San Girolamo nello studio
dipinto,
1630 - ca 1640
Dandini Cesare (1596/ 1657)
1596/ 1657
n.p
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Dandini Cesare (1596/ 1657)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Palatina e Appartamenti Reali
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dall'inventario della Villa della Petraia redatto nel 1649 dopo la morte di Don Lorenzo de' Medici apprendiamo che nella "camera con la finestra verso il vivaio à canto al salone, che guarda verso la chiesa di Quarto" era conservato un "quadro in tela dipintovi S. Girolamo fino a mezzo in atto di leggere di mano di Cesare Dandini con ornamento tutto intagliato e dorato altro bracci 2 largo 2 1/4" (ASF, Guardaroba Medicea n. 628, c. 10 r.). Ancora in loco nel 1671 (cfr. ASF, Guardaroba Medicea, n. 782, c. 11 v.), il dipinto passò nel Settecento nell' "Ingresso della villa nella prima camera terrena" (cfr. ASF, Guardaroba Medicea, Appendice n. 50, c. 2) per poi andare disperso. Alla luce delle dimensioni e delle descrizioni inventariali, Evelina Borea (1977) ha avvicinato alla composizione una tela oggi conservata presso i depositi delle Gallerie Fiorentine, proveniente nell'Ottocento dalla Chiesa di San Bartolomeo a Mantignana. L'opera, giunta probabilmente nella chiesa empolese dopo la dispersione di una parte delle collezioni medicee, presenta requisiti stilistici che hanno indotto la studiosa a non escludere la possibilità di ritenerla una derivazione dal dipinto "originale" della Petraia. Nella biografia di Cesare Dandini compilata dal Baldinucci si ricorda infatti che il quadro "riuscì di sì buon gusto che fu d'ammirazione ai professori dell'arte; onde in un subito ne usciron fuori copie infinite" (F. Baldinucci, 1681-1728, IV, p. 556). A conforto della notizia è importante segnalare che una versione pressocchè analoga e autografa del pittore è stata rinvenuta recentemente in collezione privata fiorentina. Informazioni storiche recenti sulla presunta tela medicea si traggono da alcuni documenti conservati presso la Soprintendenza di Firenze. Catalogata nel 1890 nel Magazzino di Via Lambertesca, al tela passò nel 1957 negli uffici dell'Intendenza di Finanza, dove rimase quasi ininterrottamente fino al 1976, anno in cui fu trasferita nella Villa della Petraia. L'opera fu poi presentata nel 1977 nella mostra sulla quadreria di don Lorenzo de' Medici. Successivamente passò, per breve tempo, nei magazzini della Vecchia Posta per poi giungere, nel 1980, nei depositi del Soffittone di Palazzo Pitti, dove è tuttora conservata. Opera autografa di Cesare Dandini oggi sminuita dall'abbassamento tonale delle tinte originali e da cadute di colore, la tela rappresenta una delle composizioni più interessanti del primo periodo dell'attività dell'artista
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900641361
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 5690
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2007
- ISCRIZIONI retro tela su etichetta cartacea - Sestini Giovanni, Bettini (?) Raffello p: Carlo Pruneti - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0