convito di San Gregorio Magno

dipinto,

Personaggi: Gregorio Magno. Animali: cane. Elementi architettonici: colonne lisce; colonne scanalate. Oggetti: bicchieri; piatti; vassoi; anfore; spada

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Paolini Pietro (1603/ 1681)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
  • INDIRIZZO via della Quarquonia, 4, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La grande tela realizzata da Pietro Paolini per il refettorio del convento lucchese di San Frediano, sede dei Canonici Lateranensi, viene costantemente ricordata dalle fonti con espressioni di lode. Tommaso Trenta, parlando del Paolini, menzionava il dipinto come "il più bello che abbia lasciato a sua gloria", rappresentante il Pontefice San Gregorio Magno "che apparecchia il convito a poveri pellegrini, fra i quali si ravvisa Nostro Signore sotto forma di uno di essi" (Trenta 1820, p. 104). Quadro magnifico, viene definito dall'Abate Lanzi nella Storia pittorica della Italia, "ornato alla paolesca di vasellamenti, di prospettive, popolato di gente, d'una verità, di una bellezza che destò allora molti poeti a fargli plauso quasi a miracolo dell'arte" (Trenta 1820, p. 104). Secondo la testimonianza del Ridolfi, l'opera venne profondamente danneggiata durante l'incendio che interessò la pubblica biblioteca nel 1822 al punto da essere considerato perduta dai pittori Camuccini e Benvenuti chiamati ad esaminarla (Ridolfi 1877, p. 128). Lo stato di conservazione della tela viene descritto dalla Filieri in occasione della mostra Dipinti restaurati e da restaurare dai fondi di Villa Guinigi. La studiosa ricorda che in seguito all'incendio della biblioteca, il dipinto subì un ulteriore danno a causa del lavaggio effettuato per eliminare il nerofumo e che, realizzata la foderatura, il restauro dell'opera potrà essere completato, viste le sue cospicue dimensioni - una lunetta di quasi 5 metri di altezza e 8 di larghezza - solo dopo averne definita la destinazione (Filieri 1987, pp. 18 e 20). Quanto alla collocazione cronologica dell'opera all'interno del catalogo del Paolini, la Giusti Maccari rende noto che dalla lettera scritta nel 1652 dall'erudito Michelangelo Torcigliani, lucchese d'origine ma residente d'abitudine a Venezia, si ricava che a quella data il Convito di San Gregorio era stato da poco ultimato (Bottari-Ticozzi 1822, p. 197 e Giusti Maccari 1987, p. 41). Il cattivo stato di conservazione in cui versa la tela ci consente comunque di cogliere la complessità della sovraffollata composizione, organizzata simmetricamente attorno alla figura di San Gregorio seduto in posizione frontale oltre la tavola riccamente imbandita al centro della scena. Le figure femminili sembrano ancora recare le tracce della frequentazione del Caroselli, come nelle opere giovanili quali il Concerto di Malibu, mentre i personaggi maschili sono trattati con maggiore robustezza e definiti da vigorosi contrasti chiaroscurali
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900531418
  • NUMERO D'INVENTARIO 92
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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