miniatura, insieme di Strozzi Zanobi di Benedetto, Torelli Filippo (sec. XV)

miniatura, 1448 - 1453

Il codice è formato da cc. I, II + 263 + I', II' (c. 134 mancante) suddivise in 28 fascicoli con richiami: 24 quinterni, 2 trierni (XI, XXVIII), 1 quaterno (XII), 1 bifolio (XXVII);i fascicoli XVI e XVII sono invertiti;scrittura Testualis su 1 colonna con 5 tetragrammi rossi e 5 righe di testo; contiene il Graduale Santorale dalla festa di sant'Andrea alla festa dell'Annunciazione.Numerazione coeva in cifre romane a penna in inchiostro rosso al centro del margine esterno sul verso della carta (cc. 2v-177v); da c. 174 inizia una numerazione sempre antica, in cifre arabe a penna sottile ed inchiostro bruno, parallela a quella romana fino a c. 177; da c. 178 a c. 188 prosegue soltanto questa numerazione; da c. 189 rimane soltanto la numerazione moderna in cifre arabe a matita che tiene conto della carta mancante e costituisce la numerazione di riferimento (tra parentesi è indicata quella antica). L'impianto decorativo è costituito da: 1 iniziale filigranata rifessa grande, 617 iniziali filigranate fesse piccole, 15 iniziali fogliate grandi con storie o figure caudate, 13 iniziali fogliate grandi caudate. Legatura originale: piatti in legno ricoperti di cuoio bruno con sottili decorazioni vegetali ad impressione con cinque appoggi ciascuno decorati con rosoni a traforo in ottone

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA pergamena/ miniatura
    gesso/ doratura
    pergamena/ inchiostro
  • MISURE Altezza: 625 mm
    Larghezza: 455 mm
  • ATTRIBUZIONI Torelli Filippo (1409/ 1468)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
  • LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
  • INDIRIZZO P.zza S. Marco, 3, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il codice è identificabile con il Graduale contenente i testi dalla festa di sant'Andrea alla festa dell'Annunciazione, le cui iniziali sono state affidate a Zanobi Strozzi per le figure e Filippo di Matteo Torelli per la parte ornamentale, come ricordato nel passo della Cronaca del convento che documenta i codici (Firenze, Biblioteca medicea Laurenziana, Libro di Ricordanze, Fondo di San Marco, n. 902, Ricordanze A) pubblicato per la prima volta da Mirella Levi D'Ancona (1962, pp. 265-266). Dallo stesso documento si apprende che il testo è stato parzialmente scritto da Frate Giovanni da Santa Croce nel 1451, con iniziali filigranate realizzate da un calligrafo fiorentino, probabilmente della bottega di Filippo di Matteo Torelli, e rilegato da Vespasiano da Bisticci nel 1449, come testimoniato sia nella Cronaca del convento che nel Libro delle Ricordanze dello stesso Vespasiano. Nell'inventario del Museo di San Marco redatto dal Rondoni (1876, pp. 34-36 n. 1) vengono registrate 264 carte per cui si deduce che l'asportazione della c. 134 è avvenuta posteriormente. Zanobi Strozzi ricevette la commissione per la realizzazione dell'intero ciclo corale per il convento di San Marco tramite l'Angelico, che ne stimò anche il pagamento. Ciò avvenne a conclusione del generale rinnovamento voluto da Cosimo de' Medici e portato avanti, fin dal 1438, da Michelozzo, per quanto riguarda l'architettura, e dall'Angelico per la parte pittorica: lo stemma mediceo, infatti, oltre ad essere presente in molte parti del convento, campeggia anche al centro del fregio della miniatura di apertura a c. 1r e nella maggior parte delle legature. Questo gruppo di codici si presenta, quindi, particolarmente omogeneo nella scelta delle misure, nelle impostazioni delle decorazioni a piena pagina ornate dai fregi del Torelli, nelle scelte cromatiche e nell'illustrazione delle feste principali, con iniziali istoriate e figurate, tutte riconducibili ai santi legati all'Ordine domenicano. Uno dei primi studiosi che si cimentarono nell'identificazione dei codici fu Paolo D'Ancona (1914, v. I pp. 53-56; v. II pp. 346-356), preceduto soltanto dal Marchese (1869, V. I, pp. 232-252) e dal Rondoni (1876, pp. 34-39) che attribuirono l'intero ciclo a Fra Benedetto dal Mugello, fratello dell'Angelico, fraintendendo, però, i documenti che lo videro coinvolto soltanto come scriba tra il 1445 e il 1448, anno di interruzione a causa della morte per la peste; i testi furono così conclusi nel 1451-1452 da Frate Giovanni da Santa Croce e Frate Gianni di Guido Barbiere, anch'egli di Santa Croce. Attraverso una rilettura dei numerosi documenti (D'Ancona 1908, pp. 94-95; Collobi Ragghianti 1950, pp. 18, 19, 26) e grazie all'opera della Levi D'Ancona (1962, pp. 105-106) è stato possibile datare e attribuire l'intero corpus delle opere realizzate in collaborazione da Zanobi e Filippo. Grazie ai documenti è possibile connotare cronologicamente ciascun codice realizzato tra il 1446 e il 1454, periodo durante il quale sembrerebbe ci sia stato un arresto dei lavori tra il 1448 e il 1450 durante la realizzazione del Graduale 515. I primi codici ad essere stati miniati sono gli Antifonari (Invv. 522, 517, 518, 520, 521), conclusi entro il 1448; i lavori proseguirono con il ciclo dei Graduali (Invv. 515, 524, 528, 526, 527, 516) fino al 1454. Questi sono gli anni in cui si nota un sostanziale miglioramento delle capacità artistiche del miniatore probabilmente perché lavorò molto costantemente anche in pittura, rimanendo sempre in contatto con l'Angelico. Le capacità di Zanobi vanno cercate soprattutto nel sapiente modo di accordare i colori dei paesaggi con quelli delle figure elegantemente vestite, tanto da farne uno dei più delicati miniatori fiorentini della seconda metà del XV secolo. Iconograficamente, il Graduale A è strettamente legato al Graduale 558, realizzato dal Beato Angelico per il convento di San Domenico di Fiesole almeno un ventennio prima. Ma Zanobi è un miniatore che appartiene ormai a una cultura diversa: è un laico immerso nella cultura cittadina rinascimentale e nelle sue miniature interpreta in modo personale i soggetti ereditati dal maestro. La parte decorativa dei fregi si deve a Filippo di Matteo Torelli, figlio di uno dei miniatori attivi all'interno della Scuola degli Angeli, che, attraverso animali dal piumaggio variopinto, farfalle, fiori e testine caricaturali, regala un aspetto favolistico ai fregi che deriva dalla tradizione dei bestiari medievali del Duecento (Garzelli 1985)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900646165-0
  • NUMERO D'INVENTARIO S. Marco e Cenacoli 515
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • ISCRIZIONI piatto anteriore, verso, cartellino cartaceo - R[egio]. MUSEO DI S. MARCO/ Inventario 1918/ N. 515 - corsivo - a penna - latino
  • STEMMI c. 1r, fregio inferiore - familiare - Stemma - Medici - D'oro alle otto palle di rosso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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