla fine del ciclo liturgico e la festa per la dedicazione della chiesa, le cui iniziali sono state affidate a Zanobi Strozzi per le figure e Filippo di Matteo Torelli per la parte ornamentale, come ricordato nel passo della Cronaca del convento che documenta i codici (Firenze, Biblioteca medicea Laurenziana, Libro di Ricordanze, Fondo di San Marco, n. 902, Ricordanze A) pubblicato per la prima volta da Mirella Levi D'Ancona (1962, pp. 265-266). Dallo stesso documento si apprende che il testo è stato probabilmente scritto da Frate Giovanni di Santa Croce, con iniziali filigranate realizzate da un calligrafo fiorentino, forse della bottega di Filippo di Matteo Torelli, e rilegato da Vespasiano da Bisticci nel 1452, come testimoniato sia nella Cronaca del convento che nel Libro delle Ricordanze dello stesso Vespasiano. Zanobi Strozzi ricevette la commissione per la realizzazione dell'intero ciclo corale per il convento di San Marco tramite l'Angelico, che ne stimò anche il pagamento. Ciò avvenne a conclusione del generale rinnovamento voluto da Cosimo de' Medici e portato avanti, fin dal 1438, da Michelozzo, per quanto riguarda l'architettura, e dall'Angelico per la parte pittorica: lo stemma mediceo, infatti, oltre ad essere presente in molte parti del convento, campeggia nella maggior parte delle legature e in alcune miniature. Questo gruppo di codici si presenta, quindi, particolarmente omogeneo nella scelta delle misure, nelle impostazioni delle decorazioni a piena pagina ornate dai fregi del Torelli, nelle scelte cromatiche e nell'illustrazione delle feste principali, con iniziali istoriate e figurate, tutte riconducibili ai santi legati all'Ordine domenicano. Uno dei primi studiosi che si cimentarono nell'identificazione dei codici fu Paolo D'Ancona (1914, v. I pp. 53-56; v. II pp. 346-356), preceduto soltanto dal Marchese (1869, V. I, pp. 232-252) e dal Rondoni (1876, pp. 34-39) che attribuirono l'intero ciclo a Fra Benedetto dal Mugello, fratello dell'Angelico, fraintendendo, però, i documenti che lo videro coinvolto soltanto come scriba tra il 1445 e il 1448, anno di interruzione a causa della morte per la peste; i testi furono così conclusi nel 1451-1452 da Frate Giovanni da Santa Croce e Frate Gianni di Guido Barbiere, anch'egli di Santa Croce. Attraverso una rilettura dei numerosi documenti (D'Ancona 1908, pp. 94-95; Collobi Ragghianti 1950, pp. 18, 19, 26) e grazie all'opera della Levi D'Ancona (1962, pp. 105-106) è stato possibile datare e attribuire l'intero corpus delle opere realizzate in collaborazione da Zanobi e Filippo. Grazie ai documenti è possibile connotare cronologicamente ciascun codice realizzato tra il 1446 e il 1454, periodo durante il quale sembrerebbe ci sia stato un arresto dei lavori, tra il 1448 e il 1450, durante la realizzazione del Graduale 515. I primi codici ad essere stati miniati sono gli Antifonari (Invv. 522, 517, 518, 520, 521), conclusi entro il 1448; i lavori proseguirono con il ciclo dei Graduali (Invv. 515, 524, 528, 526, 527, 516) fino al 1454. Questi sono gli anni in cui si nota un sostanziale miglioramento delle capacità artistiche del miniatore probabilmente perché lavorò molto costantemente anche in pittura, rimanendo sempre in contatto con l'Angelico. Le capacità di Zanobi vanno cercate soprattutto nel sapiente modo di accordare i colori dei paesaggi con quelli delle figure elegantemente vestite, tanto da farne uno dei più delicati miniatori fiorentini della seconda metà del XV secolo. In questo graduale, però, si avverte un cambiamento nella gamma cromatica, con colori che assumono una tonalità più spenta e l'immagine è lasciata quasi allo stato di disegno, chiaroscurata da un sottile tratteggio giocato sul monocromo con la pergamena, tutte caratteristiche che lo avvicinano al Messale 533 la cui miniatura a c. 1r è riferibile allo stile tardo di Zanobi. La parte decorativa dei fregi si deve a Filippo di Matteo Torelli, figlio di uno dei miniatori attivi all'interno della Scuola degli Angeli, che, attraverso animali dal piumaggio variopinto, farfalle, fiori e testine caricaturali, regala un aspetto favolistico ai fregi che deriva dalla tradizione dei bestiari medievali del Duecento (Garzelli 1985). Come si evince da alcuni documenti (Fra Giovanni 2007, pp. 143-166), sono probabilmente opera della bottega del Torelli anche le numerose iniziali filigranate
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900646175-0
  • NUMERO D'INVENTARIO S. Marco e Cenacoli 527
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo di San Marco - Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2009
  • ISCRIZIONI piatto anteriore, verso - R[egio] MUSEO DI S. MARCO/ Inventario 1918/ n. 527 - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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